Alle 12.10 circa mi sentirete su Radio Capital per dare consigli a un ascoltatore che verrà ad Amsterdam con un bambino di 4 anni e aveva bisogno di dritte. Fatemi fare mente locale e poi vi aggiorno, in particolare sui parchetti nascosti in pieno centro.

Fatti un bagno a Java Eiland

IMG_0115_2 IMG_0119Java Eiland è il nostro vecchio quartiere, dove siamo andati all’ asilo, a scuola, alle feste.

È un striscia lunga e stretta con tanti palazzoni e 4 canali, e all’ interno dei blocchi formati dai canali ci sono 4 giardini con il tema delle 4 stagioni e la pista ciclabile che li attraversa da un capo all’ altro dell’ isola. Venendo dalla stazione e dal ponte ci arrivate con il bus 42, oppure dal lato opposto con il tram 10 che ha lì il capolinea in Azartplein.

Tosariruin, il primo,  è il giardino d’ inverno, con un muro ondulato di mattoni ad altezza crescente per proteggere i rododendri dal vent. Il palchetto è semplice, uno scivolo, due altalene, una vasca della sabbia, ma sottovento, che non bisogna mai sottovalutarla ad Amsterdam una postazione riparata, e il muro che fa da scuola di roccia a tutti i ba,bini. Ennio ha iniziato ad insistere a salirci da un anno e mezzo, e io incertissima lo seguivo mano a mano che la strada si abbassava e il muro si alzava, per poi fare le acrobazie per rirpendermelo senza arrampicarmi io. Ma ha imparato prestissimo a salire e scendere dal lato alto, cosa che sicuramente gli è stata utile sul Gran Sasso.

Segue Imogirituin, con le fontanelle, bellissime per i giochi d’ acqua, e le siepi per il nascondino e i gingko biloba. È il posto dove ho insegnato ai bambini a saltare nelle pozzanghere prendendo la rincorsa e facendo sciaff con l’ acqua chew schizza da tutte le parti, e un signore anziano con il cane che si è fermato almeno cinque minuti a guardarci e io ridevo all’ idea che dentro di sè stesse scuotendo la testa e dicendosi: queste madri di oggi. O magari voleva solo unirsi.

Segue il Taman Sapituin, che è il giardino d’ estate ed è fantastico per giocare ad acchiapparella o a pallone. Idealmente era una vasca interrata ovale con delle colonne ad altezze digradanti, ma sempre tipo 2 m., circondata da cespugli che attirano le farfalle, e l’ idea era quella delle farfalle svolazzanti intorno alle colonne. Che dirvi, il drenaggio resta un problema da queste parti, e siccome si riempiva sempre d’ acqua e più che le farfalle ci potevano fare le lezioni di nuoto, un certo punto hanno riempito tutto di terra, ci hanno fatto crescere l’ erba e le colonne ad altezza sgabello con una stella sopra vengono rielaborate liberamente dai bambini.

Segue il Kratontuin, il mio preferito per la collinetta e gli alberi di ciliegio che fioriscono in primavera, con una serie di gradino e lastroni di pietra decorativi. Oltre alle varie arrampicate e corse in discesa sulla’ erba, noi lo usavamo per rotolarci abbracciati: mi sdraiavo per terra, mi stendevo il figlio di turno sulla pancia e poi rotolavamo in giù, ovviamente io mi tenevo su gomiti e ginocchia per non schiacciare il bambino quando finivo sopra. Che a una neomadre fa tanto bene per recuperare addominali e pavimento pelvico.

