Shaken, not stirred, sono i post che mi escono di pancia, quando troppe cose mi si agitano in testa e cercano una loro collocazione. Poi di solito la trovano. 

Non so voi, ma dopo aver letto questa storia qui del delitto d’onore che ha ammazzato due ragazzine e la loro madre per aver accennato a un passo di danza con dei bambini sotto la pioggia, e dopo aver letto questa cosa idiota qui di una che evidentemente considera normale farsi trombare in cambio del conto pagato al ristorante, mi mancava in effetti il tipo, giovane scrittore in carriera, che se trova delle quattordicenni al parco, nulla riesce a considerarle solo come tette e culi, la cosa lo turba e l’ unica che gli viene in mente è di pensare che lo stupro allora le sue attenuanti ce l’ ha. Però siccome non ha le palle di dirlo, finge che lo dicano delle amiche sue.

Gli amici suoi, invece, con una ragazza in calzoncini corti, mica ci si fidanzerebbero. Eh, no, troie in erba, ci mancherebbe. Non lo sfiora il dubbio che la cosa potrebbe essere reciproca (e non lo linko per non fare pubblicità a un articolo che:

1) è scritto da cani

2) non sa usare argomentazioni serie e ben fatte e salta di palo in frasca (oddio, ho scritto palo, e se legge e fraintende e pensa che gli sto facendo un’avance?)

3) è povero di contenuti

4) è di un sessismo che fa cadere le palle fino a che non gli rimbalzano nelle narici. E così anche a questo giro qualcosa si è infilato in dei buchi e abbiamo soddisfatto gli amanti del sesso estremo.

Io manco la commento tutta questa miseria, a me viene da dire che uno che ragiona così forse se lo tromberebbe solo la tipa che ha scritto l’altro articolo, previo finanziamento copiosi pasti. Ma non è un mio problema.

Il mio problema è che io mi ricordo benissimo com’ ero a 14 anni. E so benissimo come sono le amichette di mio figlio a 12. In due mesi sono cresciute come dei cetrioli, lunghe lunghe, magre magre, e con delle facce adulte, così, di botto, che fanno impressione. Poi le vedo correre, rincorrersi, rimbalzare, tirarsi i capelli, passare a mò di bulldozer sopra un paio di amichetti maschi mentre rincorrono una palla che sembra voler entrare da sola in porta, e rotolarsi poi a terra tutti insieme esultando per il gol. E le vedo ancora tanto bambine.

Io so che l’ ultima volta che amichetta è rimasta a dormire li ho lasciati la sera in un lettone a leggere e li ho ritrovati la mattina dopo già svegli a leggere. Con mia madre che si chiedeva:

“Ma sua madre sarà d’ accordo che dormano insieme?”

“Mà, io gli ho proposto il letto degli ospiti, lo sapranno loro cosa vogliono fare, tanto nel momento in cui saranno abbastanza grandi da imbarazzarsi, vedi che smetteranno di dormire insieme. E si, sua madre è d’accordo, dormono insieme anche da lei”. (Infatti verso i 12 anni gli è passata, adesso dormono insieme in soggiorno, uno per poltrona, e giocano fine a notte fonda con la PS).

Io avevo uno di quei padri sessisti, povera stella, tanto buono ma tanto sessista e tanto in grado di capire come funziona la testa storta di quelli che vedono le quattordicenni in calzoncini sotto la canicola a tirarsi secchiate d’acqua e invece di vedere queste bimbe con braccia e gambe troppo lunghe che quasi gliele arrotoleresti, per farle stare più comode, si fanno i film su quelle lottatrici cosparse d’olio che si pomiciano in certi film.

E pensano che no, non ci si fidanzerebbero, ma stuprarle, quasi quasi, se lo vogliono loro, in fondo (come se potesse volerlo chiunque, tanto più che esiste una cosa che si chiama l’ età del consenso, non per niente). A voi un adulto così non fa paura?

E mi sono ricordata quella volta che io avevo 14 anni e i calzoncini, quelli di raso con gli spacchetti tondi ai lati e la spighetta in colore contrastante lungo il bordo, che poi lavandoli perdeva sempre il colore e ti ritrovavi i calzoncini rosa a macchie invece che bianchi con la spighetta rossa, e per qualche cortocircuito misterioso ecco, mio padre, quello sessista e protettivo che gli venivano le convulsioni se poco poco mi vedeva con una gonna al ginocchio, che ovviamente era una minigonna e le ragazze poco serie in minigonna in effetti rischiavano le stuprassero, non sia mai, stella mia adorata se qualche uomo ti si avvicina se la deve vedere con me, e gli facciamo menare da tuo fratello (povero fratello mio, cresciuto con certi patemi e sensi del dovere, lui che non ha mai menato nessuno, ma il dovere, eh, il senso del dovere, magari il fratellastro delle due ragazzine pachistane che gli ha mandato i sicari per aver distrutto l’ onore di famiglia ballando sotto la pioggia era stato messo anche lui da piccolo sotto questo tipo di pressioni), dicevo, mio padre per motivi misteriosi quei pantaloncini lì erano l’ unica cosa che non mi ha mai censurato.

