Non ci metterei niente a fare la food-blogger: mi occupo di eno-gastronomia, organizzo degustazioni, scrivo ricette a pagamento, ho da oltre 10 anni una rubrica fissa di cucina, mi interessa – e so un mucchio di cose -tecnicamente come è fatto quello che mangiamo e per ottime e abbondanti ragioni professionali finisco a mangiare in posti favolosi (come ieri a Zutphen in un ristorante stellato che vi descriverò presto.)

Insomma, materiale dovrei averne abbastanza, ma è il fisico che mi manca. La forma mentis.

Cioè, si capisce guardando le foto.

 

Io le cose buone me le mangio prima di fotografarle. Cioè, proprio mi scordo.

Inutile, non potrò mai essere una food-blogger seria.

Diciamo che mi volete bene lo stesso e che mi perdonate? Qualche ricetta in fondo la metto ogni tanto.

 

18 comments

  1. Ciao Ba, ma lo sai che ci provo anche io ogni tanto? purtroppo la mia cronica pigrizia mi porta a mettere poche foto, a ricordarmi di farle quando ormai sul tavolo abbiamo divorato la meta’, a sbagliare l’angolazione (e col marito che si diletta in fotografia apriti cielo!) e soprattutto a scrivere ricette in uno stile poco fantasioso. Non ricordo se ti avevo dato il link…http://rosavegan.blogspot.nl/
    ti avverto: le foto non rendono, sono più buone di quanto possano sembrare! un abbraccio, Rosalba

  2. A noi ce piaci sempere!!!!
    Al massimo, puoi fare un blog di foto di piatti vuoti DOPO aver mangiato: che figure assumono le sporcizie nel piatto? Tipo lettura di fondi del caffé turchi 😀

  3. L’idea di Amedeo mi piace, cosi’ si stimola anche l’immaginazione e ti distingueresti dalla massa. Il tiramisu’ (e’ un tiramisu’, vero?) “spacca”. Torno alle sbobbe da ammanire a mia figlia.
    P.s. Grazie per esser passata!

  4. però però… pensandoci bene, il food-blogging con l’assaggio ha un suo perché — come a dire: guardate che sono buoni veramente, posso testimoniare! magari potresti studiare un sistema di valutazione consono: una forchettata, due forchettate, tre forchettate… e il piatto vuoto è l’apoteosi!

      1. quando vuoi 🙂
        (intanto, per restare in tema gastronomico, friggo dalla curiosità di sapere qual è il ristorante che ti ha tanto colpita…)

  5. io le food blogger nn le reggo, come le mamme blogger e tutte le altre categorie dove ci si mette x sentirsi che si fa parte del branco. u sei mammam splendida unica e irripetibile, che parli di amsterdam, dell’abruzzo, dei tuoi bambini e a volte di cibo.
    smack

    1. E il cibo me lo mangio più di quanto ne parli. Non fa una piega (quando hai scritto della cura dei dettagli di Alle, mi sono sentita pure io la solita caciarona ospitale, ma diciamo che io e te funzioniamo così).

  6. A me le tue foto di piatti già mezzi mangiati piacciono un sacco. E insomma, capisco che c’è chi ci si guadagna da vivere e lo deve fare bene, ma mi dici come deve essere un piatto di spaghetti dopo che l’hai incipriato, messo sotto la luce giusta, posizionato gli ombrellini da fotografo, fatto i provini, poi le stampe definitive, poi il bianco e nero… io non resisto e me lo magno a metà!

    1. Ma infatti la food photography seria non prevede piatti commestibili, ci mettono dalla vaselina per lucidarli alla cipria per incipriarli, no way, ti intossichi.
      Poi guarda che il grosso dei food blogger non ci si guadagna da vivere, anzi, c’ è il sottogruppo che il blog gli serve per disprezzare meglio il mondo, costa meno di uno bravo, ma ha una sua funzionalità.

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