Come forse sapete scrivo per Genitori Crescono che è il sito genitoriale più figo d’Italia, per le informazioni equilibrate e corrette, la mancanza di sensazionalismo, le belle teste – redazione e guest-blogger – che ci scrivono ma soprattutto per la splendida varia umanità che ci si raccoglie intorno e per le discussioni che quasi ogni articolo suscita, piene di commenti intelligenti, equilibrati, rispettosi, non giudicanti e che aggiungono sempre qualcosa che non sapevi o un altro punto di vista.

Fine dello spottino pubblicità & progresso.

Ultimamente sui due temi del mese di gennaio e febbraio ci sono stati tre begli articoli, il primo di Silvia, che ispirandosi al programma 16 anni e incinta esprimeva le sue perplessità per un programma che per come viene fatto in Italia, rischia di diventare un esempio da emulare. Ora è vero che in Italia non abbiamo le teen-pregnancies, ovvero le gravidanze tra adolescenti, come un problema sociale. Ma abbiamo, e un sociologo non ignora che ci sono anche delle zone specifiche, delle comunità in cui la gravidanza in giovane età è comune, accettata, anzi, dà spesso alle ragazze uno status da adulte e un diritto di parola e decisione che prima in questi gruppi non avevano.

Non si tratta di ambienti degradati, tutt’ altro, in genere sono caratterizzati da grande coesione sociale (e conseguente limitazione della libertà personale, che la coesione sociale è bella e buona, ma come sappiamo tutti, con una mano dà e con l’ altra toglie) e insomma, tutti felici. Certo, non è in queste comunità che trovi, per motivi pratici ed evidenti, le più alte percentuali di giovani laureate, ma questo neanche vuol dire che sia impossibile che una ragazza studi. Certo è che se tua nonna, tua madre, tu e tua figlia vi ritrovate la cura di un bambino in un’ età dove le tue coetanee a scuola stanno preparando la maturità o l’ ammissione a una facoltà a numero chiuso, spesso mancano la motivazione, l’ esempio o anche semplicemente qualcuno che ti dia l’ idea che esistono anche mondi possibili e che ti sono accessibili se prendi in mano la tua vita e decidi tu cosa conta per te. La libertà di scelta dipende anche dalle scelte possibili che hai davanti agli occhi.

Però siccome Genitori Crescono non è una comunità chiusa e coesa, ma abbiamo persino la sezione GC International, ed è anche un gruppo che non teme il mettersi in discussione, Supermambanana ne ha approfittato per analizzare l’ effetto del programma negli Stati Uniti, dove le gravidanze precoci sono 4 volte più che in Italia e rappresentano davvero un problema sociale, e il suo post ci ha fatto sapere che in altri paesi, dove lo stesso programma mostra situazioni e approcci diversi, il programma ha fatto da deterrente. Perché una cosa è farti vedere la happy family, tre generazioni che si amano sotto lo stesso tetto e tutti felici e contenti, e una cosa è farti vedere le difficoltà oggettive che il tenero bambolotto, che forse non lo sappiamo, ma è una persona e ha gli stessi nostri diritti nel momento in cui lo metti al mondo, non è un giocattolo, ma un impegno serio e una priorità fondamentale che tocca prendersi. E a volte te la prendi senza la nonna che si alza al posto tuo di notte per dargli il biberon, senza il nonno o gli zii che lo cambiano e lo portano a spasso per permetterti di riposare o studiare.

E che Genitori Crescono è appunto un posto di lettori fighi che non sfuggono al confronto, sul tema del mese del cambiamento, una lettrice storica, Alessandra, ha lasciato la sua testimonianza vera e preziosa su cosa significa diventare nonna a 36 (cavolo a quell’ età avevo a malapena il primo figlio, che ammirazione e che impressione) anni e il difficile percorso di crescita, maturità e autonomia di decisioni data a una figlia 16-enne, in una famiglia che comunque sta per accogliere una bimba a questo punto desideratissima, ma che inevitabilmente all’ inizio è stat vista come “l’errore”. Infatti Alessandra per prima cosa si è chiesta: dove ho sbagliato?

