Io lo so che la maggior parte di noi dice la comunione, ma i polacchi su queste cose sono formali e ci tengono e dicono sempre la Santa Prima Comunione, che il Paradiso mica ce lo guadagniamo con una comunione qualsiasi? i titoli e le maiuscole ci vogliono tutti. Ecco, per fortuna ho l’ amica polacca formale sulle cose di Chiesa o senza di lei il mio catechismo ai figli sarebbe rimasta una roba teorica senza applicazioni pratiche, lei invece i figli li battezza e comuniona come se ci fosse un Aldilà, cosa che io trovo tanto formativa, almeno una nel nostro giro di amicizie che ci tiene. No, per dire che il battesimo di suo figlio è stata l’ occasione per uno studio approfondito della Via Crucis grazie agli affreschi nella Sint Nicholaaskerk, quella cupa che vedete di fronte alla stazione centrale di Amsterdam.
“Bambini, domenica andiamo alla Prima comunione di A., voi non ci siete mai stati a una”.
“Cos’ è?”
“È una cosa dei cristiani che quando vanno in chiesa poi mangiano tutti insieme del pane per sentirsi uniti e, lo so che è una cosa strana, per loro quel pane è come se fosse il corpo di Gesù”.
Non funziona, lo vedo che non funziona. D’ altronde uno dei due è quello che ultimamente mi spiegava che esistono anche dei cannibali simpatici, che mangiano la frutta.
“Ok, vi ricordate quando siamo andati in chiesa per il battesimo di Oscar?”
Si, se lo ricordano, anche perché il sacerdote, che conosce i suoi polli e sa benissimo che lì dentro ci sono più atei, agnostici, altrocredenti e non praticanti che nel contiguo quartiere a luci rosse, ne aveva approfittato per una bella lezioncina rivolta ai bambini, ma utilissima anche agli adulti presenti, sul cosa fosse esattamente il sacramento del battesimo.
“Bene, allora, il battesimo di Oscar è stato come il diploma A di nuoto e la comunione è il diploma B. Poi ci sarebbe anche il C ma ve lo dico un’ altra volta”.
No, perché secondo me le cose si capiscono meglio con parabole e similitudini già note.
Domenica vedremo come va. L’ ultima volta, al battesimo, Ennio voleva essere battezzato anche lui e gli ho spiegato che va benissimo, non c’ è problema, basta che fa il corso di catechismo previsto. allora ci ha ripensato.
“Non me lo dire, meno male che con questa comunione abbiamo anche finito con tutte gli impegni in chiesa e il catechismo”.
Ah, ma allora ditemelo che siete come quei due di cui mi è appena arrivata partecipazione di nozze, che non hanno messo più piede in chiesa dal giorno del loro battesimo, ma sempre in Chiesa si sposano.
Niente, io capisco più quelli che portano i figli al corso di nuoto pur non sapendo nuotare essi stessi, che quelli che battezzano i figli ma non vanno in chiesa regolarmente. Ma dipenderà da me.
E’ che i nonni ci rimangono male….. e sai bene quanto questo argomento possa essere devastante: come puoi dare un dispiacere così alla tua mamma, dopo tutto quello che ha fatto per te? E via così….. e quindi vai col matrimonio religioso (e soprattutto con l’insopportabile corso rematrimoniale), e poi i battesimi. La solita ipocrisia delle abitudini e delle cose che stanno/non stanno bene, che vanno fatte perché si sono sempre fatte e perché ti hanno insegnato così.
Noi viviamo lontani perciò siamo fuori controllo diretto, e quindi per ora ci fermiamo qui (battesimo del secondo fra un mese). Mi chiedo cosa succederà l’anno prossimo quando si renderano conto che il grande non farà la prima comunione (e quella la vedo dura che possa farla, dato che non sa neanche che esista una cosa chiamata catechismo)
Barbara, lo so, ma questa che si sposa è stata battezzata per non dare un dispiacere alla nonna – divorziata, per altro -, già ai suoi di genitori non gliene poteva fregare di meno all’ epoca, figurati ora. Me la devo far spiegare, magari è lo sposo che ci tiene e frequenta l’ ambiente.
Va detto che io non capisco neanche quelli che li battezzano pur andando a messa. Ma io sono un caso a parte.
oddio, adesso mi hai messo un pensiero, come ne esco?
Sì, le cose cattoliche danno molti pensieri fin dai tempi della mela. 🙂
E il rinfresco? Pierogi??
No, porto io il vino, non so cosa fanno, ma di solito sempre le solite salatki buonissime
Una religione, secondo me è da provare. Confrontarsi con l’idea della morte, l’idea della solidarietà, l’esame di se stessi e la meditazione. Desiderare una vita utopica, confrontarsi con questioni di principio e vedere dove ogni idea porta in tutte le sue ramificazioni, disciplinare i propri pensieri, etc etc…
E’ normale nel tempo crescere, diventare atei, un po’ più egoisti, sapere che tutto finisce qui e altro non c’è, e cercare di preservare dei valori senza legarli ad una verità rivelata e sostituirne alcuni con altri, etc etc etc…
Ma se un cammino religioso non lo hai provato da ragazzino non sarà parte di te, anche nella sua assenza, da adulto – quindi è giusto consentire di provare l’esperienza ai figli anche se non la si condivide e forse proprio se non la si condivide o non la si condivide più – i figli vivono con te e respirano i tuoi pensieri (e li giudicano), è bene che vedano cose c’è oltre il pensiero di mamma e papà.
Poi ci sarà sempre chi ogni esperienza la riduce alle foto belel, il vestito costoso e la bomboniera fica, ma… chi se ne frega?
