oliebollen

Se avete visitato l’ Olanda sotto le feste vi sarete accorti di quei baracchini che vendono i fritti delle feste, in particolare le tradizionali oliebollen. Sono delle frittellone tonde fatte con una pasta dolce in cui si mescolano uvette e mela. Per farvi gli auguri vi lascio qui la ricetta al grido ctonio di un mio compaesano abruzzese il cui motto era: la femmen de casa ha da puzzà de fritt’. E siccome non sia mai maschio alfa si lasci scappare un’ occasione di integrazione tra i pater familias abruzzesi, da quando gliel’ ho raccontata ogni volta che friggo, lui rientra, mi bacia, mi annusa i capelli e mi fa con tono tenero: “Uuuhm, che buon profumo di casalinga”. Che il segreto di un matrimonio duraturo è poi pur sempre quello di rispettare i miti culturali dell’ altro.

Per cui a Capodanno, io friggo. Per integrarmi, friggo anche oliebollen.

La maggior parte delle ricette olandesi prevede un sacco di lievito e lievitazioni corte e brutali, se a voi dà bruciore allo stomaco, datevi più tempo e meno lievito. Ma d’ altronde quando mai a Capodanno uno si preoccupa di un eccesso di ingredienti? Fate e ditemi come vi è venuta, ci sta bene sopra una bollicina da bere, non è eccessivamente dolce e per via della frutta facciamola passare per ricetta sana. Maggiori dettagli sulla frittura in genere li trovate oggi su Genitori Crescono nella mia rubrica di Sopravvivenza domestica minima.

Ingredienti:

  • 1 kg. di farina
  • 1 lt. di latte tiepido
  • 80 gr. di lievito di birra fresco (io dimezzerei tranquillamente)
  • 80 gr. di burro fatto ammorbidire
  • 3 cucchiai di zucchero semolato
  • 3 uova
  • un pizzico di sale
  • 250. gr di mele sbucciate e tagliate a dadini o grattugiate grosse
  • 250 gr. di uvette, fatte rinvenire mezz’ oretta in acqua tiepida
  • succo di limone per non far annerire le mele
  • zucchero a velo per cospargerle

Occorrono poi olio per friggere, come quello di semi di girasole, e ce ne vuole tanto.

Un secchio, o ciotolona grossa (ma grossa) per far ricrescere la pasta, un mestolino o meglio ancora un cucchiaio per fare le palline di gelato, carta assorbente, un tegame con un bel fondo spesso e una schiumarola. Le friggitrici elettriche, mah, fate voi, purchè non siano del tipo con il coperchio da tener chiuso diurante la frittura, perchè così si forma condenza, che ricade nell’ olio raffreddandolo, si frigge male, il cibo si impregna di grassi e una frittura impregnata e unta è il peggior peccato capitale che possiate commettere, quindi non fatelo.

  1. sciogliete il lievito in un po’ di latte tiepido aggiungetevi la farina e fatelo iniziare a ricrescere
  2. mettete a bagno le uvette, sbucciate e grattugiate o fate in blocchetti le mele e copritele con il succo di limone
  3. mescolate un po’ alla volta tutti gli altri ingredienti, cominicando dalle uova e il burro fatti ben sciogliere nella farina, e aggiungendolo zucchero e, poco alla volta, il latte, fino ad aver mischiato bene
  4. aggiungete le uvette e la mela dopo averli fatti scolare. La ricetta della nonna prevede che si aggiunga il succo di limone delle mele, io eviterei, ma fate voi
  5. dopo aver mescolato bene la pasta delle frittelle nella ciotolona o secchio, e deve rimanerci molto spazio per farla ricrescere, coprite con un panno e fatelo ricrescere in luogo caldo. Dopo 30 minuti (e ‘tte credo, con quel malloppone di lievito, se ne avete messo di meno datevi più tempo) sbattere brutalmente il lievito sulla spianatoia infarinata, fargli fare un bel giro per farne uscire l’ aria (io non lo faccio mai, ma la nonna olandese dicono faccia così) e rimetterlo a lievitare un’ ulteriore mezz’ ora.
  6. A qual punto mettete in cucina una ciotolina piena di bicarbonato per asssorbire gli odori di fritto, mettete una grossa pentola larga sul fuoco con l’ abbondante olio da friggere (io compro la lattina da 3 litri e pace, ma anche prenderne due non fa male) e fatelo scaldare. Immergetevi un cucchiaio di legno asciutto, quando cominica a fare le bollicine l’ olio è caldo, potete fare una prova con un pezzettino di pasta lievitata per vedere come va. con un mestolino o meglio il cucchiaio per il gelato, prendete una pallina di lievito (gli olandesi le fanno grosse come mele, io mi terrei sul formato mandarino del supermercato, così siete sicuri di friggerle bene dentro senza carbonizzarle fuori, come piace a loro, che poi ci devono mettere lo zucchero a velo per sbiancarle) e mettetela nell’ olio. Aggiungetene alcune ma non troppe, prima di tutto per non raffreddare l’ olio e poi perchè essendo pallottose devono avere lo spazio per farle girare e cuocere da tutti i lati.
  7. quando sono cotte (provatene sempre una all’ inizio per regolarvi sulla cottura dell’ interno, non devono seccarsi, ma neanche restare fluide) tiratene fuori un paio, rimettetene subito una dentro (l’ olio non deve rimanere sul fuoco senza niente dentro o si brucia in un amen e potete buttarlo), lasciate scolare sulla carta da cucina e continuate fino ad esaurimento della pasta.
  8. Servitele calde spruzzandole di zucchero a velo.

La perfetta casalinga olandese ovviamente frigge solo all’ aperto con la friggitrice apposita, o su un fornelletto trasportabile (io uso la piastra elettrica, ma ripeto, se chiudete la porta e usate il bicarbonato e magari aprite pure una finestra, ci si riesce benissimo in casa). Ricordo una mia ex-vicina trentenne che raccontava, nell’ appartamento nuovo che avevano comprato, di aver fatto mettere apposta una presa per la friggitrice nel box macchina per poterci friggere a Capodanno senza impuzzonire la casa.

Perchè maschi, femmine, giovani, vecchi, tradizionalisti o trendy, a tutti noi la vera anima della casalinga sunta fuori solo quando ci mettiamo a friggere. Enjoy.

Non so dove passerete capodanno, noi saremo di fronte alla casa di Anna Frank, perchè è su quel ponticello all’ incrocio tra Prinsengracht e Bloemgracht che si fanno i fuochi più belli di Amsterdam. Se a mezzanotte sarete lì e ci incrociamo, fatevi riconoscere.

Credits foto: rubata da plazilla.com

6 comments

  1. Io invece godo a comprarle e mangiarle sul posto: il senso di colpa viene travolto sul posto e io ingurgito senza troppo pensare agli ingredienti. Buon anno!

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