La casalinga pigra a gennaio
La casalinga pigra a gennaio

Uno dice le pulizie di primavera, quelle di Natale, ma come sappiamo è a gennaio che passata la sbronza, commossi dalle abbuffate, esasperati dagli avanzi, che uno mette mano ai buoni propositi e ai programmi di redenzione.

Mi rendo conto che persino per me sta diventando un appuntamento ricorrente. Lo scorso anno vi esposi in breve qui il metodo di sopravvivenza domestica minima, ovvero i presupposti per permettersi la casalinghitudine pigra senza far allertare l’ ufficio d’Igiene.

Quest’anno ci siamo concessi le vacanze in letargo: a parte la tradizionale cena del 24 dicembre con gli amici e tutti gli altri consigli di Natale di cui vi avevo detto qui noi siamo stati a casa a mangiare avanzi cucinando il meno possibile o invitando mio fratello a cucinare da noi, a guardarci Guerre Stellari per prepararci spiritualmente al numero 7 al cinema, a mettere (poco e di malavoglia) ordine tra le carte, cosa che ci ha permesso di riesumare i biglietti dell’ultima volta che siamo stati al cinema tutti e quattro insieme (ed era il febbraio 2009, pochissimo dopo ci è crollato il cielo sulla testa e ne sto uscendo un po’ giusto ora).

Poi se dio vuole i figli rientrano a scuola, il maschio al lavoro, un interpretariato me l’hanno cancellato e io mi sono messa a fare il consuntivo di gennaio, che ho voluto riassumervi nell’immagine sopra.

E un’altra cosa che avevo iniziato con poca convinzione e scordandomene totalmente per il resto dell’anno lo scorso anno, è stato questo questionario, fatemelo chiamare il business plan dell’anima e delle intenzioni: Unraveling the year ahead.  Se vi dovesse andare di farvelo, lo consiglio, anche se io da brava ADHD’er me lo sto facendo a rate e speriamo di finirlo e non perdermelo.

Perché comincia tutto dal cercare una parola che ci vogliamo dare come parola guida per l’ anno successivo, e per trovarla bisogna guardarsi intorno e dentro e cercare di ricordare come ci siamo fatti andare le cose negli ultimi tempi. A me sembra vagamente di ricordare che la parola dello scorso anno è stata CAMBIAMENTO, che è un bel po’ che ci cincischio intorno, ma giustamente mi sono paralizzata per diversi mesi alla sola idea.

E cambiamento, anche se minimo, c’ è stato, perché ci ho pensato bene sopra. Allora mi sono messa a pensare a quella successiva e mi è venuto in mente, visto che il questionario lo stiamo facendo in inglese: HARVEST. Penso di dover iniziare a fare qualcosa per il mio vizio di seminare e spargere ovunque e andarmene a dormire quando è l’ora del raccolto, che manco dovresti faticare, semplicemente stare sotto l’albero a farti cadere i frutti in grembo.

E ho iniziato ad ottobre sradicando dal giardino tutti i maledetti lamponi tardivi, che sono il simbolo della mia sciagurataggine nei raccolti. Maturano nel giardino di dietro a fine estate, me li vedo continuamente dalla cucina, ma prima di raccoglierli ci piove sopra, e quest’anno che mi sono sforzata di farlo, erano acidi. Perché le razze tardive, si sa, non hanno lo stesso sapore di quelle precoci (che stanno davanti e me li mangio passando e sono dolcissimi).

Insomma, sono indecisa se sradicare o raccogliere, ma la direzione è quella, creare spazio mentale per le cose che vado rimandando.

Quindi vi elenco cosa ho fatto in questi primi giorni:

  • Senza iscrivermi come lo scorso anno, che poi mi arrivano le mail e io mi angoscio quando si accumulano, ho ricominciato con la January Cure del mio sito di design preferito. Ovvero un percorso per dedicarsi un po’ più del solito alla propria casa per renderla più accogliente e vivibile. Ci si può iscrivere, ma siccome ormai è un sito che visito tutte le sere, ho deciso che mi limito a continuare così e ad accogliere i consigli che arrivano.
  • Ho iniziato svuotando a rate i mobili della dispensa, pulendo tutto con la varechina nel tentativo di sterminare un’invasione di moscerini della frutta – funziona -, controllando le scorte e iniziando a fare zuppe e minestre per svuotare un po’ i fondi dei sacchetti e dei barattoli.
  • Ho pulito un po’ di pavimenti e persino convinto i figli nel weekend ad aiutarmi: con mia enorme sorpresa, uno ha aspirato tutti i divani togliendo e rimettendo i cuscini (mentre io ne approfittavo per smacchiare e lavare le fodere, e l’ altro a sorpresa, già che c’ era, si è fatto mettere in mano l’ aspirapolvere e si è fatto tutte le scale, una cosa che odio.
  • Poi un figlio si è tirato in testa per sbaglio un barattolone pesantissimo e la sera tardi, intanto che ero al telefono con la guardia medica e cercavo in congelatore qualcosa da poter usare come compressa (maledetti piselli, non ci sono mai quando ti servono) ho cacciato un pezzo di brasato che una volta scongelato mi è servito per fettine al volo, brasato al forno e il brodino che vi racconto qui. Per dire che se avesse colpito un po’ più in là ne potevo persino tagliare una bistecca da mettersi sull’occhio nero.

  • Infine stamattina in un attimo di cazzeggio, che ci vuole pure quello, mi è capitato sott’occhio questo video, ed ecco, io ci devo lavorare ancora molto al coraggio di liberarmi di tante cose, ma intanto mi ispira vedere come fanno gli altri e vi dico subito che se qualcuno vuole le mie guide dei vini, Bibenda, osterie d’Italia, dal 2009 in poi, basta che me lo dica che le ho tolte dagli scaffali e le regalo volentieri, mandatemi un messaggio.

Io intanto continuo, poi se vi va di dirmi nei commenti cosa state facendo voi a livello di pensieri, parole, opere e omissioni per cominciare l’ anno con il piede giusto mi fate un piacere, che io mi motivo sentendo anche cosa fanno gli altri.

Buon principio a tutti.

2 comments

  1. Il buon anno era per questo post, per ragioni che non sapremo mai il commento è partito per un altro tuo scritto.

    Di nuovo buon anno, con il proposito (per me) di fare più attenzione quando commento :P.

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