La famiglia Diga ha inaugurato l’ anno nuovo con una bella gita al parco dell’ Efteling, uno dei parchi divertimenti più antichi d’ Olanda. Persino maschio alfa ci andava da bambino ed è un’ istituzione nel suo genere quassù nei Paesi Bassi.


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 A noi l’ ha offerta come evento famiglie l’ azienda per cui lavora il capo, erano un paio d’ anni che causa crisi non facevano più queste belle uscite per motivare il personale. Fondamentalmente abbiamo pranzato tutti insieme e il bello è che in questi otto anni con alcuni colleghi, loro mogli e figli coetanei dei nostri ci siamo affiatati. Abbiamo anche provato a vedere se si poteva fare qualche giro insieme, ma poi alla fine ognuno aveva la sua lista di cose da vedere e fare e il suo immaginario infantile,  e il tempo è poco, quindi abbiamo proseguito per conto nostro, dopo il pranzo, i discorsi e le presentazioni dei nuovi colleghi neoassunti. (Quella delle uscite aziendali che fanno tanto bene al team building è nei Paesi Bassi una vera e propria industria. Nel corso degli anni ci sono state lezioni di cucina, abseiling, gare tipo giochi senza frontiere in spiaggia, canoa nelle Ardenne, weekend al villaggio olimpico con giro in mountain bike per le difes belliche della battaglia di Arnhem, un mucchio di cose).

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Ho dovuto metterci, anche se è una foto orrenda, questa visione interna del padiglione d’ ingresso, vero che è bellissimo? Subito fuori dal parco ci sono un paio di hotel e campeggi per chi vuole prendersi tutto il tempo di visitarlo con calma. Noi ci siamo fatti bastare questa giornata, nella versione invernale del parco, che chiudeva alle 20.

IMG_6331 Il parco è situato in questi boschi e la parte più vecchia era basata sul giardino delle favole, con personaggi di racconti famosi. Ora io vi devo confessare un mio trauma privato sull’ Efteling. Una delle attrazioni, che a questo giro per fortuna mi sono persa, è quella del popolo di Laaf. Sono degli gnometti orripilanti, ma brutti proprio, con tutte delle storielle semi-divertenti (vorrei ma non posso) su vari personaggi. La cosa è che i nomi dei vari gnomastri sono tutti deliziosi (e intraducibili) giochi di parole che ne dovrebbero suggerire attività e caratteristiche. Che vi devo dire, 50 anni fa la gente si divertiva con poco e non aveva la televisione e Internet, sicuramente erano spassosissimi, adesso è una roba filologica.

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Quello sopra è il Langenek, ovvero collolungo. Con alcuni di questi personaggi storici del parco una ditta, anni fa, decise di produrre ogni sorta di gadgets, tipo il merchandising Disney. Erano gli albori dei web-shop, da questo punto di vista degli innovatori. Solo che capite, era la materia di base un disatro. Comunque decisero di tradurre il sito anche in italiano e ogni 4-5 giorni mi arrivava alla malandrina un pezzetto di testo, che era fatto così: nome del Laaf in questione (quei deliziosi giochi di parole che cominciano per L, e nessuno che mi saeva mai dire se lo volevano tradotto o in originale, per via del packaging), sua descrizione fisica (ed era un trionfo di muso birichino, facciotta simpatica, occhietti vispi e nasetto a patatina), descrizione dei suoi poteri: (formaggera, spazzolino da denti, passastraccio, portarotolo, fate voi), e descrizione simpatica per invogliarti a comprarli (Il laaf portarotolo di carta igienica guarda contrito verso l’ alto tappandosi il naso, data la puzza che stai facendo, giuro che cito a memoria, ma era tutto così.)

La botta di interculturalità qui è che per noi italiani le funzioni corporali all’ epoca, prima del grande fratello, anch’ esso, guarda caso, un noto articolo di esportazione batava, erano ancora una roba privata. Cioè, ma voi lo spazzolino per i cesso con il Laaf che vomita alla vista della cacca che gli tocca pulire non vedete l’ ora di comprarvelo, vero? Invece gli olandesi sono sempre stati molto easy going con queste cose, non a caso ad Amsterdam per dirti  ciccetto, tesoro, ti dicono scoreggina.

“Guarda, dovresti dire al cliente se è proprio sicuro che vuole che io traduca letteralmente, perché sai, in Italia  la cacca ancora non la consideriamo l’ unique selling point degli accessori da bagno, in genere pure le pubblicità della carta igienica sono piene di paesaggi fioriti e luci soffuse”.

“No, no, dice di non preoccuparti e tradurre alla lettera”.

