Io vengo da un paesino di montagna in Abruzzo, tradizionalmente terra di migranti. A poco a poco hanno chiuso l’asilo, la scuola media, quella elementare. Ma nelle immediate vicinanze c’erano 4 case di riposo. Perché chi va fuori prima o poi deve affrontare la questione di cosa fare con i vecchi di casa. E se li fai venire troppo tardi, non te li assicura più nessuno. Questo me lo raccontavano i compaesani in Canada e negli Stati Uniti. Ma vale ancora oggi, in Europa, e questa quarantena ha portato un sacco di nodi al pettine.
Quando ragioniamo di cosa manca all’Europa per garantire veramente la mobilità delle persone ci scordiamo sempre la questione previdenziale, che mai come ora è emersa in tutte le sue mancanze.
Perché fino a quando tutto va bene uno va, viene, si sposta, si fa venire i genitori per periodi lunghi o brevi. Questo noi dei borghi di montagna lo sappiamo benissimo, visto che tuttora esiste una transumanza dei vecchi nei paesi, che svernano dai figli, magari in climi più miti o semplicemente in case con il riscaldamento, e poi con la bella stagione rientrano al paese, magari hanno un orto, portoni da lavare con la soda caustica, coperte da arieggiare, sorelle e fratelli a cui riavvicinarsi, visite mediche da prenotare dal loro medico, che ovviamente è quello del paese. Fino a quando ce la fanno a vivere da soli.
Ora che in tutta Europa ci sono situazioni di lock-down più o meno severe, che molti i confini sono chiusi al traffico privato si verificano molto spesso situazioni impensabili anche solo poche settimane fa che ci fanno rendere conto di alcune cose importanti. Ve ne elenco alcune sentite nel mio giro di conoscenze nelle ultime settimane.
Situazione numero 1, genitore in Italia in residenza assistita muore, entrambi i figli vivono all’estero e non possono rientrare, il genitore sopravvissuto si ritrova solo a gestire un non funerale e la burocrazia e ognuno è bloccato da confini nazionali europei diversi. Claudia Landini ci ha raccontato qui della sua esperienza di “orfana del Covid” e io la ringrazio perché chi riesce a raccontare l’indicibile, quella che è la paura profonda di tutti noi con anziani che non possiamo vedere a piacimento, aiuta gli altri.
Situazione numero 2, genitori in visita di due settimane dai figli all’estero si vedono cancellare il volo di rientro,dall’Olanda non partono più voli, cominciano a terminare le medicine salvavita che prendono regolarmente, riescono a farsele prescrivere grazie alla copertura sanitaria europea ma devono pagarsele di tasca loro per alcune centinaia di euro, mentre in Italia gliele passava la mutua. È poco, è tanto?Certamente è indispensabile e l’incertezza sul rientro e una casa magari adeguata per un breve soggiorno ma affollata di gente che ci deve lavorare e studiare durante un lock-down non contribuiscono alla serenità e gioia associati prima a una visita a figli e nipoti.
Situazione numero 3: figli con ditte in Olanda, madre residente in Italia in visita ai suoi fratelli in altro paese europeo che ha subito chiuso i confini, uno dei due per lavoro in Italia resta bloccato lì ma ha la copertura sanitaria olandese, la madre all’estero ha quella italiana e già che ci si trova si becca una broncopolmonite e prima di riuscire a trovare chi la visiti e le prescrive antibiotici passa una settimana, quello che era rimasto a casa sua oltre a mandare avanti la sua vita deve aiutare a gestire la ditta del fratello senza farne parte legalmente.
Situazione numero 4, lavoratrice dipendente di recente emigrazione in Olanda con una situazione medica pregressa che intanto che si stava sistemando qui si faceva seguire dal cardiologo e altri specialisti in Italia, si trova bloccata qui, senza lavorare perché in lock-down, senza nessuno accanto perché vive da sola e ancora non aveva avuto tempo di farsi una rete di relazioni, con alcuni sintomi che al cardiologo in Italia che l’ha visitata in video non piacciono, la sanità olandese che per un po’ ha messo in stand-by tutti i casi non Covid e non urgenti. Lei divisa tra la tentazione di tornare in Italia, dove ha lasciato tutte le sue cartelle mediche, farsi vedere qui ma deve ancora trovarsi un medico di famiglia e non è che questo sia il momento migliore, il timore che se rientra in Italia e la sua ditta ricomincia a lavorare rischia di non poter tornare su perché ovviamente le indicazioni non sono affatto chiare in proposito, i confini aprono e chiudono, per prendere un aereo per l’Italia devi comunque andare in Belgio e in Belgio non si è capito se ti fanno attraversare il confine in macchina per andare ad accompagnare qualcuno all’aereo, a volte si, a volte no.
Insomma per dire che la vita è maledettamente complicata, che una quarantena con lock-down non è una passeggiata e che con una pandemia in corso chi non si trova al posto giusto, con l’assicurazione sanitaria giusta, con genitori anziani per cui prima ti dicevi: se succede qualcosa salto su un aereo e vado a rendermi utile, badanti che scappano, RSA che vabbè, non parliamo di RSA, se prima sembravano la soluzione ottimale adesso siamo tornati un po’ tutti al pensiero di prenderceli noi in casa i nostri vecchi, piuttosto, ma quando ci sono tutti questi confini di mezzo, le assicurazioni sanitarie che con la pandemia cambiano tutte le regoledel gioco ecco, tutte queste nostre certezze in questo momento sono andate a farsi benedire.
Magari dovremmo ripensarci bene e collettivamente quando sarà passata la fase dell’emergenza. Perché la libertà di movimento è una bella cosa, ma anche quella di curarti e di prenderti cura delle persone che ami è un diritto e un bisogno fondamentale.
La questione della Sanita’ Europea si puo’ risolvere solo se e quando diventera’ giuridicamente reale la cittadinanza europea.
Quando tutti gli abitanti della EU saranno ~ prima ~ cittadini europei che residenti nazionali.
Con un inevitabile Istituto Anagrafico-Sanitario Europeo.
O comunque qualche ente con questo indirizzo collettivo.
——–
Ma e’ come chiedere al lupo di condividere l’osso.
1500 anni (dopo la caduta dell’Impero Romano) di guerre e lotte di ogni genere, hanno lasciato il segno nel Profilo Psicologico collettivo degli Europei tutti.
Sarebbero piu pronti a farsi la guerra e ammazzarsi che collettivizzarsi.
Tenendo presente che gli USA non permetteranno MAI una vera Unione Europea, piuttosto la raderebbero al suolo con le bombe atomiche (e la storia dell’ultimo secolo sta li a dimostrarlo).