schortNon so se voi siete di quelle casalinghe che si mettono il grembiule (il grembiule, dio che banalità) per non sporcarsi i vestiti o se vi impataccate gloriosamente, tanto un vestito buttato via perché inservibile è solo un’ occasione per farsi un giro di shopping e sostituirlo. Non parliamo poi del modello di grembiule da sciacquetta bene, con girocollo di perle incorporato e rifiniture finto Chanel perché sbadiglio. Se non hai il coraggio di candeggiare con addosso il tuo Chanel vintage, non meriti uno Chanel, questa è la mia teoria.

Però lo stile non è candeggina e nella scelta dei vestiti la componente emotiva non va sottovalutata. Insomma, ci sono capi a cui ci si affeziona, e va bene portarli orgogliosamente, impataccati e tutto fino a che non abbiano assunto la consistenza della pelle della salma di Lenin, ma anche l’ occhio vuole la sua parte. Se non ve la sentite quindi di inviare linea recta il capo in questione nel rag-chest di cui vi parlavo la volta scorsa, ci sono dei modi creativi per salvarlo e trasformare la patacca in opera d’ arte.

Qui segue un pratico tutorial con foto per il metodo di tinture stoffe e vestiti del Tie & Dye. Leghi, tingi e alla macchia fai bye-bye, perchè si confonde nell’ artistica accozzaglia di colori, macchie e disegni che ne risulta. Ovviamente il metodo Tie&Dye si applica solo ai tessuti naturali, cotone, lino, seta, lana. Per lana e seta dovrete procurarvi il prodotto apposito e procedere a mano, e siccome a noi le macchie artistiche e il grembiule ci fanno un baffo, non abbassatevi ad usare i guanti di gomma per non macchiarvi di turchese le mani, fatene orgogliosamente il vostro decoro stile hennè distintivo, e indossate pure abiti di colore intonato alla tinta che state usando, lo schizzetto casuale sarà decorativo e vi distinguerà da tutti quelli che hanno comprato gli altri 199.999 capi identici prodotti in quel modello. Distinguersi, distinguersi è la parola d’ ordine. O altrimenti mettetevi un grembiule e dormiteci anche dentro (sempre con una goccia di Chanel n. 5 ai polsi però).

Premessa: se vi piacciono certi tipi di colore, sicuramente casa vostra ne sarà piena. Non vi costerà quindi fatica servirvi di accessori di lavoro abbinati ai capi da trattare.

IMG_6528

Necessario:

1) lacci, corde, collant usati, e se non ne avete, riciclate il vostro coffret-bondage (ma non usate le manette, se non sono inossidabili, o vi restano le macchie di ruggine, che potrebbero non intonarsi alle altre tinte. Se invece intendete proprio usare un handcuff-print, allora saltate a piè pari quanto segue, componete le manette sul capo nella posizione in cui desiderate appaia e immergete nell’ aceto per tempi variabili a seconda della stoffa: 1 ora per lana e seta, di più per cotone e lino).

2) se amate le textures, alcuni oggetti tipo biglie in vetro (non usate le perle naturali, per favore che in lavatrice si dissolvono e sporcano i capi da tingere), geisha-balls qi-gong saranno perfette

3) un colore per tessuti nella tinta che preferite. Ricordate che questo funziona solo se colorerete il capo in un colore più scuro di quello originale. E ricordatevi anche della teoria dei colori appresa nelle lezioni di arte di Mademoiselle Lavalà, e quindi se passate il rosso sul giallo vi viene l’ arancione eccetera.

Siccome sono la gemella cattiva della casalinga pigra, oggi parliamo del metodo in lavatrice che è rapido, pulito e permette di farvi un tè mentre la lavatrice lavora per voi.

Procedé:

IMG_6530

Prendete i lacci o tagliate a strisce un vecchio collant. Le biglie sono utilissime per creare delle testure nei tessuti di lana pure, alla fine vi metterò una foto su Facebook di un esperimento da dolcevita a cagoule scaldacollo in un solo giro di biglie e lavatrice a 90 gradi. Insomma, c’ è una vita no solo dopo la patacca, ma, per la lana e il cashmere, anche dopo il lavaggio troppo caldo. Fondamentalmente il volume della biglia fa infeltrire e ridurre la lana nei gli altri punti e vi ritrovate così delle strutture intorno alle biglie (tipo cartoni delle uova, per capirsi). Io a questo giro le ho usate per fare dei decori rotondi, dove il laccio serra il tessuto il colore non passa e quindi vi resta nel colore originario. I lacci messi belli stretti in fila vi fanno della righe, attorcigliando la stoffa e fermandola avrete le girandole e annodando, delle righe random.

