“Bambini, smettete di giocare al computer perché è ora di dormire”.
“Aaaaaaaarrrghhhhhh”. Gesù, l’aria continua a vibrare almeno 40 secondi.Lo sollevo di peso mentre il fratello se la squaglia. Lui si appiccica alla poltrona e si dibatte.
“Benissimo vai subito a letto” mentre lo trascino sopra. Calma. Non farti provocare. Non farti mettere sotto. Fermezza e decisione. Ha cinque anni e secondo il libro che mi ha rivelato un paio di cose, gli stanno spallinando i livelli di testosterone, non è colpa sua.
“Pigiama, pipì, denti”. Si dibatte, urla e protesta.
“Io dal mio letto urlo fortissimo, e poi vi sveglio a tutti”.
Gli tiro giù i pantaloni e lo metto sedere sul water.
“Dai, fai la pipì” mentre gli tolgo i calzini e gli infilo i piedi nel pigiama.
“Noooooo”.
Mi impiastro un po’ a tirargli tre strati di magliette e maglioni in un colpo solo e prima di staccargli le orecchie torno indietro.
“Scusa. Prima il maglione, così. Adesso la maglietta di Star Wars. Adesso la maglietta a collo alto. Adesso il pigiama, bravo. Denti?”
“No”.
“Va bene, non te li lavi. Però adesso vai a letto”.
“Io odio tuttooooo. Odio tutti gli animali del mondoo. E ti odiooooo”.
“Va bene amore. Senti, va bene, puoi odiarmi. Ma io non ti odio mai, io ti voglio bene anche se mi odi perché sei il mio bambino”.
“E vado a dormire nel tuo letto”.
Lo prendo per un ramo d’ulivo.
“OK. Vuoi lavarti i denti adesso?”
“Si”.
OK ha funzionato. Un paio di anni fa mi crucciavo che non sapevo cosa pensasse questo bambino. Poi mi sono tranquillizata perché mi sono accorta comunque che sapevo cosa sentiva. adesso non so, mi sembra così trasparente. Al contrario del fratello che sembra me dodicenne, tutta una crisi di pianto.
I denti se li lava benissimo, mentre il fratello perfettamente impigiamato osa venire a reclamare la sua pipì.
Lo accompagno giù, al mio letto.
Di fianco c’è il padre schiantato un attimo con i vestiti e tutto. Gli rimbocco le coperte. Mi spupazzo gli ospiti che aspettano sotto imperturbabili, ci facciamo un sacco di risate, li riaccompagno e qualche ora dopo li recupero, tutti e tre nel mio letto. Ennio dal mio lato, dorme compostissimo. Orso con la testa incuneata sotto l’ascella del padre, quando cerco di tirarlo fuori scopro che il capo gli schiaccia tutto un braccino sotto di sé. Dormono come massi.
Me lo porto nel lettone degli ospiti perché è l’unico dei tre che posso portare di peso sopra, nel sonno mi abbraccia, dormiamo insieme. Poi lo sposto perché è caldo come una stufetta e scalcia via le coperte, che a me invece servono tutte.
Cavolo, io speravo che con i terrible two trascinatesi nei terrible three poi la faccenda si normalizzava. Mi salta fuori il testosterone.
Però povera stella, mi fa una tenerezza. E ribadisco, meglio questo che una figlia adolescente come me da giovane.
PS Per chi volesse chiarirsi i misteri della fragile psiche maschile in crescita, a me Crescere figli maschi di Steve Biddulph mi ha chiarito un paio di cose. Ha altre carenze, come no, ma aiuta. Peccato non faccia parola della crisi adolescenziale degli otto anni, però visto che quella si sta normalizzando un po’ alla volta, vuol dire che mi arrangio da me.
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