Un’ ora in meno: e il sole disegna una lampada sul muro, la mattina alle 7.
Due mesi di fisioterapeuta: che dice che sei cresciuto di due centimetri in altezza e di due chili in peso, e che la forza è aumentata, ma sull’ equilibrio dobbiamo ancora lavorare. E andiamo a fare kung-fu insieme, dai.
Due sessioni con la coach: che ti ha insegnato con un racconto e due disegni che tu sei in grado di fare tutto e decidere se una cosa ti prende bene o ti prende male. Perché decidi tu se pensarla in positivo o in negativo, ma pensarla in negativo crea emozioni brutte. Sarà una coincidenza ma da una settimana niente più attacchi di rabbia con coltelli e drammi.
Tre sommelier e tre giorni ininterrottamente in giro, per andare al Vinitaly senza incasinare troppo le cose: partiamo alle 2 di notte rientreremo alle 2 di notte. Meno male che la socia di setta mi offre un divano letto a Verona.
Influenze a catena: prima mia madre, che comunque domani parte (“Senti, la prossima volta vieni a giugno per il mio compleanno invece che a febbraio per quello dei bambini, magari è la volta che non ti ammali”), poi io, poi un pelino Orso, poi il capo che non si sa.
Otto giorni di vacanza per Ennio, con sessioni quasi ininterrotte di wii e giochi al computer con l’ amichetta preferita e grandi sessioni di pernottamenti: prima lui da lei, poi lei da noi (“Senti, ma sei sicura che a sua madre stia bene che dormano insieme nel lettone?” “E perché no, io la scelta gliel’ ho proposta, se va bene a loro, tanto sono piccoli” e infatti al mattino li ho beccati svegli a leggere Topolino quasi al buio), poi di nuovo lui da lei (“Se rimani a dormire possiamo metterci sui divani e guardare la Tv” “Oh, e c’ è il calcio, stasera?”).
E poi quattro: i giorni dai nonni per Pasqua, con cuginetto major che non gli sembrava vero fare giochi scatenati con i cugini grandi e zio preferito e cuginetto minor che lancia giocattoli dall’ alto per scoprire la forza di gravità e ci parla nel suo gergo bilingue ungaro-batavo.
Due: gli agnellini alla cui nascita hanno assistito in diretta (“E nonno ha infilato la mano nel buco della pecora e sono usciti insieme a tanta acqua e cacca” “Quello era liquido amniotico”, “Bruno perché non vieni a vedere?” “L’ agnellino non si muove, ho paura, è morto?” “Ma no, eccolo che si muove” “E mamma, l’ agnellino era sporco di sangue, ma è normale, poi la sua mamma l’ ha ripulito”.
Quattro le lasagne che contrariamente a ogni previsione i miei figli hanno accettato di aiutare a preparare.
23.000, gli euro che l’ ufficio imposte ha deciso che gli devo e tocca spiegargli che magari glieli dovessi, sarei felice anch’io, ma ora decisamente no. Ma mi do da fare per il prossimo esercizio, prometto.
Appendice dieci, le unghie pittate con il mio nuovissimo smalto color tabacco (“Amore, ma come hai fatto a prenderti a martellate tutte e dieci le dita?” “Bastardo”).
Decisamente, dei gran bei numeri. Sarà che è primavera.
ma che grandi!! (e che strafighi!! lasciatelo dire in un orecchio 🙂
Core de mamma, ma anche in due orecchie 🙂
Due cuochi da invidia!
I numeri (a parte quelli delle tasse 🙁 …) direi che hanno portato buone cose e sanno di corsa in avanti. Che poi con questi ragazzi alle volte si vorrebbe essere già parecchio oltre e alle volte si vorrebbe fermare il tempo, vero? Un abbraccio.
Verissimo, il più delle volte li vorrei congelare, così belli, morbidi e piccoli come sono.