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Maschio alfa e io abbiamo firmato da anni il codicillo in cui in caso di morte mettiamo i nostri organi a disposizione. Una volta ne abbiamo persino parlato con i bambini (sono stati loro a cominciare, facendo le solite domande, giuro) e a loro ha fatto un pochino impressione la storia dell’ integrità del tuo corpo, una cosa che specie a Orso, che è ancora piccolo, non piace affatto. Era l’ altroieri quando a ogni graffietto e perdita di sangue si metteva a piangere terrorizzato, noi abbiamo sempre reagito con calma e ultimamente riesce a sopportarlo meglio. Ma ancora ieri ci ha raccomandato:

“Quando muoio non voglio essere creminato“.

Ma dicevo dell’ Islam e della donazione di organi, come ci sono arrivata?

Spiego subito. Ieri eravamo in ospedale per il controllo di Ennio, che dopo essersi spaccato perone e tibia giocando a calcio si è splendidamente rimesso anche se zoppica un pochino. Infatti, abbiamo scoperto ieri, ha una gamba un pochino più corta, ma deve crescere e si rimetterà a posto da solo. In ospedale hanno sempre un sacco di splendidi depliant informativi della qualunque e stanno dando molta attenzione alla donazione di organi, perché ancora troppo poca gente ha firmato il codicillo.

Che a me nel mio fascismo interiore verrebbe da dire: escludiamo dalla donazione di organi tutti quelli che non donano i propri, questo mi sembra un argomento chiaro e preciso per far riflettere la gente. O meglio, perché sono comunque del parere che chi non vuole per ottimi motivi suoi debba avere la possibilità di rifiutarsi, rendila obbligatoria tranne nei casi in cui uno firma che non vuole. Tanto la gente firma solo se ha un tornaconto immediato, quindi basta adottare delle strategie persuasive che funzionino.

E mi sembra molto bello che nel tener conto dei vari motivi per cui una persona possa essere contraria, si considerino anche i motivi religiosi. per esempio in Italia conosciamo più facilmente il rifiuto delle trasfusioni di sangue da parte dei testimoni di Geova che prendono letteralmente l’ ordine divino “Non contaminatevi col sangue” (eh, cari miei, tanti anni in cui non riuscivo a dire di no a chi mi proponeva la Torre di guardia e Svegliatevi! hanno lasciato tracce nella mia cultura).

E poi ho letto in proposito anche il bellissimo libro di Lalla Romano Un caso di coscienza, in proposito, molto umano e attuale.

Ma cosa dice l’ Islam a proposito di donazione organi e come ci si è arrivati? Vi traduco qui il contenuto del depliant, ricordandovi che traduco dall’ olandese e quindi molte citazioni dal Corano sicuramente hanno già una versione ufficiale in italiano e se la mia differisce, sapete anche perché.

Il 28 gennaio 2006 è stato organizzato un simposio a cui hanno partecipato teologici islamici e imam di diverse organizzazioni di moschee nei Paesi Bassi per riflettere sulla posizione dell’ Islam relativamente ala donazione di organi. Al termine il CMO, l’ Organo di Contatto Islam e Stato (olandese)  e il consiglio islamico sciita nei Paesi Bassi hanno rilasciato la seguente dichiarazione conclusiva.

La maggioranza dei teologi e studiosi delle scritture nei paesi islamici hanno indicato che non esistono limitazioni relative alla donazione di organi, purché essa sia regolata dalle seguenti condizioni:

  • Il paziente deve essere in situazione di necessità
  • Un vantaggio finanziario va escluso nel modo più assoluto
  • La decisione di diventare donatore va presa nella massima libertà
  • I desideri del defunto in proposito vanno sempre rispettati
  • Le procedure mediche di estrazione e trapianto vanno eseguite con la massima cura sia per quanto riguarda gli aspetti medici che quelli sociali.

I fondamenti religiosi alla base di tale sentenza si trovano nei seguenti articoli di fede. Il primo è che salvare la vita è un aspetto molto importante e si cita la Sura Al-Maidah, verso 32 in cui Allah dice:

e colui che dona una vita è come se l’ avesse donata a tutta l’ umanità.

Nella Sura Al-Baqara, verso 173, che riprendo da qui, Allah dice:

In verità vi sono state vietate le bestie morte, il sangue, la carne di porco e quello su cui sia stato invocato altro nome che quello di Allah. E chi vi sarà costretto, senza desiderio o intenzione, non farà peccato. Allah è pietoso, misericordioso.

