A me dei voti dei figli non è mai importato niente. Ma proprio niente. Non mi importava già dei miei, figuriamoci dei loro. Trovo che anche se per loro è importante guardare e fare confronti, a noi piace così tanto imparare cose e scoprire fatti nuovi che davvero che ciò avvenga entro gli orli limitati dei programmi scolastici è l’ ultimo dei miei pensieri.

(L’ amica Vic, che mi ha tenuta sotto osservazione per anni,  sostiene che il mio trucco per prendere 30 agli esami non era studiare per tempo, che io da giugno a ottobre lavoravo 16 ore al giorno e mi presentavo isterica a casa sua tre giorni prima dell’ esame urlando che non avevo letto nulla, per poi farli bene. Era che essendomi scelta una facoltà che mi piaceva, io le cose che dovevamo sapere all’ esame me le ero già letta anni prima su altri libri perch`e mi interessava saperlo. Oppure per osmosi. È una teoria interessante).

I bambini certe volte mi attaccano con: mamma ma lo sai che…… e mi spiegano cose che non so dove e come le abbiano imparate (tipicamente, sul Donald Duck di cui abbiamo l’ abbonamento). Anzi, spesso non le so proprio io di mio.

Comunque la pagella e il colloquio di Orso nella nuova scuola sono stati meravigliosi. La maestra lo ama e ammette sinceramente che tra loro c’ è stata qualche chimica dal primo istante, stanno sempre a ridere insieme e quando lui si incapoccia lei sa sempre motivarlo a fare. L’ unica cosa è che spesso si distrae e fa fatica a concentrarsi, ma o se ne va in corridoio, o volta il banco verso il muro, o gli danno la cuffia contro i rumori, che molti bambini come lui provano fastidio per certe frequenze, crescendo passa, ma finché ce l’ hanno meglio mettergli la cuffia per non farli distrarre.

Legge a livello dei bambini di due anni e mezzo più avanti e conosce molte parole difficili (non ho avuto il coraggio di dirle che forse le aveva imparate sul Donald Duck. Che si porta a scuola di nascosto e legge di nascosto sotto al banco.

– Certe volte lo vedo che butta l’ occhio nel suo tiretto, e poi scopro che ci tiene dentro un giornalino. Be, lo facevo anche io a scuola.

– Anche noi, diciamo in coro io e il capo.

Ennio, tutto il contrario. La sua maestra non fa che dirgli che da lui si aspetta maggiori risultati perchè sa benissimo che lui ce la può fare, gli aveva dato il programma extra perchè finiva troppo presto le cose obbligatorie nel suo planning e toccava tenerlo occupato, a questo giro niente.  Tutte sufficienze (meglio di un calcio in culo, chi dice di no), niente programma extra perché finisce a malapena quello che ha, niente entusiasmo, una opacità generica che non è da lui. Ed `e questa mancanza di entusiasmo per la scuola a impensierirmi.

Per forza, è insonne da mesi. Per forza, sono mesi che ci dice in tutte le salse dei bulli e mi chiede di fare qualcosa e parlare con i loro genitori. Ma visto che queste cose succedono a scuola, io prima di andare dai genitori è con la scuola che devo parlare.

Tanto la scuola le risposte che vogliamo noi non me le ha date finora e non è in grado di darmele neanche se aspetto ancora. Adesso abbiamo un appuntamento dopo la settimana di vacanze che inizia lunedì. Ma io gli ho già fatto un’ iscrizione provvisoria a scuola del fratello e lui ha tempo fino a giugno per capire da sé che vuole andare lì.

Il mio problema innanzitutto è il bullismo e il fatto che lui a scuola non si sente sicuro e ogni mattina mi fa una pianto greco e ogni sera non riesce a dormire se non nel mio letto e comunque tardissimo. Adesso le logopediste lo hanno anche messo alle strette per fargli smettere di ciucciarsi il pollice che ne ha già l’ impronta nel palato.