Nessuno sbaglia e nessuno nasce imparato e a me questi tre post sono serviti a cambiare prospettiva sull’ argomento. Perché mio padre a 24 anni mi fece un discorso serissimo: se a 16 anni fossi rimasta incinta, ti avremmo fatto abortire per non rovinarti la salute e il futuro. Adesso nessuno ti chiederà mai di sposarti o rinunciare a un figlio, un figlio puoi farlo anche da sola e sappi che se vorrai, noi ti sosterremo, perché la famiglia serve a questo. (Mio padre da bravo perito agrario, non ha mai ignorato la dimensione zootecnica della riproduzione). Alessandra mi ha mostrato che a una figlia di 16 anni si può anche dare fiducia e che questo aiuta tutti a crescere.

Perché una mia amica, rimasta incinta a 17 anni, si è sposata, ha avuto un bambino fantastico e poi anche il secondo, si è diplomata,si è specializzata, si è laureata, tutto per merito di due genitori determinatissimi e provvisti delle possibilità economiche per farla riuscire come i fratelli e le sorelle, nonostante una partenza con il piede sbagliato. Ma io non mi sono dimenticata che lei, più grande di noi, in pochi anni ha smesso di crescere, è rimasta notevolmente più bassa delle sorelle, ha avuto problemini di salute per anni e si è ripresa interamente solo verso i quarant’ anni. E comunque la sua storia ha influenzato enormemente le scelte coniugali del fratello grande e della sorella piccola, ha avuto un influsso sull’ adolescenza di tutti gli altri figli ed è costata una fatica enorme a sua madre, che di figli ne aveva già cinque suoi ed aveva appena sotterrato una suocera con l’ Alzheimer che ha accudito per anni in casa, il tutto tenendosi il suo lavoro.

Per carità, per la famiglia uno fa tutto, ma a spese della sua vita, salute e serenità.

Un’ altra storia vissuta da vicino, e un altro approccio ancora è stato quello del mio amico fumettaro, sognatore, caruccio che a manco 18 anni ha messo incinta la sua ragazza sedicenne. Felici, radiosi, decidono di tenere il bambino. La famiglia di lei impone alcune condizioni: se vuoi il figlio lo fai, lui non lo sposi e neanche riconosce il bambino fino a che non dimostra di saperselo meritare. Hanno continuato a vivere ognuno dai suoi genitori in due paesi diversi, ovviamente tutti i nonni erano coinvolti, il bambino andava a stare regolarmente dal padre, si sono riusciti a diplomare entrambi e alla fine lui è entrato a lavorare con i suoceri, hanno finalmente messo su casa insieme e fatto un altro bambino, ma dopo, quando ormai sapevano cosa volevano dalla vita.

Poi c’ è stata quella che è rimasta incinta, ha abortito su pressione del fidanzato che minacciava di lasciarla, e poi nulla, si sono lasciati lo stesso, e lei si è portata dietro il peso di una decisione che non era stata la sua. Poi c’ è stata quella che è rimasta incinta e lui è scomparso. Poi c’ è stata quella che è rimasta incinta e ci ha pensato la mancata suocera a dire a tutto il paese che tanto era una che andava con tutti. Poi c’ è stata quella che è voluta rimanere incinta per fatti suoi e non ha mai detto a nessuno chi era il padre. Con sua figlia 16-enne che minacciava che sarebbe andata a cercarselo lei appena maggiorenne.

E io cosa farei se un mio figlio a 16 anni (sarebbe fra 4 anni, volendo farsi due conti), per incoscienza, decisione, sfortuna o incidente di percorso si riproducesse? Ecco, sto lavorando fin da ora per non dovermi mai chiedere: dove ho sbagliato. Ci parlo, gli compro i libri che ne sanno più di me, gli racconto che un neonato ha bisogno di tante cure ed è faticoso e cerco di insegnargli che nella vita lui potrà diventare tutto quello che vuole, ma preferibilmente non un papà adolescente.

Perché nella vita la cosa fondamentale è poter scegliere e avere il culo di fare scelte informate. E io credo che potendo e sapendo, chiunque si rende conto che c’ è un’ età adatta per tutto, per la tua salute fisica e mentale, per la tua libertà di decisione, per la tua crescita emotiva ed affettiva, per il tuo sviluppo intellettuale, di studi e lavorativo.