Le conclusioni da trarre da questo verso è che la necessità permette di violare la legge e che se un male non può essere evitato, occorre scegliere il minore dei due mali. Un argomento a favore della donazione degli organi deriva dal concetto di Maslaha, ovvero del bene sociale, in cui ogni atto è accettabile e consigliato qualora contribuisca al bene sociale. E questo quindi vale anche per la donazione degli organi. Sul concetto di Maslaha in italiano ho trovato questo.

Conclusioni Mammamsterdammesche

Perché mi ha colpita così tanto la scoperta di questo opuscolo, da desiderare di tradurlo? Innanzitutto perché mi è sembrato utile saperle queste cose su una religione sempre più presente in Europa e di cui sappiamo poco, se non le diatribe ideologiche o razziste, in genere disinformate.

Poi perché trovo molto interessante che lo stato olandese tenga presente le motivazioni religiose nel comportamento sociale al punto di coinvolgere in prima persona le rappresentanze delle minoranze per far dire a loro come e cosa consigliare ai propri correligionari che spesso si trovano divisi tra desiderio di integrazione e spirito religioso e osservanza. In fondo situazioni del genere le hanno avute sempre tutti gli emigranti, guardate anche solo, per fare un esempio di casa nostra, agli emigranti italiani dei vecchi tempi per i quali la parrocchia italiana era un forte elemento di integrazione, socializzazione ed emancipazione. L’ abbiamo fatto noi, lo può fare chiunque.

Il secondo punto è che quello che sembra non abbiamo voluto imparare dalle esperienze degli emigrati italiani forse lo possiamo fare con le esperienze di immigrati extraeuropei in europa. Non è un concetto da poco.

Per esempio, non lo sa quasi nessuno, ma in Polonia esiste da secoli una minoranza di religione islamica. Sono polacchi a tutti gli effetti, ma seguono i propri precetti. In un’ intervista che ho letto un paio di anni fa una ragazza diceva che da quando ci sono molti più musulmani in Polonia, provenienti da immigrazioni recenti, e anche più matrimoni misti tra correligionari, anche loro cominciano a notare le differenze nel quotidiano e spesso questi matrimoni misti non hanno un gran successo per una serie di motivi culturali su come vivere la religione.

Quindi il problema non è che i musulmani che vengono in Europa sono brutti e cattivi, è che sono immigrati e si portano dietro tutta una serie di comportamenti, reazioni e tematiche tipiche degli immigrati, e non tipiche dell’ Islam, che però la popolazione autoctona fraintende, mentre basterebbe che chiedessero ai propri cugini americani.

Il terzo punto, e il più importante, è che il simposio di cui si parla qui rappresenterebbe una splendida lezione su come affrontare e gestire i problemi etici e morali in Italia. Cosa che non si fa né per l’ eutanasia, né per l’ obiezione di coscienza, né per la fecondazione assistita. Non sto neanche a farvi gli esempi che li sapete. E se non li sapete, Google trova tutto.

Considerati i travasi di bile che mi vengono regolarmente quando ne sento parlare, e ancora di più adesso che siamo in campagna elettorale e sembra che tutti gli infiniti problemi dell’ Italia scompariranno per miracolo il giorno che la Chiesa, qualsiasi Chiesa, e le scritture, qualsiasi scrittura, regolino le leggi di uno stato laico su chi può scopare con chi e come gestirsi la riproduzione conseguente, l’ unico miracolo che mi verrebbe da invocare è che il signore, qualunque sia il signore in cui credono, si manifesti e li fulmini tutti.  Ma non accade naturalmente.

Poi uno si chiede perché ci sono gli atei.

 

8 comments

  1. Intanto grazie per questo post davvero istruttivo e utile. Poi, anche se non c’entra direttamente, vorrei riportarti un brano di un ricordo che mia madre ha scritto a proposito di mia nonna Lucia (sua madre). Lei, a Reggio Calabria nei primi anni ’70, scelse di disporre la donazione delle cornee. Una decisione non banale, neanche oggi. Figuriamoci allora (e lì). Ecco quindi cosa ricorda mia madre:
    “E poi, l’atto finale che riassume tutta la sua vita. A Milano, una volta che era venuta a trovarmi, le avevo fatto conoscere don Carlo Gnocchi: è stato per lei un incontro determinante che la portò alla decisione di donare i suoi occhi dopo la morte. Ricordo quella notte di luglio quando infuriava il temporale: era spirata alle ore 22. Santo V. ne aveva accertato la morte; noi aspettavamo la camera operatoria che doveva arrivare da Catanzaro. Dopo l’intervento l’abbiamo ritrovata serena con gli occhi chiusi; il giorno dopo il prof. P. ci comunicò per telefono che le sue cornee erano state innestate su una giovane donna, di cui non poteva rivelare il nome. Qualche mese dopo, invece, conoscemmo Caterina, di Vibo Valentia, che finalmente era riuscita a vedere il volto dei suoi figli e aveva cambiato il nome dell’ultima chiamandola Lucia. Dopo il suo esempio, in Calabria si sono verificate molte donazioni.
    Siamo fieri di lei e riconoscenti al Signore perché ci ha regalato una madre, che è stata per noi la più limpida immagine della Sua, capace di amare con dedizione assoluta i suoi cari, ma anche di estendere i confini della famiglia al prossimo, senza grettezze, senza preclusioni, senza egoismi.”