Perché cosa c’è di male in una ragazzina sportiva in calzoncini sportivi in estate che fa un caldo bestia? (La minigonna no, quella è un’ altra cosa).

Ecco, mio padre aveva un cugino che è stato il mio zione preferito e lo è tuttora, lo zio scapolo (fino a un certo punto, poi si è sposato e riprodotto in proprio e adesso la cugina grande la faccio io) che ti adora e ti fa i regali più belli del mondo. E zio scapolo, buono e caro, ma era stato cresciuto con le stesse pippe mentali del cugino sulle gonne e le gambe delle ragazze.

“Ma sei pazzo, la mandi in giro con quei calzoncini?” (io mi stavo arrampicando su un albero, tanto per aggiungere dei graffi alla collezione esistente).

“Perché, cos’ hanno i calzoncini?” (mica erano una minigonna).

“Ma sono cortissimi, non ci pensi, ormai sta crescendo e ha le gambe belle?”

“E tu non ti vergogni, sporcaccione, a guardare le gambe alla bambina?”

No, perché i cugini tra di loro si sfottono, ma è perché si vogliono bene.

Ecco, mio padre sarà stato sessista e iperprotettivo e aveva qualcosa di strano contro le minigonne, ma una risposta del genere al tipo che sta lì nel parco a turbarsi per le gambe delle ragazzine, non ci starebbe tutta?

Certa gente si dovrebbe solo vergognare di quello che pensa, altro che scriverlo sui giornali.

D’ altronde, se gli italiani sono al primo posto nelle statistiche di turismo sessuale con bambini e minorenni, da qualche parte questa cosa dovrà pur venire. Incoraggiamola, certo, pubblichiamo certi articoli, ammicchiamo, auguriamo lo stupro a chiunque esca dai nostri limitati schemi mentali, tanto che sia reato è tutto un complotto dei giudici.

Curatelo. Con la castrazione chimica, se manca altro. Ma io mi farei anche bastare una forchetta e un pettine. Spuntati.

No, perché a me, core de mamma ed ex-ragazzina, le creature non me le dovete toccare.

Post-post:

Ne scrive ottimamente il Ricciocorno schiattoso.

5 comments

  1. A parte la flashata dei calzoncini di raso col bordino (e mi sa che siamo della stessa generazione) un paio di osservazioni.
    Per fortuna l’amica di tuo figlio e tuo figlio sono in olanda e ha 12 anni, ma tra i 12 e i 14 passa un’era geologica. Io mi ricordo come ero a 14 anni. Ma oggi le cose in italia sono cambiate, tristemente dico. Ho una nipote di quell’eta’ e non vorrei essere il suo genitore ora. Il modello culturale è quello ormai, purtroppo. Si scambiano foto tra amiche con sguardini corrucciati, e musetti imbronciati su cui si sono spalmate tonnellate di rossetto per fare labbra a canotto. SI fanno rubare l’ultima parte dell’infanzia. Io quattordici anni non glieli avrei mai dati, e mi turba e mi intristisce, mi sento vecchia e spaventata. Ho ancora un po’ per proporre a mia figlia un modello diverso, ma non so se ci riusciro’.
    p.s. chiaramente cio’ non toglie che effettivamente hanno 14 anni e che i porci sono porci comunque

    1. Lo so, abbiamo fortuna con la classe di mio figlio e i suoi amichetti, nell’ altra ci sono un gruppo di ragazzine sinceramente tremende, povere stelle. E hanno 12 anni anche loro. Il punto è che, non ho dati oggettivi, ma pura osservazione empirica, i bambini che hanno degli interessi di qualsiasi tipo, non necessariamente che ascoltino Stockhause tutto il giorno, ma appunto, che abbiamo a cui pensare, sono fortunati perché tante passioni ed energie le possono buttare lì, mentre chi non le ha e non ha neanche nessuno che li aiuti a capire se potrebbero averne, si omologano ed è la caccia al telefonino figo.

  2. Anch’io, per le figliole, tra mini mini gonna che mostra le mutande e un paio di calzoncini corti, preferisco i calzoncini corti, che almeno le mutande rimangono cosa nostra 😉
    E anche per me, ora che ci penso: se sto in casa c’ho i calzoncini corti, mica la minigonna: sono più comodi e coprono le vergogne 😛
    Sono sessista e iperprotettiva?

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