Non mi entrate in autostrada in bici
Non mi entrate in autostrada in bici

Sono alcuni anni che il centro di Amsterdam e dintorni è sempre più pieno e affollato. Quella che solo alcuni anni fa era una città con un’offerta alberghiera sottostimata rispetto alla domanda, o perché hanno costruito quel paio di alberghi extra, o grazie a Air bnb, che il comune lo dice sempre che chi ha case a prezzo agevolato non deve lucrarci, ma tanto non hanno abbastanza gente per fare i controlli, ecco, di botto è sempre più piena in tutte le stagioni.

Tanto che chi di noi locali abitava vicino al centro o comunque ci veniva volentieri, ha sempre meno voglia di farlo. Ma il peggio, fatemelo dire con tutto il cuore, sono i turisti in bicicletta, anche quelli da qualche anno aumentati in maniera esponenziale. E allora, per pura pubblica utilità, fatevi dire quel paio di cosette che a mio avviso salverebbero qualche vita e parecchie sanità mentali, e poi fate come vi pare.

1) Evitate il centro

Come dicevo, il centro è affollatissimo, non solo di turisti ma anche di residenti che per muovercisi non hanno altra scelta che andare in bici, visto che i mezzi pubblici in quella zona sono per forza lmitati. E nelle ore di punta la gente è particolarmente inferocita, qui come nel resto del mondo: deve ritirare i figli dall’asilo, fare la spesa, spicciarsi a rientrare. Voi che siete turisti, fate i turisti: trovatevi un bel tavolino all’aperto e godetevi lo spettacolo. Passata la ressa andate dove vi pare. Nel frattempo non impicciateci, ve ne saremo tutti grati.

2) Soprattutto se avete bambini appresso

Se vivete in una città dove andare in bicicletta non è il vostro mezzo per gli spostamenti quotidiani, non decidete di fare il battesimo del traffico a vostro figlio proprio nel centro di Amsterdam. Ci sono tante belle gite fuori porta, in mezzo al verde, ci sono parchi deliziosi (e anche nei parchi tenete d’occhio la segnaletica, non tutti i sentieri sono ciclabili, e se finite a fare casino in una pedonale beccate pure l’autoctono che vi fa il cazziatone). Ci sono battesimi del traffico più o meno adatti, ma se portate un bambino con voi in bicicletta in un posto che non conoscete, ricordatevi che l’adulto siete voi, la responsabilità è vostra e se vi fate male all’ estero è tutto un filino più complicato. Perché rovinarvi la vacanza gratis?

fietsboord3) Fate finta di guidare in autostrada

Ci sono state delle ricerche carine con relativi video che dimostrano come in presenza di un traffico ciclabile e relative piste, gli utenti esperti sanno sempre quando infrangere il codice della strada nei momenti di punta in modo da rendere il traffico più scorrevole. Ecco, loro lo sanno, voi no. Quindi vi ripassate il codice della strada, i segnali stradali, vi mettete il caschetto (loro no, voi si, specie i bambini) e fingete di guidare in autostrada. In autostrada non guidate affiancati per chiacchierare con gli amici dal finestrino, non sorpassate a sinistra, indicate sempre con la manina se state girando a destra o a sinistra e non avendo lo specchietto retrovisore vi procurate il famoso torcicollo del ciclista principiante che guarda sempre a sinistra alle sue spalle; non frenate di colpo, rispettate i semafori, non salite sul marciapiede se la strada non è interrotta e cercate persino di non andare contromano sulle piste ciclabili. Se c’è una pista ciclabile, in genere riconoscibile dalla pavimentazione rossa e gli stencil, ci salite sopra. La segnaletica è splendida, seguitela. Non vi ci fermate bloccando il traffico per fare la foto o concordare la direzione o chiedere informazioni. E state attenti ai motorini obbligati ad usare le piste ciclabile che spesso sono stronzi e vanno più veloci di quanto potrebbero, perché 9 volte su 10 infrangeranno esattamente tutte le regole che vi ho appena ricordato più qualche altra e voi siete autorizzatissimi a sfancularli in cuor vostro, come del resto il 99% degli altri utenti della strada fa con voi.

