Non ho foto, maschio alfa si è preso il mio ippi-phone e la macchinetta dei bambini, quella con gli effetti speciali, è svenuta e non dà risposte. Quindi vi faccio una delle mio foto in immagini e ve ne posto una di qualche giorno fa.

Quella delle Marche, che solo un marchigiano poteva scrivere sempre caro mi fu quest’ ermo colle. Perché le colline marchigiane, rispetto ad altre regioni appenniniche, sono ariose, danno un gran senso di spazio, hanno meno ambizioni da montagna tutte centrate nella loro dignità serena di colline. Che poi non so se ci avete fatto caso, gli autoctoni tendono a chiamarle monti, basti vedere la toponomastica locale: Monte Granaro, Monte Cosaro, Monteprandone, Monte Guidon Corrado, Monte San Giusto e un’ altra ventina che adesso al momento mi sfuggono. E su ogni monte ci sta arroccato un borgo o un castello, e se prendi la salita sbagliata finisci nel borgo sbagliato e rischi di bestemmiare o goderti il paesaggio e guardare da lontano il monte che ti interessava, così lontano, così vicino. Poi risali in macchina e ricominci con i tornanti.

E poi sono colline agiate, coltivate, ben tenute, tutte manicurate, che si vede che qui sono stati papalini e la decorazione ha il suo che, nel rito.

Sono ad Arcevia, un posto bellissimo che vi consiglio almeno di visitare, anche solo con la scusa di fare un’ analisi comparativa sul posto dei vari Verdicchi dei Castelli di Jesi. Sto nel rifugio dei miei editori preferiti, insieme a loro, ai cani Due e Cinque e per non annoiarci abbiamo organizzato un corso di scrittura meditativa, come avete potuto leggere un paio di giorni fa.

Questo corso si tiene nella saletta convegni del chiostro di san Francesco, una struttura bellissima, e la saletta che sta al piano di sotto è freschissima, cosa importante in questi giorni di canicola. cosa facciamo ve lo racconto a parte, ma ci stiamo divertendo moltissimo.

Figlio 1 è stato depositato da amici miei, che conosciamo e frequentiamo pochissimo, quindi è andato a Trovare Alessandro con cui si è visto due volte l’ anno scorso. Niente, si sono scoperti gemelli siamesi e già mi chiede di lasciarlo lì fino al 30, giorno della partenza. Cioè, un po’ gli manchiamo e vorrebbe vedermi, ma solo per un giorno, e poi restare lì. E ha deciso da solo, finalmente che si deve togliere il pollice dalla bocca e ci sta riuscendo benissimo. Si vede che l’ autonomia e la lontananza dalla famiglia li fa crescere questi bambini.

Figlio 2 sta al mare con la nonna malatissima e la zia, chiederò se si vuole riunire a me per il weekend a Balsorano. La mia carta segreta è la piscina.

Ma se decideranno che stanno bene dove stanno e anch’ io sto bene dove sto, a ridiscutere l’ impianto del libro (vi anticipo un titolo di lavoro a una notizia: La risposta del cavolo rischia di diventare un libro serio di invito alla riflessione sulla nostra visione del mondo e della società, oltre che una guida semiseria per genitori in ambasce alle domande dei figli sul sesso, che era l’ impianto originario. Perché io anche quando cazzeggio mi prendo sul serio), a pernottare giovedì con Vic che mi viene a fare il sostegno morale per la presentazione di Statale 17, storie minime transumanti, ad Ofena (era ora), ad andare al catasto venerdì all’ Aquila. Una settimana di libertà e autonomia in Italia e pure automunita, chi più felice di me? Anche se Chiara, te lo dico qui, era un’ idea bellissima ma non ce la faccio a raggiungerti in Salento per soli due giorni e mezzo compreso il viaggio. Ma ci organizziamo meglio per il prossimo anno.

E se posso aggiungere una tacca alla mia collezione di blogger incontrate dal vivo, a questo giro mi vedo con Gloria di Villa Villacolle che oggi pomeriggio passa a prendere il caffè.

Ecco.

2 comments

  1. Se non hai goduto del panorama di Arcevia vista da Montecarotto (!) allora te la devi proprio godere l’anno prossimo 🙂
    Bè bè bè… leggere del mio paesucolo odi et amo mi fa proprio emozionare, che dire.
    L’immagine delle colline con la manicure fatta mi sa che me la rivendo!

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