Il mio secondo problema sul profitto, che mi importi o meno dei voti, è che il prossimo anno è in settima. La settima è la penultima classe prima delle superiori e ti fanno il test di preingresso, in base al quale ti indicano il tipo di superiori che puoi fare. Ad Amsterdam i licei che vorremmo noi per lui, quelli categoriali (cioè che hanno solo il liceo e non fanno parte di un gruppo scolastico con tutti i tipi di indirizzo, professionale, tecnico ecc.) sono pochi, strarichiesti e hanno standard di ingresso alti, tanto devono respingere non so che percentuali di aspiranti.

Non è che se non esci bene con i voti in settima non potrai mai andare al liceo, ma non in uno di Amsterdam, o ti tocca andarci via allungatoie di anno integrativo in anno integrativo. Non esattamente l’ iter scolastico stimolante ed esigente che funziona così bene per lui, che sotto pressione e negli standard alti ci nuota come un pesce nell’acqua e da il meglio di sé senza neanche sudare.

Qui con il fatto che quasi ogni anno cambiano maestra si ritrovano spesso in settima che ti dicono che va bene, va bene, fino a che non fa un test disastroso e cominciano a farti le cassandre. Il mio consiglio è che se i genitori sono in grado di vedere il figlio spassionatamente e sanno se ha o meno le capacità e la motivazione per andare avanti, le maestre manco le devono stare a sentire, perché hanno un modo di dirtele le cose che fa venire l’ ansia senza che concretizzino il problema.

Allora il consiglio che mi hanno dato negli anni diversi amici con figli più grandi è stato questo: tieni le copie di tutte le pagelle del figlio, soprattutto se è un bambino che è sempre andato bene. Nel momento in cui in settima gli fanno il pretest e, dioneliberi, o perché ha una giornata no, o perché ha l’ ormone che impazza o per qualsiasi altro motivo lo fa male, e ti dicono che invece del liceo che pensavi tu loro gli consiglierebbero le professionali (giuro, pare che non ci siano vie di mezzo), devi presentare i voti precedenti, dire di tener presente che quel risultato lì non è congruo con il resto della carriera scolastica del bambino e che se l’  esame finale in ottava dovesse confermare quel giudizio voi genitori non avete intenzione di accettarlo, pertanto hanno ancora un anno di tempo per rimetterlo a pari.

La scuola elementare olandese di suo è meravigliosa perché non è basata sul nozionismo ma sulla capacità di imparare a trovarti da solo le informazioni che ti servono, sull’ apprendimento di una autonomia di studio, sullo sfruttamento dei talenti del bambino piuttosto che mazzolarlo per quello che non sa fare. E siccome stanno a scuola fino alle 15 in genere non hanno i compiti per casa, gli insegnano a cercarsi libri in biblioteca e a fare le ricerche al computer con le presentazioni in power point.

Ma ha il grosso difetto di prendere i bambini di 11 anni e impostarli su quello che credono vada bene per loro nella vita e farti prendere decisioni definitive. A 11 anni, proprio l’ età cerniera in cui quel po’ di certezze che ti eri costruito le stai buttando a mare per fare spazio a quelle nuove. L’ età in cui ti salgono gli ormoni, il tuo corpo cambia e il tuo cervello cerca disperatamente di tenergli dietro.

A 11 anni ti dicono se andrai o no all’ università. E anche se di tanta gente a 11 anni tutto questo è anche abbastanza evidente, questo sistema non lascia spiragli a tutti gli infiniti giri di banderuola che ci possono essere tra gli 11 e i 18 anni. E a me fa paura, perché in quegli anni devi solcare le onde, anche quelle di tempesta, per trovare il tuo porto, non cominciare a rassegnarti a quello che ti dicono che non sai fare. Perchè sono energie sprecate.

Per questo se da qui a luglio la scuola non mi da risposte soddisfacenti dovremo prendere grosse decisioni. Meglio adesso però che l’anno dopo.

Perché la differenza tra me e l’ olandese medio è che lui ha l’ impronta calvinista e crede nella predestinazione. Io invece ho l’ impronta cattolica e credo nella remissione dei peccati. Per cui non mi faccio scrupoli a mazzolare quando serve, tanto poi mi appello all’ articulo mortis. Ma è il sistema qui che ho contro e allora tocca prevenirlo.