Una volta legato ben stretto il capo, cominciate a fare i bagni di colore, dal più chiaro al più scuro. Infatti ci si può sbizzarrire, a ogni giro si aggiungono dei giri di lacci per delimitare ulteriormente la superficie da tingere. Per il bagno di colore buttate nel cestello della lavatrice il colore, attenti a non macchiarvi il macchiabile, aggiungete mezzo chilo di sale e lanciate un programma breve ad almeno 40 gradi. Finito il programma aggiungete un po’ di detersivo solito e fategli fare un altro giro. Tirate fuori, slacciate, ammirate, godete, stendete. Oppure riannodate e proseguite.


IMG_6532

Nella maglietta sulla prima foto vedete che ho fatto una riga alla base, dei cerchi sulla pancia (i laccetti con le biglie dentro) mentre le maniche le ho arrotolate e annodate per un effetto a caso. Già che c’ ero ho tinto con lo stesso blu denim anche un vestito originariamente verde bottiglia (quello tutto a destra) e una maglietta bianca di mio figlio, a sinistra, che per`ø prima ha fatto un giro di turchese con i jeans e infatti si intravedono anche delle righine turchesi. Invece con un lavaggio a parte ho fatto in turchese un paio di jeans molto chiari, questi semplicemente a righe orizzontali (eh, noi con le gambe lunghe ci possiamo permettere le righe orizzontali e ben altro, ecco perché poi ci avanzano i collant da tagliare per tingere, ci stanno perennemente corti al cavallo e ogni volta che li tiri su si sfregiano).

foto

Visto come è venuto bene? Quelli sotto sono i jeans ma per via del riflesso le righe si vedono poco, il vestito verdone ha solo delle righe sull’ orlo e sotto le ascelle, in zona patacca, e la maglietta blu, ah che bella la maglietta blu, e come mi snellisce.

Visto quanto poco ci vuole? Un tie, un dye e alla macchia fai bye-bye.

Però il primo lavaggio dopo la tintura fatelo da solo, e se avete voglia aggiungete un goccio di aceto nella vaschetta dell’ ammorbidente, e i successivi fateli con colori simili, perché le tinture possono sbiadire di lavaggio in lavaggio. E alla fine del ciclo vitale, avrete sembre dei bellissimi straccetti per il vostro rag-chest.

E non dimenticate mai il consiglio di Scialba: c’ est le ton-sur-ton qui fait la musique.

E se vuoi diventare amica di Scialba, qui c’ è il suo profilo su facebook.

 

12 comments

  1. Metodo fantastico… più che per i miei capi, per i capi d’abbigliamento di quella selvaggia della mia secondogenita 🙂

  2. Poi potresti provare col metodo contrario, ovvero il tie-dye alla varechina, che stó meditando di attuare su un paio di pantaloni della mia metá piú alta, che a lavare vassoi per le piante a lavorare si é varechinato un paio di pantaloni, che anche col camice non si sono salvati (camice troppo corto, tanto per cambiare, non li fanno nella sua lunghezza).

    PS:Ma cosa intendi precisamente per “zona patacca”, perché si puó inendere in vari modi, dalla parte macchiata al “cavallo”…

  3. Ti leggo da poco ma aldilà della genialità di questo post mi piace come de scrivi la tua vita i Olanda, che non è tutta spinelli e tulipani…
    Grazie a intercultura passerò un anno nei Paesi bassi, non ad Amsterdam, ma comunque lì… quindi sto leggendo il più possibile sull’argomento…
    Ti ringrazio davvero per l’aiuto che mi dai… baci!

  4. Ma funziona anche sulle patacche da olio di mandorle? Non so se ti e’ mai capitato… A me su un sacco di roba 🙁 Ungo la figlia, poi nel girarla / prenderla in braccio mi lascia un po di olio, che da “fresco” non si vede, ma con i lavaggi successivi, soprattutto sul cotone, diventa bIgio, lascia degli aloni terribili. Scialba pls help!

    1. Le mie patacche sono tutte unticce, infatti quello che funziona non è la tintura in se, ma la tintura a macchia. Macchia più, macchia meno, le patacche si confondono. Toccherà creare anche il grembiule da bebè contro olio, creme, rigurgiti eccetera.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.