Non volersi curare è la stessa cosa che voler morire? Questa notizia nei Paesi Bassi sta scatenando grandi discussioni e mi ha suscitato un sacco di riflessioni che vorrei mettere in fila qui.
Dodicenne con tumore al cervello, dopo la rimozione chirurgica e radioterapia rifiuta di fare la chemo, è stato malissimo durante le cure e non ne può più.
In soldoni questo porta le sue probabilità di ripresa al 50%, con la chemio si salirebbe al 75%-80%. Vista la differenza di opinioni tra i genitori separati sul rispettare o meno la sua decisione la tutela del minore passa ad ente apposito.
Due perizie psichiatriche dimostrano che il ragazzino è capace di intendere e di volere. Il medico curante alla fine è d’accordo. La madre che inizialmente era per le cure alternative ben presto aveva accettato radio e tutto il resto ma adesso vuole rispettare la volontà del figlio. Il padre che inizialmente accusava la madre di influenzarlo e aveva denunciato il tutore legale – e perso la causa -dice che adesso ha capito e lo rispetta. Il giudice ha stabilito che ha diritto a non curarsi se non vuole.
Il padre diceva di essere rimasto confuso quando da un lato sentiva il figlio dire che non voleva curarsi e dall’altro fare piani per il futuro e in questa apparente contraddizione ha trovato la spinta per avviare il processo e chiedere le perizie psichiatriche, che evidentemente, non lo sappiamo con certezza, devono averlo convinto che il figlio si rendeva conto bene della propria situazione.
Credo che questo caso sia esemplare per dimostrare che non volersi curare e non voler morire sono due cose diverse. Che fare il genitore, quando ti capitano le disgrazie, è durissima. Che qui nei Paesi Bassi abbiamo un sistema legale e dei precedenti che ai minori tra i 12 e i 15 anni in circostanze particolari permettono di autodeterminarsi in questo modo, come è successo in sentenze precedenti. In altri casi il giudice ha deciso diversamente e stabilito che gli altri minori in questione non erano capaci di realizzare la portata della loro situazione e ha imposto il proseguimento delle cure per il loro bene.
Conclusione: se un giudice, uno specialista, due psichiatri e non so quante altre figure professionali che se ne sono occupate hanno deciso che va bene così, si scateni adesso la vox populi a dire che sono tutti pazzi e incompetenti. Sui genitori non mi pronuncio, mai e poi mai vorrei essere nei loro panni.
Ad alcuni 12 anni potrebbero sembrare troppo pochi per decidere di una cosa del genere, ma diciamocelo chiaramente: quanti di noi nella stessa situazione, a qualsiasi età, sarebbero in grado di farlo? Quanti di noi capiscono esattamente che differenza fa avere il 50% o il 75% delle probabilità di guarigione quando l’unica certezza è che non hai il 100% ?
Nel caso specifico non sappiamo se un genitore si trova a dover considerare due ipotesi una più spaventosa dell’altra: questo figlio sta così male che minaccia di ammazzarsi se il dolore non smette opposta a: adesso sta malissimo ma in futuro potrebbe star meglio e devo convincerlo a tener duro anche se non ho nessuna certezza in più di lui e nemmeno sto soffrendo quello che soffre lui.
A volte quando vedi che un figlio sta malissimo senza avere il benché minimo controllo sul migliorare la situazione ti dici che è tuo dovere prendere sul serio il suo dolore, ascoltare quello che ha da dire, rispettare la sua necessità di controllare almeno qualcosa della sua vita. E delle volte questo significa andare contro il tuo più elementare istinto di genitore che invece vuole costringerti a correre, fare, cercare, interpellare, qualsiasi cosa pur di farlo curare. e invece ti tocca rallentare, fermarti e ascoltare tuo figlio. anche quando pensi che lui è piccolo, sta male e non può rendersi conto.
Io senza saperne nulla credo che questi genitori abbiano fatto il meglio che potevano in questa situazione: la madre che crede alle cure alternative ma accetta quelle ufficiali per salvare il figlio. Il padre che non si arrende davanti a nulla e tenta tutto. Lo stato che nell’interesse del bambino prima lo ha messo sotto la tutela giuridica di un ente esterno in modo da togliere le emozioni e i conflitti personali da una valutazione serena degli interessi del minore e poi, nella persona del giudice che lo ha ascoltato, gli ha dato gli strumenti e il supporto per esprimere il proprio volere. Tutto questo forse potrebbe sembrare un eccesso di autodeterminazione. Ma è quella che mi auguro per me e i miei figli.
Sempre meglio che buttarsi dal tetto perché sai che ti aspetta una malattia spaventosa e che il tuo stato non ti permette di morire con dignità. Perché abbiamo avuto anche questi casi qui.
La faccenda dovrebbe essere vista dalle sue fondamenta.
Partendo da un presupposto: a 12 anni non si e’ maggiorenni, ma minorenni. Questo e’ il presupposto base.
Se si ammette la libera scelta per un dodicenne di decidere della propria vita, allora lo si deve ritenere maggiorenne, cioe’ maturo per obblighi, doveri e responsabilita’ in generale.
Un dodicenne puo sposarsi? puo comprarsi una casa? puo’ vivere da solo? ed in caso di incidente puo’ rispondere in prima persona? ecc. ecc.
