Siamo un po’ stropicciati questa settimana, sono successe tante cose, spaventi, visite mediche d’ urgenza o programmate, ma stiamo bene e ne stiamo venendo fuori alla grande. Però stamattina che ci siamo svegliati un po’ stanchi, un po’ più stropicciati e un po’ più in ritardo, ho deciso di prendere l’ auto condivisa e portarlo io Ennio a scuola, per farci due chiacchiere e due coccole.

E siamo arrivati talmente presto che ho proposto di andare dal fornaio francese a fare le scorte di pane e prenderci un dolcetto. Non le tartelettes, che sono la nostra libidine, ma di prima mattina un po’ troppo goduriose (disse quella che mangiava caviale condito al cucchiaio per colazione), ma un sano e onesto croissant e un meno sano ma molto più libidinoso sacristain, che una cosa oggi l’ ho capita: il sacristia del mattino è anni luce più morbido, sfoglievole e burroso dello stesso sacristia al pomeriggio.

E mentre ce li mangiavamo appoggiati alla spalletta Art Nouveau del ponte, Ennio mi fa guarda, e l^`, da un lato del canale, a un metro dall’ acqua, arrivano cinque uccelli in fila che subito prima del ponte si sono sollevati, abbiamo visto che non erano in fila ma a cuneo, e sono andate a fare le prove di migrazione.

Che magari manco migrano più un sacco di uccelli, in inverno si sta benone anche qui e si trova tanto da mangiare, ma in primavera e in autunno li vdi a stormi fare le esercitazioni.

“E ieri a calcio Andreas mi ha trattato male, e non so se ci voglio andare ancora a calcio, cioè, certo che ci voglio andare e mi piace, ma…”

“Ennio, stiamo vivendo un perfetto momento di felicità, qui, io e te, il croissant e le anatre. La vita è fatta soprattutto di piccoli momenti di felicità, quando li abbiamo pensiamo a loro e non alle cose che ci danno fastidio”.

“Ci sono anche gli scocciatori”.

“Ma non contano”.

Morso al croissant.

“Hai ragione”.

“Forse ti vengo a prendere, ma non aspettarmi troppo, se posso vengo in orario e se non ci riesco stai con i tuoi amici finché avete voglia, ma altrimenti vai”.

“Quando vieni parcheggia qui così lo so”.

Mi sa che oggi pomeriggio ci concederemo un altro piccolo momento di felicità.

E ora, via, a spalar letame. Che nella vita fa molto bene anche quello.

3 comments

  1. Bello.
    Tra l’altro, letterariamente parlando, guarda tu il caso, mi ricorda certe stupefacenti oasi di pace contemplativa nell’indiavolato fluire nonsense dei romanzi del vecchio Achille.
    Un saluto dal deposito di letame 😉

  2. Quanto hai ragione! Sono in un momento di illuminazione adesso e riesco a gustarmi tutti i croissant che passano (per quelli veri non possiamo lamentarci comunque). Se l’illuminazione dura e supera il natale allora forse è proprio vera vera
    un abbraccio a voi stropicciati

  3. ma come si fa??? mai abortire l’inizio di una confidenza! sarà perchè più crescono e meno sono frequenti che quando mio figlio si decide a raccontarmi qualcosa io mollo tutto
    mi hai fatto venire nostalgia di amsterdam

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