posteSo che chiunque abbia abbastanza computer da leggere questo post, almeno una volta in vita sua ha bestemmiato mentre cercava di risolvere online qualche questione che in tempi non online lo avrebbe costretto a vestirsi, uscire, fare una fila, pagare e risolvere. Non negatelo, non è possibile. Ci hanno messo a credere che fare le cose onlàin, ci fa perdere meno tempo, ma i travasi di bile no, quelli ce li hanno regalati di bonus.

Poi avendo il marito che di lavoro gestisce progetti di costruzione di piattaforme, anche molto complesse, online, capite che a ogni tentativo mi becco pure l’ analisi ragionata di tutti i buchi che ci sono in suddetta piattaforma.

Guardate invece quelli che con le vendite onlàin ci vivono sul serio: una delle cose che più mi irritavano per esempio sul sito della ryanair, quando finivi di inserire partenza, arrivo e date desiderate per capire quanto poteva costare il biglietto, e non era detto che volessi prenotare, era che schiacciavi per vederli ‘sto volo e: gne gne gne, non hai barrato la casella per dire che accetti termini e condizioni, ricomincia da capo a riempire le altre. Che veramente ti veniva la tentazione di volare con Alitalia (è un paradosso, sereni, non viaggio con Alitalia per principio da almeno 25 anni). Adesso col nuovo sito la casella è scomparsa sostituita da: guarda che se schiacci sono cazzi tuoi, accetti contemporaneamente i nostri ter&cond si, si, si, toglietevi da los ballos e fatemi vedere ‘sto volo, va’, che necessito di una botta di evasione. Hanno rifatto il sito e hanno capito da soli come e perché io lo consulto, infatti hanno fatto direttamente la pagina con i voli in offerta, così non devo starmi ad ammattire a decidere dove andare, se ho un weekend libero e mi va di vedere dove potrei farmi venire voglia di andare a € 19.90.

Quanto sarebbe bello se gli editori cartacei e non imparassero dalle linee aeree. Non dico si risolverebbe la crisi della carta stampata, ma darebbero una segnale al pubblico che li ama, li segue, e comprerebbe pure i loro fogli ad averli nell’ edicola sottocasa. Che sempre più spesso non hai, visto che abbiamo la fuga di cervelli, in Italia i lettori diminuiscono e secondo me le due cose sono collegate.

Non so voi, ma io sono cresciuta con Tex e il Comandante Mark, fumettisticamente parlando, e a un certo punto con maschio alfa abbiamo deciso di collezionare certi fumetti della Bonelli. Facile, ti fai l’ abbonamento e te li fai mandare a casa. No.

Facile, ti compri ogni volta che vieni in Italia quello che trovi e gli arretrati li ordini e te li fai mandare a casa. No.

Fondamentalmente per ordinarsi degli arretrati, uno va sul sito dell’editore, inserisce un sacco di dati inutili tra cui l’ indirizzo di un amico o parente compiacente a cui mandarli in Italia, poi viene in vacanza in Italia, recupera il pacco e per una settimana si spalma sotto l’ ombrellone a leggerli, che è il nostro concetto di vacanza (oddio, c’ è chi va a fare turismo sessuale con i minorenni nel mondo, a noi concedeteci questa piccola, privata perversione, che poi i nostri, di minorenni, almeno sono costretti a leggere in italiano).

Ieri maschio alfa si è messo dietro al computer:

“Non mi accetta Civitaretenga come località, dice Navelli”.

“Ah, già, è vero, la posta sta a Navelli”.

“Quindi metto via Umberto I, Navelli?”.

Eh, ma questi paesi savoiardi hanno tutti una via Umberto I, e se ce l’ avesse anche Navelli? mi chiedo. Poi vabbè, i piccoli paesi savoiardi sono piccoli e tutti sono parenti fra loro.

“Vabbè, se leggono il nome dell’agriturismo lo sanno che è per la signora”.

“Si, ma il nome dell’ agriturismo non me lo fa mettere, c’ è solo una casella Nome e una Cognome”.

“Ah”.

“E mi chiedono il codice fiscale. Italiano”.

“Facciamo una cosa, mettici il mio di nome e cognome, che la signora forse mi riconosce prima, ed eccoti il codice fiscale”.

“Io non capisco: adesso che ho finito tutto mi danno una casella: presso“.

“Presto, mettici il nome dell’ Agriturismo, almeno lo capiscono dove mandarlo”.

Per fortuna sono paesi piccoli e sono sicura che se mando mia madre ad avvertire quelli delle poste di Navelli, che sono tanto gentili, capace pure che le telefonino quando arriva il pacco, che nei paesi, savoiardi o meno, spesso va così.

Interessante comunque come il concetto di fanz all’ estero non sia pervenuto alla Sergio Bonelli editore, come neanche quello di funzionalità della piattaforma web. Bello, bello, bello il mio Nicola Micheli della CloudJam  che quando mi ha fatto il sito di Da Gustare mi ha sfinito ipotizzando tutte le situazioni in cui l’ user non sgamato si poteva incartare e decidere di non prenotare (e io perdevo un cliente).

Una cosa del genere l’ ho avuta qualche anno fa quando ho deciso di fare un abbonamento al mio mensile preferito, che oltretutto aveva lanciato una campagna i solidarietà tra i lettori affezionati: abbonatevi o ci va male.

Loro almeno il concetto di abbonamento all’ estero con relativo sovrapprezzo per la consegna lo avevano previsto. Solo che poi nel compilare i dati, pur avendo previsto: Paesi Bassi come destinazione, eh, niente, la casella provincia prevedeva solo le province italiane e senza riempirla non si andava avanti. Affanculo loro e la campagna di solidarietà, non li ho più letti. Meritano di chiudere se questo è il livello.

Poi uno dice gli e-book. E che e-book.

8 comments

  1. La lista sarebbe bella lunga!
    Trenitalia per anni non mi ha accettato né l’indirizzo né la carta dei credito straniera.
    Ma tanto chi se ne frega dei turisti?
    E neanche un e-book mi dovevano mandare, al massimo un e-ticket 🙂

    1. chi se ne frega dei turisti lo fece il comune di Amsterdam quando mise in centro anni fa le macchinette per il parcheggio che funzionavano solo con bancomat olandesi e non più a moneta. ad agosto, con i grachten vuoti e parcheggiabili, pagavamo noi per loro che ci ridavano i contanti

      1. Ad agosto a Milano per comprare un gratta-e-sosta devi camminare chilometri per trovare un giornalaio/bar/tabaccaio aperto… che tu sia turista o meno 🙂

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