Per andare a sud nei Paesi Bassi l’arteria più trafficata è l’autostrada A2, da Amsterdam a Maastricht e a un certo punto, proprio prima di Zaltbommel, si passa per il Martinus Nijhoffbrug, il ponte intitolato allo scrittore modernista Martinus Nijhoff.
Perché proprio a lui? Perché in un suo sonetto del 1934, intitolato De moeder de vrouw (La madre la donna) lo cita. Il titolo di questo sonetto ha anche dato origine all’ espressione Moeder de vrouw, ovvero la stereotipica moglie e madre. Che anche nei Paesi Bassi ci sono e imperversano.
Ho ripensato a questo sonetto, di cui conoscevo solo i primi versi, ora che mio figlio ha dovuto studiarlo a scuola. La prima volta che l’ho sentito mi sono venute le lacrime agli occhi, poi mentre mio marito spiegava cosa gliene sembrava a Ennio ho forse anche capito perché. Ve lo traduco all’ impronta come posso, che se volessi tradurlo sul serio non lo farei più e vediamo se sono i miei ormoni o se davvero ci sono delle cose riconoscibili in questi versi.
La donna la madre
Andai a Bommel per vedere il ponte.
Il ponte nuovo vidi. Le due sponde
Che prima sembravano evitarsi,
Ritornano vicine. Dieci minuti trascorsi
sdraiato, nell’erba, il té bevuto,
il paesaggio, ampio e vasto mi riempiva il capo –
e risuonò proprio lì in mezzo all’infinito
una voce che nelle orecchie ha rintoccato.
Era una donna. Lungo la corrente
Conduceva la barca oltre il ponte.
Sola a bordo, lei stava al timone.
Ed eran salmi, sentii, la sua canzone.
Oh, pensai, oh, è mia madre lì che guida.
Chi loda Iddio, cantò, alla sua mano si affida.