Sempre in base al motto “massimo WOW col minimo sforzo” la casalinga pigra quest’anno è riuscita ad arrivare al natale e al cenone della vigilia molto più rilassata degli altri anni. Cerco di riassumere, incrociando molto le dita, i passi che mi ci hanno portata, lasciandovi persino il link al consiglio d’oro: cosa fare quando tutto il resto fallisce.

1) si migliora a piccoli passi

Se penso a certi post dicembrini che ho scritto quando i figli erano piccoli e io mi illudevo che ammazzandomi di fatica il mondo mi avrebbe voluto più bene, mi vien male, infatti mi guardo bene dal rileggerli. Però in questi anni ho lavorato molto su una cosa apparentemente semplice, ma difficilissima: dire di no. Fa tutta la differenza del mondo. Esercitatevi a Natale, dai, anno nuovo, vita nuova.

2) il natale è fatto per chiudere un’era

Io lo so che il clima preapocalittico di molti preparativi tipici del natale hanno a che fare tradizionalmente col fatto che arriva il solstizio, la vitamina D è ai minimi storici, le giornate brevi, il buio tanto e inoltre arriva la chiusura dell’anno contabile. E infatti le tradizioni di natale, le lucette, il chiudersi in casa a incartare e scartare regali hanno a che fare proprio col il prepararsi a una fine e a una rinascita. Non ce lo scordiamo, le tradizioni ci servono solo per prepararci a questo. Sono il nostro piccolo letargo. Nulla di quello che non riesci a finire per il 24 dicembre non può essere rimandato a dopo. Persino il presepe, le cartoline di auguri e il regalo. E che ce la siamo inventati a fare la Befana allora? Vi ricordo che persino i re Magi sono arrivati dopo i botti. Fatelo anche voi.

3) i dolci ricordi di infanzia sono sopravvalutati

Chi ha figli o nipoti si fa afferrare ancora di più dalla frenesia del rito perché convinti del sacro compito di ricreare dolci ricordi d’infanzia. Ora se io penso ai miei dolci ricordi d’infanzia pochissimi hanno a che fare con le feste comandate (che poi sono anche il periodo migliore perché un bambino si ammali o si faccia male, per dire, una Pasqua finii al pronto soccorso a farmi estirpare un’unghia finita nella catena della bici).

Il mio ricordo d’infanzia più bello e tenero è stato un giorno qualsiasi infrasettimanale, in cui mia madre, che all’epoca vendeva prodotti per auto a lavaggi e officine, mi prese con sé sul furgone, andammo a fare delle consegne e al ritorno ci fermammo in riva a un torrente, lei cacciò un pacco delle spugne più orrende del mondo, marroni, rettangolari, avvolte nella plastica e poi teute insieme a blocconi in un’altro strato di plastica e lo poggiò sull’erba. Ci sedemmo lì sopra a intrecciare margheritine. Quelle spugne mi sono più care di un albero di natale con le lucine, che pure non ci sono mancati. Ma di quei preparativi natalizi io ricordo soprattutto la pace serena dei pomeriggi in casa, io, mia madre e mio fratello, a fare stelle di carta velina (fatte una volta), legare col refe i mandarini da appendere all’ albero, fare i tortelli. Se ci vuole Natale per costringersi a prendersi del tempo per fare tutto questo ben venga, io con i miei figli me lo prendo quando possiamo e ci va. E sono curiosa di sapere cosa rimarrà a loro come ricordo tenero d’ infanzia fra 30 anni.

Fidatevi: una fatica il primo anno che ho portato Ennio a vedere l’arrivo di Sinterklaas, con la nave, i Piet giocolieri, la ressa, spostarsi in un punto per vedere qualcosa, l’attesa infinita a far nulla, il freddo. L’unica cosa che si è ricordato è stata la cacca fatta dal cavallo bianco di san Nicola nel momento in cui iniziava la sfilata. Tutto questo sbattimento per una cacca. No, ma ditemi voi.