    1. Vedi, quando dico il sassolino che crea le valanghe, intendo anche questi piccoli, grandi gesti che fanno da esempio. E con questo voevo anche rispondere a Dabogirl ch assolutamente, le commissioni di bioetica non devono essere composte da religiosi, ci mancherebbe altro. Ma se quelle che sono le linee guida della commissione non vengono accettate da gruppi che per motivi religiosi non sanno come conciliare linee guida e fede, mi sembra bello che metti insieme i religiosi di quel gruppo che guardano a quelle linee guida attraverso le loro scritture e trovano il modo di spiegarle ai propri fedeli. (e sarebbe tanto bello viceversa, ovvero che anche i religiosi di tutte le confessioni capiscano che si può essere etici, e parecchio svincolati da un credo. Ma poi diventa una china pericolosa per loro.)

  2. le commissioni di bioetica però non sono affatto composte di (soli)
    religiosi, nemmeno in italia, forse certe questioni non sono solo una questione religiosa, dunque.

  3. tesoro ti adoro, io non guardo più la televisione e non leggo le notizie su internet.Faccio una bile terribile.e allora arrivederci a dopo le elezioni, voterò per fede, che non ho neanche quella- Anche io mi chiedo, perchè se devo soffrire non posso scegliere di chiudere la mia esisenza, e amen? Perchè c’è sempre qualcuno che deve decire per me?

      1. Appunto, sapessi quanto è atroce vedere gente che prega di morire e che sta anni (a volte decenni) privo di coscienza, ma siccome il cuore batte allora ci si accanisce, a volte è anche egoismo dei parenti che tanto vengono una volta la settimana…insomma ci sarebbe molto da discutere, e credo che come minimo si dovrebbe avere diritto al testamento biologico. E ti assicuro che ogni operatore di rianimazione ha l’incubo di vivere in quel modo e non poter fare niente. Sulle commissioni di bioetica stendo un velo pietoso, anche se non ci sono religiosi gran parte degli operatori sanitari di un certo livello ha dei legami con la chiesa in un modo o nell’altro e comunque l’Italia è ad un livello superiore perchè ha fatto della religione la sua cultura, di fatto annientandosi come paese laico.

  4. Bene, non sono pazza: la pensi anche tu la storia dell’accesso alle liste trapianto riservata ai donatori di organi. Mi sento meglio.
    Quando vivevo ad Amsterdam frequentavo una palestra per sole donne – non era una mia scelta precisa, era solo la più vicina a casa – ed era tale proprio per consentire alle fansciulle di religione islamica di poter ondeggiare la propria ciccia sul tapis roulant quando e come volevano. La cosa mi lasciò a bocca aperta, così come mi lasciò a bocca aperta che in molte piscine ci fossero orari di accesso riservati alle sole donne per lo stesso motivo. Però quando raccontai ai miei colleghi olandesi il mio favorevolissimo stupore per quello che mi sembrava una gigantesca prova di maturità di uno Stato che rispetta e tutela – soprattutto tutela – le esigenze di tutti i cittadini, loro scossero la testa. Secondo loro non si trattava di apertura ma di una sorta di connivenza con religioni primitive e irrispettose delle donne, una specie di ipocrita volontà di mantenere un divario tra la cultura olandese e quella degli immigrati di religione islamica. A me, da italiana – con tutto quello che comporta – è parso un punto di vista assurdo, ma mi ha colpito che provenisse proprio da persone cresciute in uno Stato così solerte nel tutelare in rispetto dell’individualità

    1. Vedi, il problema è che il codicillo così com’ è sono in molti a dire che non funziona e che si dovrebbe applicare il principio del silenzio-assenso. E siccome mi sembra di cattivo gusto a uno che è malatissimo e sta aspettando un trapianto e non si è codicillizzato prima perché magari non ci ha pensato, proprio in quel momento dirgli: senti, ti stiamo cercando il rene, ma fa una bella cosa, firma così se nel frattempo schiatti ti ricicliamo, e se non firmi il rene lo diamo a qualcun altro più meritevole. Poi che uno per qualsiasi motivo suo possa decidere di non donare, credo che vada rispettato, ma deciderlo alla cavolo è come una forma di superstizione: se non ci credo e non firmo non mi succederà mai nulla, se firmo mi porta scarogna. E non mi sembra l’ approccio giusto.