(Oh, poi se vuole fare il falegname, un mestiere in cui vedo molto bene Orso per esempio, non sarò mica io a oppormi. Ma intanto prima fa il liceo).

22 comments

  1. più leggo esperienze come la tua e più mi convinco che se avessi portato via da questo paese di meddddda mia figlia a quest’ora lei sarebbe perfettamente integrata e, soprattutto, serena

    DEVO andar via, devo andar via, devo andar via…

    almeno a salvare il salvabile

    1. Va bene, ma i miei neanche sono poi così integrati qui. Mi consolo pensando che certi bambini cominicano a integrarsi solo all’ università, per questo ci terrei se i miei la facessero.

      1. qui si riempiono le bocche di integrazione di non-discriminazione, ma poi, di fatto, si fa di tutto per allontanare “il problema”, perché, chiaramente, è molto più facile rispedirlo al mittente (in questo caso la famiglia) che doversi impegnare in alcun modo…
        Parlo da mamma di ragazzina Aspie.
        All’estero la sua genialità sarebbe incoraggiata e sfruttata, qui si guarda solo agli aspetti negativi (pochi e gestibili con un minimo di intelligenza e sensibilità) tralasciando quelli positivi 🙁

      2. Sull’ estero e la genialità che verrebbe incoraggiata e sfruttata mi faccio poche illusioni, sicuramente non in Olanda che ha il culto della mediocrità e l’ eccellenza è una cosa sospetta da combattere. Ma una mia amica, lo dico nell’ altro commento, in America ha risolto. Non ovunque, ma insomma (è anche un paese grande).

      3. sto seriamente valutando l’idea di ritornare a vivere in Canada (dove la genialità viene incoraggiata ed apprezzata) oppure andare in Spagna (così resto in europa e posso vedere i miei genitori più spesso)
        Non è facile, ma ci sto provando (trovare il lavoro a quasi 50 anni diventa sempre più arduo)

    1. Il sistema scolastico olandese non è meglio o peggio di quello italiano, parlando genericamente. È diverso ed è fatto per gli olandesi. Bisogna avere la fortuna di trovare le singole scuole e i singoli insegnanti che fanno un buon lavoro con i bambini. Se non altro qui il sistema prevede tante figure professionali in cui mettere a lavorare meglio che di fronte a una classe tante persone con le competenze giuste e magari il carattere sbagliato. almeno invece di fare danni sono utili.

      1. anche qui in Italia dipende molto dalla fortuna: trovare insegnanti bravi e motivati (sempre più rari) fa la differenza

  2. Grane Orso! Sbaciucchialo per me – sapevo sarebbe stata la cosa migliore cambiargli scuola.

    Pazzesco il sistema che ti fa scegliere ad 11 anni tutto il tuo futuro – perché sì che puoi cambiare, sì che non è un contratto, ma mizzica: è presto!
    Osservate bene: forse farà bene anche a lui cambiare location.

  3. La fortuna conta in ogni caso e quindi anche in un sistema scolastico perché, anche se fosse il migliore possibile come struttura, organizzazione e selezione degli insegnanti, si potrebbe ugualmente “fare brutti incontri”.
    Quello che trovo alluncinante è la presunzione di un sistema che crede di poter decidere del futuro delle persone a 11 anni in bae a valutazioni che si illude siano oggettive.

  4. Faccio un bilancio personale (riferito a mia figlia, ovviamente):
    PROVINCIA DI ROMA
    scuola elementare: un’insegnante molto preparata e due un po’ meno ma di buona volontà = iter tranquillo
    ROMA
    scuola media annessa all’AND: un incubo (non scendo in particolari, ma sappiate che c’è stata una denuncia per maltrattamento (fisico e psichico) di minore portatore di handicap
    MILANO
    terza media: preside in gamba, insegnanti fantastici, allievi davvero “accoglienti” = ottimi risultati
    MILANO
    ginnasio: insegnanti intelligenti e preparati, allievi accoglienti = ottimi risultati
    liceo: insegnanti arroganti, ignoranti, allievi tolleranti = incubo

    risultato: non vuole più andare a scuola, non si fida più di niente e di nessuno… Tutto il mio lavoro per aprirla verso gli altri, per incoraggiarla, buttato alle ortiche