Vedi, io la religione l’ ho provata, e con l’ idea della morte e la bellezza e la bruttezza suprema dell essere umano e tutto il resto che dici mi ci confronto tutti i giorni. I miei figli questo cammino religioso formale non lo stanno facendo, ma siccome in casa lavoriamo molto su quello etico e l’ umanesimo, io continuo a meravigliarmi quanto siano saggi, generosi, introspettivi in un modo in cui noi non eravamo da piccoli. punti di vista, ma delle volte uscire dai percorsi soliti ti dimostra che non `e la religione, che è un prodotto dell’ essere umano, ma le infinit possibilità di quest’ ultimo a fare la differenza. Solo che molta gente vive meglio con le scorciatoie e si trova benissimo in un percorso i tipo formale.
allora, io spero che questo blog non venga mai scovato da persone che mi conoscono dal vivo, cioè dall’Italia in particolare.
La maggior parte della gente è agnostica/atea/antiVAT ecc. finché non si deve sposare o fa un figlio. Tutti fricchettoni radical chic tipo “ma che sei matto l’8%o al Vaticano….nooooo? c’è un’onlus che sta proteggendo il pidocchio a pois delle Ande, io lo do a loro” poi ad un certo punto “ohibò, ma cos’è quell’edificio con una croce sopra proprio al centro della piazza?” “no, non puoi capire, se ti sposi lì te fanno tutta una cerimonia, ‘na cosa fichissima, abito bianco, fiori, candele, predica, lacrimucce e compagnia bella, e poi se ti sposi in chiesa fanno regali più figchi, è provato” “maddai, ma che serve?” “hai presenta quella cosa che tidiceva tu madre da piccolo, tipo vai a messa ecc. beh basta quello, si chiama cultura cattolica e tu ce l’hai, al battesimo ci ha già pensato lei” “apposto allora” e così va! e poi il giorno dopo come niente fosse, ma siccome sono io la rigida mi sento dire “ma un po’ d’acqua in testa che vuoi che gli faccia al ragazzino” …andiamo bene, se è questo il criterio! io fossi prete, specie quelli di paese dove il fenomeno è più diffuso, la domenica mattina andrei in giro con la lista dei battezzati e sposati in chiesa e li tirerei giù dal letto per portarli a messa. Proprio di recente mi sono scampata un battesimo di gente che SO che non gliene frega niente anzi meno di niente tranne che della sfilata col vestito buono per il paese, e il giorno dopo, domenica mattina, meno male che c’avevo da fa, mi sono scampata pure la telefonata di skype di rito per gli auguri, che poi auguri di che boh, ma meno male che non c’erao sennò un “ma non siete andati a messa stamattina” non glielo toglieva nessuno, e crisi familiare a seguire, meno male che la domenica mattina c’ho troppo da fare per andare a messa va!!!! e cmq io sno polemica, cinica e un tantino scassacazzi! Grazie Barbara per il post era un input che sentivo proprio mio 😉
Guarda che comunque se ci ripensi e lo vuoi sia battezzare che comunicare c’ è la missione italiana d’ Olanda, chiedi e ti cerco il contatto
mi hanno già cercato su fb, no grazie! e cmq io non parlo per partito preso, ma mi faccio delle domande, a differenza di chi invece butta un po’ d’acqua in testa….tra i due chi è quello irrispettoso mi chiedo.
Per quanto riguarda la partecipazione dei miei figli, mi girano anche un po’ visto che io per fortuna vivo in un paese laico, e mi da terribilmente fastidio quando qualcuno gli butta in faccia, all’improvviso, sai che cuginetta xxx si battezza fa la festa…. e alla parola festa una bambina di 6 anni le si accendono le lucette, ora perché mi devo 1 sentire costretta da altri a spiegare cose che decido io il come e quando e 2. far ritrovare i miei figli in una situazione quasi di difetto, come se a loro manchi qualcosa, no scusate, ma che me ne sono andata a fare! e io al battesimo di un bambino ci vado quando so che la cosa è sentita e per quella cosa umana che si chiama empatia, la sento mia a mia volta, mi fa piacere cocndividere con loro il momento se i genitori sono di quelli che sanno cosa fanno, e non buttano un po’ d’acqua in testa tanto per….
Ma infatti è quello, ho amici che la comunione del figlio l’hanno vissuta con enorme commozione perché era il momento in cui per loro il bambino incontra per la prima volta Gesù senza intermediari. Ecco, questo mi ha dato da pensare, l’ho trovata una cosa bellissima che loro la vivano così, perché si capisce meglio, conoscendole poi le persone anche in altri ambiti, cosa significa la fede per chi ci crede sinceramente
è vero, anche a me a volte mi prende una forma di “invidia” per chi riesce ad abbandonarsi così mani e piedi verso qualcosa di ignoto, ma poi mi fermo a guardare i riti e non ce la posso fare, quello è teatro per me, non ha niente a che fare con spiritualità e fede. Per come la vedo io se Dio c’è è superiore a tutta ‘sta roba, se esiste davvero le religioni lo costringono in paletti, lo ridimensionano, come posso pensare a qualcosa di così infinito, supremo, onnipotente, benevolo ecc. e allo stesso tempo credere che possa importargli se mi bagno la testa con l’acqua, o se mi faccio la navata con l’abito bianco o di qualsiasi altro colore. Penso che quella che ci propinano per fede da sempre è argine, il rito non mi aiuta a pensare grande, ma mi riduce a rimpicciolire al limite. Mi riduce a pensare che questa cosa immensa si sta concentrando su un dettaglio così insignificante, allora o non è vero che è immensa o addirittura che esiste, o è sbagliato il rito. Ecco! Questa è la sintesi del mio pensiero sull’argomento 😉 E cmq va bene tutto, basta che non vengono a dire ai miei figli che vanno all’inferno