Cena di pesce con gita scolastica e corso di cucina, 14 luglio

alle 10.15 partiamo per il porto

alle 15 ci mettiamo a cucinare (brodetto dell’ Adriatico, cous cous con mandorle e gamberoni alla trapanese e un mucchio di altre robine buone, tutte con i vini in abbinamento scelti uno ad uno).

alle 18.30 ci raggiungono quelli che cenano soltanto per l’ aperitivo

Il tutto a € 55 a persona.

Adesso vi spiego come ci siamo arrivati e il perchè del serendipity-marketing.

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Sono cresciuta in mezzo ai pescherecci a Tortoreto, al confine della zona pescatori, ovvero tra via Dante e via Foscolo, dove tutti i nostri vicini erano imparentati tra di loro, certe volte in modi meno ortodossi di quello che vorremmo, e dove tutti avevano l’ orto dietro casa con in un angolo le nasse ammassate.

In primavera mio padre che per arrotondare e per irrequietezza si era messo un lavaggio auto e camion, si rimorchiava la macchina dell’ acqua calda nella zona barche e lavava tutti i pescherecci con l’ acqua bollente a spruzzo, così che per la stagione erano pronti. Certe mattine andavamo prestissimo in spiaggia per dare una mano con la pesca a strascico e guardare il sole sorgere e farsi il primo bagno freddissimo della stagione (verso aprile, mi pare, e poi ricoperti alla meglio con i vestiti che avevamo e le canottiere di lana che si appiccicavano al sale, perché senza asciugamano sono i vestiti che ti asciugano, aspettavamo rabbrividendo che qualcuno si decidesse a portarci a casa. ci scrissi un tema sul quel cielo che cambiava colore e il momento in cui la rete, tirata da due parti, arriva sulla sabbia e dentro si dibattono tutti quei pesciolini d’ argento.

La premessa per dire che sono cresciuta a pesce pescato la notte prima, che quando non andavamo noi a prendercelo ce ne passava una cassetta zia Maria, la nostra vicina, attraverso la rete. O la commare Giuseppina.

Per questo a me il pesce fresco manca moltissimo, e poi diciamocelo, a me manca il pesce dell’ Adriatico. (Mi manca tutto l’ Adriatico in realtà).

Per questo quando posso me ne vado all’ asta ittica a Wieringer (ve ne parlavo qui) e questa primavera è già un po’ che scalpito per andarci, anche se tocca partire il sabato mattina presto (e il sabato mattina Orso va trascinato al corso di disegno, poi alla fine del corso ti supplica per tornarci e ogni sabato si ricomincia a trascinare. Direi che gli piace molto, ma per questo motivo non riesco mai ad alzarmi all’ alba ed andarmene al porto).

Poi abbiamo appena concluso il corso con cena sui vini italiani all’ Istituto Italiano di cultura (riprendiamo a settembre tutti i secondi giovedì del mese) e i corsisti che mi facevano: ma dai, organizza un bel coro di cucina che poi veniamo, e Michela che era venuta a guardare ci raccontava delle tonnare e della mattanza e di tutto quello che fanno col tonno e col pesce da lei a Trapani (invece di dirci dei meravigliosi gioielli tessili che fa, ispirati ai coralli e alle alghe del suo mare), e da lì al chiederle di farci il cous-cous il passo è breve, “Ma ci vuole la couscoussiera”  fa lei, ” Ce l’ ho, me l’ha rifilata Marta e sta lì, almeno mi insegni a usarla”.

So much for serendipity. Perché dopo la lezione vado a mangiarmi un gelato con Cinzia, la mia fenomenale bar-lady geologa che mi ricorda la favolosa cena di pesce dello scorso anno e decidiamo lì per lì, con un gelato in mano in Warmoesstraat alle 23 di un martedì sera che sembra quasi estate, e mettiamo insieme la gita al porto, il corso di cucina e la cena.

Allora il tempo stringe, tocca avvertire per tempo la gente, io non ho mai avuto una mailinglist decente e scrivo a chiunque abbia un indirizzo con .nl di quelli propostimi dal programma mail. Tipo che inizio a scrivere “a” e lui mi fa comparire tutti gli indirizzi con la “a”, il cosiddetto mailing a manovella. E sono pure arrivata alla “z”. (Sono aperta a suggerimenti se qualcuno ha un sistema migliore che sono sicura che esiste).

E nel mailing gli ho detto: cari e belli vi invito a mangiare la focaccia domani sera e i cicchetti all’ Istituto Italiano di Cultura il 3 luglio alle 20, la scusa è la donazione della copia anastatica del Breviario Grimani e ci saremo io con le mie cosine belline e buonine, che vi sto mettendo su anche un finger food a base di Bietola di Chioggia che chiamerò, how original, really, le baruffe chiozzotte, anzi le barufe ciozote, e soprattutto facciamo qiuesta cena di pesce con gita scolastica e corso di cucina per chi vuole.

E non solo alle 7 di mattina arriva la prima iscrizione da Nel che viene a fare tutto, mi risponde pure un signore che nel mailing c’ era per caso. Uno che aveva pubblicato una cosa molto intelligente sul sito di Ikea Hackers, e a cui avevo scritto per chiarimenti e mandato per sbaglio il mailing (sappiatelo, se mi finite nella casella di posta, succedono cose strane) e mi risponde e si scopre che:

a) adora l’ Italia

b) tra gli anni ’70 – ’80 è stato grossista di vino in Olanda e adora i vini italiani (respect, in quegli anni lì insegnare i vini agli olandesi era roba da missionari)

c) è un alfista anche lui come mio papà

d) a settembre si iscrive ai corsi di vini e forse pure a un corso di italiano, che deve ripassare.

Ecco, se la gente da oggi mi chiede: ma tu come lo fai il marketing delle infinite robe che organizzi, io rispondo: mando una mail agli amici, e visito Ikea Hackers e altri blog e chiacchiero con la gente. Il termine serendipity-marketing però se non esiste già da questo momento è roba mia.

Se volete prenotare per la cena, la gita e/o il resto, lasciatemi un commento che vi scrivo tutto.

7 comments

  1. “na recia me diseva TASI, na recia me diseva PARLA….beh, go sarà la recia del tasi e ho slargà la recia del parla e go parlà finche go podesto….” le baruffe chiozzotte te le traduco io ehehehe
    io nn ho capito da dove si parte x questa cena favolosa

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