4) nightmare before Christmas

Io adoro la vigilia di Natale, come la festeggiavamo dai miei alla polacca, come me la sono reinventata con gli amici in Olanda, tutto. La più brutta in assoluto fu quella in cui ero incintissima del primo figlio, quindi proprio un  natale in attesa del Bambino, quella era l’atmosfera e vennero mia madre e mia zia che poverina stava da sola (ti chiedi come mai i figli di certa gente si guardino bene dal passarci il natale insieme).

Alle 18 di sera, tavola apparecchiata, mamma e zia che avevano dato sfogo a tutte le proprie nevrosi del Natale, io che stavo per sentirmi male dalla fame e dalla megapanza, e dalla stanchezza pre-apocalittica e tutto il resto e mia zia che ci ha proibito di sederci perché bisognava aspettare la prima stella della sera e cantare le canzoni di Natale. Stavo per andarmene nella pizzeria a fianco con il più colossale Vaffanculo di auguri, mi sono trattenuta perché prima dei figli ero tanto repressa, è stata la cena più incazzata e triste della mia vita e alle 18.25 ero a letto a piangere. Mai più. Se certi parenti ti rovinano le feste, le feste le fai con qualcun altro, pace. Sul serio, la vita è troppo breve per le stronzate.

5) godersi la festa semplificando

Poi che c’entra, pure io mi sono fatta la mia bella sfilza di feste dai parenti facendo buon viso a cattivo gioco, ma devo dire che con i miei genitori e la varia famiglia allargata le feste ce le siamo sempre goduti da matti, cercando di incontrarci con cugini carucci, giocando, visitando presepi e mangiando cose buone. Qui ho spiegato per filo e per segno come arrivarci, alle feste migliori, per godersele senza troppa stanchezza.

6) e se non vuoi cucinare?

Friggi. Attaccati ai fritti, alle frittelle, al baccalà, alle verdure in pastella, prendi del pane buono, degli affettati e formaggi buoni, apparecchia una bella tavola, se vuoi esagerare fai uno zabaglione o una crema di mascarpone con la qualunque o un gelato qualsiasi in vaschetta  per farcire il pandoro comprato e pace.

7) gli auguri?

Io ho smesso di stressarmi perchè non arrivo a tempo a mandare cartoline. Manco gli auguri su wazzap o per sms. Posto qualcosina di carino sui social, una telefonata il giorno di Natale ai parenti cari e anziani e per il resto un bacio e un abbraccio quando ci vediamo. E se non ci vediamo, me lo dici che cavolo mi devo stressare a fare a mandarti una cartolina? Ma seriamente.

8) la fai facile

Lo so, lo so, non starei scrivendo tutto questo se non avessi alle spalle abbastanza fine anno di stress e stanchezza assoluti e totali. Diciamo che quest’anno ha aiutato pianificare il lavoro in modo da finire il grosso e l’ urgente una settimana fa, ci rintaniamo in casa per tutte le feste a pulire, fare i compiti e riposare senza obblighi, solo gli amici cari, e le influenze fulminanti le abbiamo pure già passate. I regali ci siamo spicciati a san Nicola e mi ora dò a pigiami, mutande e calzette giusto per avere un pacchettino sotto l’ albero.

In realtà sono fin troppo consapevole dell’impazzimento che a volte ti prende senza che uno ne possa uscire. E per tirare su di morale chi a questo giro sta incastrato ho scritto questo: la tecnica dell’ opossum. Perché iO POSSUM. Provateci e fatemi sapere come è andata.

9) ridiamoci sopra

Vi lascio con la canzone di Natale delle Fascinating Aida’s sopra, con il motto che ho deciso di fare mio: Cerca di non essere una stronza, a Natale.

Auguri a tutti da Mammamsterdam vostra. Le foto in tempo reale le troverete sul gruppo facebook Mammamsterdam.

E, dimenticavo, come potete, dove potete, con chi potete, non stiamo sempre a pensare al sesso:

10) Fate l’amore

È pure gratis.

7 comments

  1. Ecco, ho letto i primi 9 suggerimenti, mi son detto “Questo lo posso fare, quest’altro pure lo seguirò alla lettera” e poi, zac, ti arriva il punto numero 10 e ti taglia le gambe (le gambette, nel mio nanocaso).
    Nonostante il finale del post, auguri Mammamsterdam 🙂

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