E io mi destreggiavo tra escrementi, deiezioni, cacchine, quando proprio il livello era: stronzo, piscia, merda. Dura la vita del traduttore.

Finita la serie accessori da bagno, arrivò quella: Articoli da pulizia. E io tirai un sospirone.

Fino al momento di descrivere la spatola di gomma, quella per asciugare i vetri, ce l’ avete presente? Che lavare i vetri è una delle ossessioni igieniche della casalinga olandese, un po’ come l’ ace e il napisan lo sono per quella italiana. Anche sotto l’ acquazzone se è passata una settimana e quello è il giorno destinato alla lavatura vetri, stanno tutte in bilico sulla scaletto con un cencio e la spatola in mano.

Ecco, anche questa spatola aveva un manico a forma di gnomo malefico (a me arrivava solo il  testo, tra parentesi, quindi non ne ho mai visto uno dal vivo) e la descrizione e arrivati alla funzione c’ era; comodissimo per pulire gli escrementi di piccione dalle vostre vetrate e finestre.

Li ho restituito l’ incarico adducendo sempre traduzioni urgenti di testamenti, bilanci e verbali di riunione, che sarà una deformazione mia, ma mi appassionano come un romanzo.

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Insomma, con questi rpecedenti traumatici io sono andata con una certa diffidenza all’ Eftling e invece ci siamo divertiti da pazzi. A parte Orso che ha ancora un po’ di diffidenza per le montagne russe e poi mi ha proibito di andare a quella grande grande per stare con lui.

“Sai mamma”, ha sputato il rospo dopo, “io ho sempre paura che si rompa un pezzo e cada tutto e non voglio che tu muoia”.

Quella qui sopra dell’ uccello Rok, al buio, è bellissima, e l’ abbiamo fatta insieme a lui, che ha gradito, ma ha tenuto gli occhi chiusi tutto il tempo. Poi per`ø verso sera ha deciso di fare quella di Giorgio e il Drago, che era una di quelle di legno con miliardi di paletti che la sostengono e ci dava l’ idea di essere più solida.

IMG_6337 Però non ci sono solo le montagne russe, per i piccoli è pieno di giostrine tranquille, percorsi fatati, barchettine sul lago, la pista di sci da fondo, il pttinaggio.

IMG_6341 Questa è Villa Volta, con una storia inscenata di terribili briganti e una casa stregata con una stanza che si rigira su se stessa, favolosa e ancora non capisco bene di quanti gradi si inclinassero i sedili (meno di 90, disse il capo) e come funzionasse il trucco.IMG_6342

IMG_6343 Poi abbiamo pazientemente spettato che i bambini uscissero dal labirinto per quelli alti meno di 1,50.IMG_6345 Poi ci è passato sotto il ponte il trenino a vapore che faremo la prossima volte, le barchette invece mi sembrano noiose.

IMG_6347 IMG_6348 Faremo anche la pagoda panoramica che si alza e gira per permetterti di vedere il panorama. E la sera è stato proprio bellissimo, abbiamo visto il castello stregato e abbiamo concluso in bellezza convincendo Orso a venire con me alla barca dei pirati, che abbiamo rifatto 6 volte, tanto ormai le file erano diminuite di moltissimo.

Nonostante fosse pieno di gente a nessuna attrazione abbiamo dovuto aspettare per periodi esagerati, anche se sono sicura che in primavera e estate sia molto peggio, considerando che il grosso del parcheggio era vuoto e che col bel tempo arrivano anche le gite scolastiche.

Insomma, mi sono ricreduta sull’ Efteling e lo consiglio pure a voi.

4 comments

  1. E pure a noi c’è piaciuto, forse perché sembrava più romantico di quelli che avevo visto in Italia, ma anche perché era sicuramente più curato nei dettagli e in qualche modo meno plasticoso di Disneyland (Parigi). Le barchette non le abbiamo provate, ma sembrano l’ideale per fare qualcosa mentre si mangia col pranzo al sacco. L’unica cosa che non mi è piaciuta sono stati i piccioni verdi/rosa/blu, che senso ha dipingere i piccioni? Comunque mio figlio era troppo piccolo per provare gli ottovolanti, ma probabilmente ce lo riporteremo (spero, di nuovo con giro che ci permetta di aggirare le file), io mi devo comprare la coroncina nel negozietto dopo il tour delle fate, e mi devo anche far fare un po’ di foto sulle giostrine retrò…

  2. anche a noi è piaciuto moltissimo. Purtroppo non abbiamo potuto apprezzare i racconti delle favole, tutte rigorosamente in olandese.
    Ci piacerebbe portare i nostri nipotini, ma questo ci frena un po’. Esistono orari dove le fiabe sono raccontate in altre lingue, oppure sono solo e sempre in olandese ?

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