NO! Viene considerato non maturo e legalmente non responsabile. Infatti e responsabili sono i suoi genitori o tutori legali.
Questo taglia la testa al toro. Un dodicenne non puo’decidere un bel nulla. Le decisioni le devono prendere gli adulti e regolamentate da leggi comuni.
Un minorenne e’ facilmente influenzabile. Non ha strumenti per difendersi.
Questa non e’liberta’ (la decisione del giudice), ma incapacita’ di prendersi delle responsabilita’personali ( anche del giudice) nei confronti della tutela dei minori. Noto che gli olandesi hanno pochissima cura dei figli, non si preoccupano piu’di tanto delle loro sorti. Sono piu’ attenti ai diritti dei gatti che dei figli. Potrei citare esperienze personali, ma non e’il caso.
Saluti.
Lucio.
vedi, per quel bambino è stata quindi una gran fortuna vivere qui e veder rispettato un suo parere. Non sei forse maggiorenne a 12 anni, ma ce ne sono abbastanza di ragazzini che si tagliano o si ammazzano a quell’età. Diciamo che gli ha detto bene
un mio amico e’ stato operato da un tumore al cervello cattivissimo.
Aveva 21 anni, l’operazione gli ha tolto la parola, i muscoli facciali bloccati e altri danni. Ha fatto il percorso delle chemio con tutti i relativi guai. Ora ha 33 anni, molte difficolta’ nelle relazioni, ma e’vivo!
Non abbiamo perso un cervello davvero pensante, un genio che impara una lingua nuova in due settimane. Legge un paio di libri la settimana, roba “pesante, non romanzi, ma saggistica.
Poi ne scrive un sunto saliente e la recensione. Non abbiamo perso un piccolo genio compreso di una umanita’ immensa.
Temo tutti quelli che sostengono le “cure alternative”, sappiamo benissimo che se fossero “vere” non sarebbero alternative, ma usate normalmente. (questa era una piccola parentesi sul tema).
Se avessi un figlio gravemente malato sono certo che le proverei tutte, ma sono altrettanto certo che non lascerei decidere ad un bambino.
Qui praticano l’eutanasia come fosse un valzer.
Ne muoiono 16 mila ogni anno con l’eutanasia.
Per 3
Dato il numero di abitanti, se fosse applicata in Italia sarebbero 42mila ogni anno soppressi con l’eutanasia.
Per favore: questo si chiama taglio della spese sanitarie e non dolce morte.
Ti riempiono di morfina e poi t chiedono se vuoi morire. (cosi capita per davvero).
Con quale lucidita’ un 80enne puo’ rispondere?
Suvvia: esiste l’amore come cura per le persone malate e non un ago nel braccio.
Non e’ un caso. No! proprio non e’ un caso se la vita media in Nederland e’ inferiore di 2 anni e mezzo rispetto all’ Italia.
Chi se la sente di regalare due anni e mezzo di vita? Eppure questo accade regolarmente.
Un 12enne deve essere curato con le migliori medicine possibili e con il miglior personale medico possibile. Cosa quasi irraggiungibile in Nederland, dove facendo il paio alla Germania si ritrovano un sistema sanitario degno del terzo mondo.
Sono rapidi nei controlli? si certo! Non li fanno proprio!
I medici hanno i minuti contati per seguire i pazienti.
La differenza (purtroppo per me) la conosco.
Nella mia citta’ italiana abbiamo un sistema sanitario d’eccellenza (Verona).
Quando sono arrivato ho dovuto conoscerlo come ospite grave.
Solo il caso ha voluto che fossi trasferito al VU di A’dam, se fosse stato per i medici di Zaandam sarei morto e sepolto da un pezzo.
Quel bimbo 12enne: posso affermare per esperienza che sarebbe stato fortunato a nascere a Verona per quanto riguarda il suo malanno. Compreso il sistema di protezione dei minori.
Se apri un post sul tema del trattamento dei minori e della loro tutela, racconto l’orrore nascosto sotto il tappeto della linda Nederland. (anche qui, mio malgrado per esperienza diretta).
Un anticipo: l’amore per i figli e probabilmente alla pari per l’amore dei cani e gatti.
Capisco che molti li ritengono membri della famiglia, ma (con tutto il rispetto) costoro hanno perso il senso della misura.
Saluti.
Lucio.
Lucio diciamo che “we agree to disagree”. Io penso di aver spiegato molto bene nell’articolo e senza prendere posizioni quello che si sa del fatto e perchè mi sembra una buona cosa. Poi i casi drammatici in famiglia e tra gli amici li abbiamo avuto tutti, ma appunto, non è la singola raccolta di aneddoti che deve improntare l’azione di un giudice o un metodo scientifico. A te di fatto non sembra adeguato che a 12 anni una persona decida cosa vuole dalla vita io dico che in realtà a 12 anni puoi essere in grado di esprimere un parere e che di fatto nessuno manco a 80 è davvero in grado di prendere una decisione lucida e informata. Di fatto quel bambino le cure secondo il protocollo le ha fatte, non è che ha preso le goccine di zucchero, è stato il chirurgo che lha operato e non l’omeopata a dichiararsi d’accordo con la decisione. Esiste tutto quello che dici tu ed esiste una cosa che si chiama accanimento terapeutico, io spero solo di non dovermici trovare di persona, per il resto sono felice che non sia toccato a men.