Dopo il Kratontuin si apre il più grande di tutti, quello che vedete in foto, e che è il Bogortuin. Questo è il posto dove all’ inizio e alla fine dell’ anno scolastico i bambini vanno a nuotare, quelli attrezzati in costume, il resto in mutande. Ci sono le scalette per arrampicarsi, l’ acqua viene controllata spesso, ma essendo un collegamento aperto con il lago, però separata dalle rotte dei barconi, si scambia spesso. In quel bacino c’ è anche la scuola di vela e canoa. Nel pratone, che viene abbondantemente usato per feste e pic-nic e a un certo punto c’ è persino un tavolozze dalla forma dell’ isola per sedersi, ci sono un campetto da basket, una sabbierà e tantissimo spazio. Certo, quando i figli avevano uno e tre anni, e ci mettevo mezz’ ora di sfinimenti a prepararli e convincerli a uscire, e alla fine ci arrivavamo e io ero esausta e mi sognavo che si mettessero a giocare con la sabbia e i giochi vari per consentirmi di riposare e che so, fare due chiacchiere, me ne partivano sempre, contemporaneamente, uno a sud per precipitarsi in acqua, l’ altro a est per buttarsi sotto il tram. E quando era ora di tornare a casa, scene da tregenda per convincerli a mollare tutto.

Adesso che da lì accanto parte il nuovo traghetto per nord spesso e volentieri vanno da soli in bicicletta a trovare gli amici e a nuotare e poi rientrano a casa.

Dio, c’ è. Poi prendete anche voi il traghetto per nord, quando scendete andate a destra e vi ritrovate in un bosco bellissimo, il Vliegenbos. Di cui vi parlerò un’ altra volta.

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De Wallen

De Wallen è la parte più antica di Amsterdam, quella racchiusa tra i tre valli di difesa dal porto: Ouderzijds Voorburgwal, Ouderzijds Achterburgwal, Klovenierburgwal (che è quello che parte dal Nieuwmarkt, la piazza della pesa pubblica).

De Wallen è anche il nome che in olandese si dà al celebratissimo quartiere a luci rosse,m che lo trovate all’ inizio dei due Ouderzijds, all’ altezza del Nieuwmarkt. Ma se scendete lungo il Kloveniersburgwal, o se da Piazza Dam prendete la Damstraat e poi girate a destra su uno qualsiasi dei Wallen, arrivate alla fine a un complessione dell’ Università di Amsterdam, con il Crea Cafè dove vi consiglio di fare merenda.

Da lì, risalendo verso il Nieuwmarkt lungo Ouderzijds Achterburgwal troverete sulla destra una galleria coperta con le bancarelle dei libri che riesce sul Kloveniersburgwal. Le cartine la indicano ma non ha un nome, comunque fa parte del complesso Oudemanshuis dell’università. A metà di questa galleria a sinistra avrete il cortile dell’ università con le panchine, a destra uscite in questo giardinetto nascosto che vedete in foto. un momento di pausa e distensione durante una passeggiata a piedi per il centro di Amsterdam.

Oude Schans

Se siete stati a visitare il museo Nemo e volete addentrarvi a piedi verso il centro, fatelo dal Nieuwe Schans, che riconoscete per la Montlbantoren con la punta bianca. A un certo punto, dopo la torre, troverete un vicoletto che poi fa un giro dietro una casa e riesce ed esattamente lì dietro c’ è un bellissimo palchetto giochi attrezzato.

Comunque come vi dicevo, dovunque andiate ad Amsterdam trovate se non proprio dei parchi giochi completi, almeno un giardinetto con una panchina e uno scivolo e il mio consiglio è di approfittarne, perché dando anche ai piccoli dei sacrosanti momenti di pausa (tempo permettendo) vi seguiranno più volentieri.

Se non vi volete portare dietro un passeggino, o i bambini magari sono troppo grandi, non dimenticate che un monopattino certe volte è la soluzione geniale per coprire grandi distanze. Se i bambini si stufano lo piegate e ve lo mettete nello zaino (noi giriamo sempre con una borsona tipo ikea ripiegata in borsa) altrimenti loro con delle rotelle sotto ai piedi vi seguono più volentieri. I pattini in centro invece non li consiglio, il lastricato a pietre e mattonino è una scocciatura.

Buona passeggiata e se avete anche voi un palchetto preferito ad Amsterdam segnalatecelo nei commenti. Un altro post sui grandi parchi seguirà, prima o poi.

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