4) Non entrate in autostrada o nei tunnel in bici

Siccome le autostrade in Olanda non hanno il casello e ci sono diversi tratti viari esclusivamente dedicati alle automobili, peraltro ottimamente indicati  e quindi state attenti a non salirci per sbaglio che poi alla polizia tocca venirvi a recuperare ed è una scocciatura per tutti. Il modo più facile per sbagliarsi e finirci è guidare contromano su una pista ciclabile o marciapiede, così non vedete i cartelli visibilissimi a chi tiene la destra e prima di accorgervi del casino che state facendo è troppo tardi e non potete neanche tornare indietro senza rischi. Ve lo racconto negli aneddoti

verkeersE quindi fatevi lasciare con un ulteriore consiglio:

5) Rendetevi visibili

Non mi andate in giro di notte senza le luci. A voi sembra che con i lampioni tutti vi vedano, magari quando siete pure vestiti di nero e col cappuccio sollevato, ma tra il riflesso, specie se piove con le goccioline sull’acqua sul parabrezza, le luci altrui che entrano negli occhi e qualche bischero che spunta di corsa per tagliarti la strada da una stradina laterale, ecco, stateci molto attenti e copritevi non solo di luci per la bici (all’ Hema vengono a un paio di euro dei set usa e getta, che ve li riportate pure a casa), ma se vi ricoprite di catarifrangenti e led intermittenti male non fa. E al buio fa anche allegria.

Vita vissuta e aneddoti di sopravvissuti

Il figlio adolescente distratto di una mia amica stava tornando in bici bello tranquillo, quando al semaforo non si è accorto di aver infilato a destra la rampa di salita per l’autostrada (che non avendo il casello, ma avendo i cartelli che vi pubblico, ci poteva arrivare a capirlo, ma appunto era ragazzino e distratto cronico. Il dubbio non gli è neanche venuto alle macchine che gli strombazzavano accanto per avvertirlo, fino a quando, terminata la salita, si è trovato nell’ ingorgo delle 17 tra l’ uscita 114 e l’uscita 113. Si è attaccato al telefonino facendo piange il telefono e il padre è andato a recuperarlo con la macchina. Voi il padre a cui telefonare ad Amsterdam perché venga a salvarvi non ce l’avete sottomano, stateci attenti quindi, perché la multa e il cazziatone non ve li toglie nessuno, anche ammesso che non vi capiti l’incidente.

Ma nel tunnel che parte sotto al Nemo per unire il centro e Noord (ed è un tunnel che passa sotto il fiume e una volta dentro dovete farvelo tutto fino in fondo ed è pure pericoloso uscirne) ce ne sta sempre uno che ci finisce.

Lo dico pensando ai due turisti, secondo me italiani dall’aspetto, che una sera, di notte, hanno avuto la splendida idea (per sbaglio, spero per loro) di infilarsi in quel tratto di superstrada. per cui quando sono arrivata io in macchina a detto tunnel, la corsia di destra era bloccata dal segnale luminoso. Per fortuna le telecamere all’ interno del tunnel segnalano se qualcuno è in difficoltà e intanto bloccano almeno quella corsia (tipo un capodanno, rientrando, beccammo all’ inizio del tunnel un ubriaco a piedi che sbraitava) e fortunatamente uno quando vede la croce rossa capisce che non deve passarci su quella corsia e deve pure stare attento.

Quindi quella volta vedo la corsia con la croce rossa fino alla fine del tunnel e oltre e mi preoccupavo perché io dovevo per l’ appunto prendere la rampa di uscita successiva e non avevo visto nulla per strada che motivasse la chiusura. Me li sono trovata all’ improvviso al buio in curva sulla rampa di uscita, senza luci, ovviamente, perché se te ne vai in superstrada di notte in bicicletta meglio essere invisibili, e che poi si sono incartati in molti e svariati modi, mentre pure io mi incartavo in rotonde e rotatorie dove non ti puoi fermare, ma speravo almeno di accostarli e dirgli andate di là, salvatevi, che poi vi raggiungo e vi spiego come ritrovare la strada e rientrare nel mondo civile dei coffee-shop, e invece niente, dalla corsia opposta li abbiamo visti per l’ultima volta dirigersi in direzione ospedale e Purmerend, ansimanti e col classico body-language di chi sta maledicendo questo mondo e quell’ altro dopo 5 km. in bici dentro al tunnel a respirare gas di scarico.

