Per GenitoriCrescono ho scritto sporadicamente in passato, ma da ieri è iniziata una collaborazione fissa in cui insieme a Floriana Grasso ci occupiamo di famiglie fuoruscite per una rubrica che abbiamo voluto chiamare GC International.
Ammiro moltissimo il risultato raggiunto da Serena Nobili e Silvia Tropea, le fondatrici di GenitoriCrescono, che in pochi anni sono riuscite a costruirsi un’ ottima reputazione sul web come compendio di risposte, recensioni, interviste, dubbi, conversazioni sul mai abbastanza sviscerato mondo della genitorialità. Ancora più ammirevole se si pensa che questo risultato altamente professionale è iniziato per passione e il lavoro ‘vero’ di Silvia e Serena è un altro. Ma hanno saputo circondarsi di persone appassionate e competenti come loro, (ahem, ahem) per cui vi invito a leggere gli articoli di questo bellissimo blog.
Questo mese si parla di femminile, e il mio contributo è stato un’ analisi basata sulle mie esperienze e osservazioni nei Paesi Bassi, corroborate da facts and figures di pubblico dominio. Magari interessa anche a voi, appassionati di Olanditudini, capire in che modo si declina nel quotidiano l’ emancipazione delle donne olandesi.
Perchè non dimentichiamoci che quello dell’ emancipazione, a volte a oltranza e persino, come dicono loro, tegen wil en dank, ovvero a dispetto dei desideri dell’ oggetto di tale emancipazione, è una delle missioni nella vita dell’ olandese medio. Se abbiamo emancipato i poveracci, adesso tocca alle donne, abbiamo emancipato le donne, tocca ai bambini, alle minoranze di tutti i tipi a turno e persino al gatto di casa, perché chi l’ ha detto che i gatti non vadano emancipati? Dio forse? E allora è giunto il momento di emancipare pure Dio. E il bello è che ci credono e lo fanno.
Però io che provengo da altri modelli di emancipazione non posso fare a meno di metterli a confronto e chiedermi: ma non si sono persi qualche pezzo per strada, intanto che emancipavano il gatto? Ecco cosa ne è venuto fuori lo potete leggere qui.
Dei gatti vi racconto un’ altra volta. Perché l’ emancipazione delle donne è come le tette, ognuna ha le sue (quando non sono costretti ad amputargliele causa lunga e penosa malattia e comunque per il suo bene. O a fargliele rifare, anche questo, si presume, per il loro bene)
A occhio e croce mi pare che lassù l’emancipazione abbia funzionato più verso il lato maschile che quello femminile, nel senso che gli uomini si calano più nei panni delle donne e abbiano acquisito consapevolezza di ruoli finora a loro sconosciuti, ma comunque le donne insomma più o meno là stanno. Ma forse mi sbaglio, però interessante il tuo post su GC.