      A casa mia, anche con mia madre e mio fratello sappiamo che siamo a favore, ma quando è morto mio padre, che da bambino ha subito una ventina di operazioni chirurgiche e proprio non andava manco dal dentista per la fobia che aveva di siringhe e camici bianchi, mia madre ha scelto di lasciarlo in pace per rispetto a una sua situazione. Lui peraltro era quello che diceva sempre: se mi succede qualcosa staccatemi la spina per lo stesso motivo. E noi nel momento in cui era in coma non sapevamo che a mio fratello aveva fatto giurare di fare lui qualcosa per farlo morire nel caso che. E questa cosa mio fratello ce l’ ha detta mentre lo componevamo, perché ha passato alcuni giorni terrorizzato all’ idea di dover fare qualcosa senza sapere bene cosa, ma deciso a rispettare la promessa. Ecco, io penso che questo tipo di decisioni non vadano lasciate a una famiglia che può avere tutta una serie di situazioni sue, adesso magari divago e sono enormemmente OT, credo che ci voglia appunto una regola stabilita da commissioni etiche. Insomma, sono pro-choice in questo, ma nel senso della scelta individuale, per nn lasciarla in mano alla famiglia.

      Per la palestra e la piscina solo per donne: pure io sono divisa. Da un lato ammiro che si offrano queste possibilità, perché pure io in svariate circostanze preferisco starmene tra donne con le mie trippe spenzolanti. Voglio dire, dalla parrucchiera non mi seccava che mi si facesse una ceretta al volo al baffo anche in presenza delle altre clienti, ma se fosse stato un salone misto era lo stesso?

      In piscina il vecchio che ti guarda le gambe sott’acqua con gli occhialini o che fa la mano morta sono un classico e specialmente alle ragazzine questa è un’ esperienza che eviterei prima che si disgustino di uno sport che gli piace. Alla palestra che frequentavo con i colleghi c’ era una sauna mista e se da un lato con molti dei frequentatori non avevo nessun problema, anzi, ci facevamo educatissime conversazioni sul tempo e le stagioni mentre nudi come vermi in quei due metri cubi di bagno turco stavamo a sudare come trichechi. Però c’ erano dei tipici frequentatori stranieri, e non ne faccio una questione di nazionalità ma di ignoranza (voluta?) delle regole sociali. Se stiamo tutti nudi ed è accettato, non è però accettato che ti metti a fare il filo a una, perché ha un impatto di gran lunga peggiore che se tu dica o faccia le stesse identiche cose al bar, per esempio.

      Sull’ accettazione delle regole primitive e del divario creato ad arte: il divario c’ è e lo vedi nel sistema di passaggio dalle elementari alle superiori: è un sistema fatto per mandare al liceo i figli di olandesi bianchi acculturati. E il liceo è la via più breve per l’ università. Se continui a dare determinati spazi di divisione tra i sessi anche in attività finanziate dal governo, passa il messaggio che accetti quella divisione e rendi la vita più difficile a chi vorrebbe sottrarsene. Ulteriore esempio: la scuola dell’obbligo fino a 16 anni con l’ ispettore che viene a fare i controlli e le multe a casa è un ottimo sistema per far uscire di casa ragazze che se dipendesse dalle abitudini tribali dei genitori e le pressioni sociali dell’ambiente, dal menarca in poi starebbero velate e tappate in casa in attesa che la sposino con qualche zio o cugino che non ha mai visto in vita sua. E ti dirò di più, a me non secca che le ragazze portino il velo, perché in generale è una loro scelta. Ma quando vedo in giro famiglie con ragazzine chiarissimamente prepuberi, anche di sei anni, tutte velate in fila, ecco, io vorrei che la scuola elementare lo proibisse. Anche quella islamica, se vuole prendere i contributi statali. E questo invece non è possibile ed è un fastidio tutto mio, che non per questo deve diventare legge dello Stato.

      E il mio grande esempio da questo punto di vista è una famiglia di amici molto osservante, ma anche se la madre mia coetanea fuori casa porta il velo (la prima volta che mi ha aperto la porta in tuta e con i capelli sciolti ci ho messo un attimo a riconoscerla), la figlia adolescente no. E la madre appena i figli sono stati un pochino grandi si è rimessa a studiare e ha trovato lavoro. I bambini la domenica vanno a lezione di arabo in moschea e vorrei tanto pure io che ci fosse la scuola italiana, che ho provato a metter su ma non ci sono riuscita. Insomma, l’ integrazione sociale con mantenimento della propria fede e religioni è possibile, ma non deve esserci né costrizione né paternalismo da nessuna parte.

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