“Secondo me sono italiani” fa timidamente il figlio grande.

“Eh, pure secondo me”.

E al quel punto era notte, i figli dovevano essere già a letto e ho preferito portarmi a casa i miei ed accudirli e ai figli degli altri ci penserà qualcun altro.

La volta successiva ero in bici al semaforo sulla ciclabile prima del tunnel e finalmente ho visto dal vivo come fa a sbagliarsi uno e finirci dentro, nonostante i vari cartelli. Mentre aspettavamo il verde, dal lato opposto, quindi contromano, arriva una coppia di adolescenti spagnoli sulla solita bici a nolo riconoscibilissima, e passando col rosso si ritrovano noi in attesa del verde, girano verso il tunnel in discesa, mentre io e qualcun altro li chiamavamo: “no, fermi, tornate indietro, non ci potete andare”, e loro belli sereni erano saliti sul marciapiede che termina di botto a 10 mt. dal tunnel e pedalavano.

A quel punto a noi scatta il verde e tocca pedalare nell’ altra direzione, per fortuna tutte le macchine che li vedevano hanno iniziato a strombazzarli così ferocemente che alla fine hanno capito, hanno rigirato sul marciapiede e si sono salvati dall’ingresso senza vie di uscita del tunnel. Che se sei claustrofobico e una volta dentro ti viene in mente che sei 25 metri sotto al fiume, niente, non è un bel pensiero.

E quindi niente, a loro e a tutti quelli che non hanno ancora capito come funziona il trasporto bici ad Amsterdam, dedico questo post, sperando che lo leggiate prima di farvi male. 

E adesso in sella e buon divertimento.

6 comments

  1. ok i turisti, ma aggiungerei tra gli autoctoni le seguenti tipologie a rischio: fidanzatini innamorati che nemmeno sulla ciclabile riescono a staccarsi e procedono amabilmente mano nella mano, quelli che portano a spasso il cane in bici con guinzaglio che si allunga a piacimento e non sempre è visibile, età variabile dai 12 ai 99, gruppi di scolaresche che vanno al museo, motorini tipo CIAO che in Italia si usavano 15 anni fa e che pur avendo il motore sono più lenti di una bici. Insomma la flora è varia, c’è sicuramente altro, ma mi verrà in mente 😉

    1. tutto vero, ma questi almeno conoscono la strada e non si bloccano per fare la foto imperdibile causando tamponamenti a catena (e quelli del cane si, sono dei criminali, lo dico per il cane).

  2. ahah, sulla foto sul ponte, in un momento di ira, avevo scritto una breve ed eefficace “maledizione” tempo fa che mi era venuta particolarmente bene 😉

  3. Ciao, quest’estate in agosto sono venuta ad Amsterdam con la mia famiglia, ma memore di un tuo post di qualche tempo fa in cui specificavi le cose che ripeti qui sopra ha impedito ai miei di noleggiare le bici; ci siamo resi conto poi passeggiando che è veramente pericoloso visto che gli olandesi vanno velocissimi e soprattutto NON FRENANO MAI
    Anche camminando bisogna fare moltissima attenzione a non invadere le piste ciclabili, dopo tre giorni avevo ad attraversare più paura delle bici che delle macchine o del tram
    Effettivamente è anche una differenza culturale perchè per me la bici è uno strumento del tempo libero, quindi relax sulle piste ciclabili in mezzo ai prati o ai boschi il sabato o la domenica, mentre lì è uno strumento di lavoro quotidiano, come guidare in tangenziale nei dintorni di Milano
    PS ho scoperto che Amsterdam è la più bella città europea vista finora , ho deciso che la sua biblioteca è il Paradiso e quando morirò se sarò stata abbastanza buona andrò lì 😉

    Ciao Betty

    1. Betty, grazie, è così e la gente non se ne rende conto. Hai ragione, la biblioteca è una meraviglia, a volte veramente da andarci, piazzarsi in na delle bellissime poltrone di Gaetano Pesce nella sezione bambini con una rivista, o salire a guardarsi la città au tuoi piedi. Un peccato che il sistema biblioteche di quartiere e nei paesini venga ridimensionato, ma fino a che si tengono alcune di queste, è bellissimo.

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