Oggi Genitoricrescono mi ricorda che tempo fa avevo scritto questo post con una riflessione sul cambio di stagione. E rileggendolo mi sono sorpresa, perché senza accorgermene oggi ho tolto gli stivali dalla scarpiera, anche se solo ieri sera li avevo rimessi, il maschio lo scorso weekend, vedendomi sopraffatta dalla vita, ha proposto di prendere in mano lui l’archiviazione delle mie caselle di mail (e gliene sarò grata per sempre), e io da qualche settimana sto riflettendo su cosa significa per me fare spazio.
E mi sono resa conto che in questo momento significa soprattutto tagliare rami secchi, metaforici e vegetali, che è ora di reimpiantare un’idea di orto, difendere i miei confini di spazio e impegno nei confronti di tutti, si, anche dei figli, e concimare: farmi regalare briciole di sostegno ed energia da chi mi vuole bene.
Questo quindi il mio programma generico di primavera, sui dettagli ci risentiamo.
La presente vale anche come avvertimento: come sa chi mi scrive o mi si rivolge da anni, ho un po’ il complesso di Wonderwoman e Madre Teresa: adesso invece devo chiedervi di difendermi da me stessa, e non ci sono per consigli, pareri, aiuti e robe varie, piuttosto lo chiedo io qualche aiuto pratico a chi può. Quindi non meravigliatevi se a volte lascio delle porte chiuse. Mi farò risentire quando sarò pronta.
E come diceva Salvatorello, il banditore comunale di Ofena quando ero bambina e annunciava il rientro temporaneo di qualche emigrante dall’America: “Se qualcuno gli vuole portare qualcosa, sta alla casa”. Se volete portarmi qualcosa di bello e di buono, mi trovate a casa.