ANCHE LE IENE MISOGINEHo saputo di un encomiabile servizio di parte delle Iene, che come tanti prima di loro assolvono degli stupratori ribaltando le responsabilità sulla vittima.

“si mette in dubbio una sentenza di colpevolezza per stupro aggravato, senza alcun elemento serio. Dunque sulla base di cosa? Del parere dei due condannati.”

Un saggio di giornalismo impeccabile, direi. Il punto non è che dobbiamo decidere chi in quel caso dice il vero o dice il falso. È che dobbiamo decidere come vogliamo porci collettivamente, come opinione pubblica, come persone, come esseri pensanti, di fronte ai crimini sessuali. Lo diceva ottimamente Lorenzo, che ho letto stamattina.

Se ne parla molto bene qui, con link a tutti quelli che hanno già discusso di questa questione, su questo blog.

A me viene da chiedermi solo una cosa, su questo come su tanti altri servizi in cui viene distorta la verità, comparsi sui media nazionali: ma dov’ è un direttore responsabile quando ce ne sarebbe bisogno?

Abbiate pazienza, è primavera, volevo chiedere a Scialba di illustrarci le sue opinioni sulla depilazione, e invece qui stiamo a cercare il pelo pubico nell’ uovo marcio. E io non posso stare zitta.

Pstfazione: E comunque sempre a proposito di direttore responsabile quando serve e quando c’ è, vi segnalo la splendida decostruzione di Lorenzo, su un caso diverso ma affine.

7 comments

  1. Penso che il direttore sapeva bene quel che faceva e che le sanzioni previste sono ridicole e che si è visto che pure un condannato, Sallusti, è stato graziato. Quel servizio è’ stata una precisa scelta per rilanciare un programma che è andato progressivamente peggiorando e scadendo nel pruriginoso e nel morboso. Il rispetto delle persone non lo si vede da tempo. Del resto la proprietà è quella che è.

  2. Aggiungo un’altra cosa, perché la rabbia e il disgusto me lo impongono. E’ chiarissimo in questo caso, come in una serie ormai lunghissima di servizi, che l’obiettivo primario è delegittimare ogni processo e le sentenze della magistratura, insinuando un “ragionevole dubbio” nei confronti di qualunque caso. E’ ben chiaro dove si vuole andare a parare. Oltretutto la formula è americana e riferita a un sistema giudiziario che praticamente non prevede appello (se non per vizi formali) e che prevede la pena di morte. Ma insinuare il dubbio è utile a qualcuno. Donne stuprate, picchiate e uccise, bambini vittime di dolorose e tragiche situazioni famigliari, tutti possono essere usati per costoro!

      1. Mammamsterdam, sono altrettanto indignata per questo servizio e per altri analoghi in cui Le Iene si stanno dimostrando sempre meno all’altezza degli standard a cui ci eravamo abituati. Ma la magistratura sa screditarsi benissimo da sola, lo dimostra la sentenza Cucchi. Un bacio.

  3. Ero riuscita a dimenticarlo e me l’avete ricordato. Ma sto verificando personalmente che la mentalità che considera chi è già stata vittima di violenza per la situazione di incuria famigliare e di degrado sociale come un oggetto che ha perso valore e di cui non ci si debba preoccupare più di tanto 🙁

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