    1. Brix, mi dispiace sentirlo, è abbastanza terrificante. Il lavoro che facciamo con i figli nn finisce mai, ma quanto è frustrante vederlo vanificato proprio da chi è pagato per occuparsi di loro. Una mia amica americana con due figli Asperger alla fine ha risolto solo tornando in USA per alcuni anni, farli avviare l`^a scuola e poi cercare di reinserirli qui in Olanda. Con il grande è andata benissimo, ma con la piccola la direttrice ha fatto porcate immense e li ha boicottati in tutti i modi. È stato lì che ho perso fiducia nella nostra scuola, sapendo che per quanto riguardava i miei figli era solo quesitone di tempo. Inbfatti è da allora che ho iniziato a cercare altre scuole, solo tra la logistica e il fatto che bene o male avevano gli amichetti e ci andavano, non avevo l’ urgenza di spostarli. Adesso ce l’ avrei.

      1. boicottaggio, esattamente! anche a me è successa la stessa cosa… tutti coalizzati per “rimuovere il problema”, sgrullarselo dalle spalle, senza minimamente pensare ai danni provocati.
        Ecco, io questi DISEDUCATORI li odio, davvero.
        Specialmente quelli del liceo, il grande e blasonato liceo, uno dei più antichi d’Italia, quello dove poi si organizzano dibattiti multiculturali, per combattere il razzismo e parlano d’integrazione, di rispetto, e poi escono gli articoli sul Corriere e tutti a dire ma che bravi…

    1. Ovviamente con il governo di destra e xenofobo hanno cominicato anche qui con tagli a gogo. D’ altronde la scuola in Olanda negli anni l’ hanno un po’ deprivata di tante cose, infatti martedi 6 marzo scioperano

  5. Perché i figli delle mamme italiana sono sempre così tanto intelligenti, ma non si applicano? E le loro mamme a scuola erano uguali (anche i papà, suppongo)…

    Bisous

    caro

    1. Mi sembra una bellissima domanda. Mio figli un paio di anni fa alla seduta conclusiva con la terapeuta le ha detto: sai Monique, il fatto è che la scuola è così no-io-sa. Ma la scuola italiana è fatta per applicarsi? Se leggo il post di ieri di Yeni Belquis, mi viene male e ringrazio la scuola olandese in cui stiamo (e che fra poco mi fa fare un corso di teatro pomeridiano ai bambini)

      1. Mah. A quel che ne so i corsi di teatro e simili ci son pure in Italia : in capo a qualche generazione l’occidente avà un esercito di bravissimi attori, improvvisatori, creativi (stilisti, ça va sans dire) etc. e nei posti che contano ci sarano cinesi e indiani, con le loro scuole no-io-se.

  6. Mi domando se la scuola in Italia sia tanto diversa da regione a regione.
    Qui in Lombardia è tutta a tempo pieno ed è talmente varia e piena di progetti di ogni tipo che annoiarsi è impossibile.
    Certo non tutte le insegnanti sono all’altezza, ma già il solo fatto di essere con il doppio organico (anche se con i tagli è ridotto e le insegnanti fanno i salti mortali) assicura che ci siano persone diverse e che possano esserci perciò diverse competenze, anche in positivo, e stili di insegnamento vari.
    Nella mia scuola ogni anno c’è un progetto coinvolgente: in prima animazione o teatrale o di danza terapia, in seconda e terza piscina, in quarta teatro e in quinta o teatro o danza. Per tutti gli anni c’è un esperto che si occupa dell’avviamento allo sport e, dopo le 16,30, corsi sportivi o di avviamento alla musica o di semplice doposcuola o recupero.

    1. sì, sì, anche il liceo di mia figlia era (è) pieno di belle iniziative: sport, teatro, musica, canto, giornale della scuola etc etc

      peccato che l’altra parte della medaglia sia la discriminazione neanche poi troppo nascosta dei ragazzi non-normodotati

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.