E a tutti quelli che dicono che una volta tutti i figli da giovani, anche a 15 o 16 anni, suggerirei di andarsi solo a rileggere le statistiche sulla vita media.

Ei-men.

Questo post partecipa al blog-storming

blogstorming_banner

 

6 comments

  1. faccio un commento che c’entra, ma non troppo…
    mi hai fatto ricordare che esattametne 4 anni fà ero appena arrivata in Olanda, la mia pancia cresceva, faceva un freddo boia (non come quest’inverno quasi caraibico), non conoscevo nessuno e oltre ad andare al mio corso di Olandese cazzeggiavo su internet, leggevo e mi ammazzavo di pianti guardando maratone di 16 and pregnant su MTV. Frequentavo molto di più il tuo blog e solo adesso realizzo che in 4 anni sono riuscita ad incontrarti solo un paio di volte, shame on me…. tornando a 16 and pregnant io da subito ne ho colto solo aspetti positivi, saranno stati gli ormoni, ma vedere queste ragazze che soffrivano, rinunciavano alla loro adolescenza, combattevano con famiglie e amici nemmeno per un minuto poteva farmi pensare che un individuo sano di mente potesse pensare di avere un bambino a quella età solo per andare in TV, e invece dopo ho saputo che pare sia successo in più casi e la cosa mi fa rabbrividire. Già pensare che una ragazzina di 16 anni, senza talento alcuno, pensi di andare in televisione sfruttando almeno un bel visino e un bel culetto da mostrare qua e là in qualche talent show mi fa stare male, ma pensare che una che non è dotata di questo possa pensare “in fondo ho una vagina e un utero, fammeli sfruttare per il mio quarto d’ora che mi spetta…” ecco questo mi sconvolge, ma proprio tanto. Ma questo, appunto, l’ho saputo dopo, quando è scoppiato il caso e le ragazzine incinte negli U.S.A pare siano aumentate invece di diminuire. Tornando a me, inevitabilmente confrontavo la mia consapevolezza di madre in fieri di 35 anni (pure troppi direi) e la scelta maturata con razionalità, i comfort, un compagno premuroso, due soldini di tranquillità ecc. e queste povere creature allo sbando senza punti di riferimenti, genitori o urlanti o che volevano sostituirsi, ragazzi/fidanzati/compagni assenti troppo giovani e troppo egoisti per lo scopo, completamente inadatti e assolutamente inconsapevoli, ecco quello che più di tutto mi colpiva erano i maschietti e le loro famiglie, in un caso i genitori di lui hanno chiesto alla ragazzina di sottoporsi al test del DNA, che negli USA si trova nei supermercati, un kit fai da te, pare assolutamente inattendibile, ma tanto per umiliare la ragazza e insomma questo era l’andazzo, ragazze incinte in contemporanea con la madre dal nuovo compagno più vicino all’età della ragazza che a quella della madre, lui e lei accoppiatisi perchè di fatto vivevano già nella stessa casa come fratellastri (lei figlia di lei e lui figlio di lui), dico metti due sedicenni nella stessa casa di sessualità compatibile e prorompente, io direi un occhio ce lo butti, o no? insomma un quadro di famiglie sfasciate, senza voler fare la bacchettona, lungi da me, ma situazioni che in Italia non trovi con tale facilità, credo, la version italiana non la conosco, ma immagino situazioni in cui la famiglia supporta, dove i genitori di lui a costo di prenderlo a bastonate invece di farlo uscire con gli amici la sera lo costringono a cambiare un pannolino o cose del genere. In quello USA anche quelli che aiutavano, facendo del loro meglio sicuramente, ma alla base non rappresentavano un buon esempio di partenza, ecco secondo me tutto nasce un po’ da là, sarà retorica. E poi non ci voglio credere che una ragazzina italiana (forse europea in generale) pur di andare in televisione rimane incinta, ecco non voglio, magari succede, ma proprio non voglio!!!! mi sono dilungata lo so, ma il post mi ha fatto ricordare una cosa mia, di grande compassione per quelle ragazzine viste dall’occhio di chi era in una situazione simile, ma completamente diversa, e i nun certo senso mi ci ero affezionata!!! infatti i bambini di quella serie hanno più o meno l’età di mia figlia

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.