Uno dei nostri ristoranti thai preferiti si trova a Monnikendam, ridente paesino sull’ex Zuiderzee. Ora, da quando hanno costruito la grande diga di sbarramento,  questo specchio d’ acqua ormai dolce si chiama IJsselmeer. Ci hanno scritto sopra questa ballata struggente e strappalacrime che mio suocero canta sempre con i figli addetti ai piatti, e io pure la canto e piango tutte le volte, perché vengo anch’ io da un paese di pescatori che per forza di cose si è dovuto riconvertire, e lo zio morto annegato da ragazzo nella tempesta eccetera. A Tortoreto ci mancano le mucche che pascolano dove prima infuriavano i marosi, ma vabbè, mica siamo sotto il livello del mare.

Monumento all’ affumicatore di anguille

Si diceva di Monnikendam. Come dice il nome, è stata bonificata da dei monaci, ha un paio di campanili leggermente fuori piombo, ma cosa vuoi che sia da queste parti, un paio di strade e una serie di vicoli deliziosi e pittoreschi, un porto canale e un porto esterno, ci affumicano il pesce, accolgono i turisti marittimi e quelli che scappano da Amsterdam in cerca di vita idilliaca e prezzi immobiliari più bassi.

In estate ci fanno festival e robe varie, nel resto dell’ anno quattordicenni annoiati a morte da tutto questo idillio non trovano di meglio che ciondolare sbronzi il sabato sera  davanti alla birreria locale con musica assordante che esce alle loro spalle.

Per quanto idilliaco, per quanto e gli sport d’ acqua eccetera, che all’ epoca eravamo giovani, senza figli e in cerca di casa da comprare, quei quattordicenni mi hanno tolto la voglia di crescere figli in posti dove non succede assolutamente nulla e questi figli da adolescenti finiscono per scopare e bere in giro per pura noia e non perché scelgano tra varie alternative possibili.

Il motivo per cui noi però veniamo spesso a Monnikendam è che ci si trova il nostro ristorante thai preferito, scoperto grazie a uno dei miei primi corsisti di italiano con fidanzato thai coetaneo conosciuto a Londra, che è cosa ben diversa del fidanzato thai giovane riportato come souvenir da un viaggio, che ci sono anche quelli. il fidanzato thai che assicurava che questo fosse uno dei ristoranti migliori della zona, aperto da un ex-insegnante provvisto di fidanzato thai, rilevato successivamente dal di lui fratello e ora in nuova gestione con a capo uno dei camerieri storici.

E così una sera che maschio alfa tornava tardi e cenato, figlio 1 era parcheggiato da amichetto rpeferito per guardare la partita, e io ho finito di lavorare due ore prima ed avevo la macchina già prenotata e pagata, ho proposto una fuga romantico-culinaria a figlio 2.

“Ti porto a mangiare nel posto segreto mio e di papà, e poi mangiamo anche un gelato”.

E così siamo andati a cena, lui è stato bravissimo, molto compreso nel suo ruolo di ospite del ristorante, si `e seduto e tolto subito le scarpe per dimostrare di stare a suo agio, mi ha fatto vedere la differenza tra masticare educatamente e masticare normale:

“Ma qui siamo al ristorante mamma, bisogna mangiare educatamente”.

Poi ci siamo fatti la passeggiatina al porto, abbiamo preso un gelato, guardato le barche e goduti il primo sole della stagione.

In venticinque minuti abbiamo ordinato, si è sparato un satè di pollo, io una cosa qualsiasi.

Poi per tornare non abbiamo preso la provinciale ma siamo passati lungo l’ argine, tra specchi d’ acqua, vecchi edifici con le pompe, uccelli, riflessi del sole, un mucchio di verde e paesini idilliaci.

I cignetti ancora in formato brutto anatroccolo, ma quanto sono teneri.

“Mamma, promettimi che ci torniamo con papà e Ennio”.

Ci siamo tornati, ma chissà perché è stato meno idilliaco.

13 comments

  1. a me piace un sacco la cucina thai. quelle due volte che ci sono stato, ho provato di tutto. la cosa forte sono quelle minestre speziatissime che ti tolgono la fame, che detto da me è incredibile.
    insomma tutti i tipi di tom yam o come si scrive.

  2. Vabbé la prima e la penultima foto sono grandiose.
    La prima perché pare una cartolina, la seconda perché finalmente sappiamo chi è la mamma di Fonzie!

    1. Il giubbotto dici? perchè non sai che ce l’ ho identico io, allora tocca fare una foto in tandem perché a lui, che se l è scelto da solo a dei saldi dove dovevamo comprar cose per il fratello ed eravamo quasi disposti a prendergli la taglia 10 anni e aspettare che crescesse, per quanto gli piaceva, adesso va quasi piccolo.

      Ma no mamma, non sono io che sono cresciuto, è il giubbotto che si è ristretto, dice.

      1. Ma che davvero avete lo stesso giubotto?
        Che ficata :D.

        Bhe se il giubotto si restringe presto dovrete cercare un degno sostituto.
        Quello ristretto chiaramente, lo donate allo Smithsonian di New York 😉

  3. Concordo: le foto sono molto tenere. E il giubbetto di Orso fighissimo.
    Quando rifacciamo i pommidori te voglio col chiodo, e quando verrò a Amesterdam voglio andarci al thai!
    Qui a Roma giusto una volta, ma nulla di speciale. 🙁

  4. Ho scoperto il, tuo blog da poco ed e’ davvero fantastico , le guide per la città sono quello che cercavo. La mia unica visita ad Amsterdam e’ stat cortissima ed ho dovuto concentrare tutto . Mi piacerebbe tornarci anche con mia figlia , intanto che studio una soluzione mi godo le tue foto !

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