manifesto_aIl bonk! è la reazione che ho avuto più spesso negli ultimi giorni a leggere in giro cosa dicevano, non dicevano, si sapeva, non si sapeva, si pensava e si sapeva chi avrebbe detto cosa, sui fatti di Capodanno alla stazione di Colonia. (Bonk! è il rumore che fa la mia testa sbattendo sul tavolo quando le energie mi abbandonano di colpo e mi accascio).  Erotico ha a che fare con i titoli (e di conseguenza le interpretazioni) più sbagliati che se ne sono dati, visto che la maggior parte dei giornali hanno titolato con cose tipo Massive sexual assault e cose del genere, ma di sesso non ne stiamo parlando neanche da lontano. È tutta una questione di potere e di libertà femminile nello spazio pubblico e se mi date un attimo lo motivo. Disperata infine è la constatazione che questo episodio magari non è stata la chiave di volta che pretendono sia nello stato attuale della libertà femminile in Europa, ma si è catalizzato come tale e allora spero lo si usi in meglio. Cosa che in questi primi giorni non si è vista, da cui il senso generale di disperazione, non solo mio come donna.

Cortocircuito tra xenofobia e sessismo. Sempre trasversale. Sempre contro le donne

È lunga, vi avverto, ma ho letto parecchia roba in questi giorni e neanche la linko tutta. Ho diviso in comodi paragrafi e sottoparagrafi, fate voi, quello che vi sentite. Ma se fate commenti fateli su quello che avete letto o sentito anche voi, non su quello che pensate voglia dire un certo titolo. I titoli, in generale e su questa storia, sono spesso fuorvianti.

Sono giorni che continuiamo a discettare di cosa davvero sia successo alla stazione di Colonia la notte di Capodanno, di cosa stiamo parlando, di che scontro di civiltà sarebbe in atto, io ho letto e mi sono informata, e ho lamentato la mancanza di chiarezza e fatti nel dare le notizie come tutti e adesso per chi ha tempo da perdere e vuole approfittare delle mie letture metto in fila argomenti, link e quel paio di mie considerazioni che non servono a niente. Vediamo dove arriviamo. Il paradosso attorno a cui vorrei far ruotare i punti che citerò con i relativi link agli articoli che ho letto è questo:

A Capodanno alla Stazione centrale di Colonia c’erano solo donne ariane e maschi non ariani?

Sinceramente, uno legge i titoli e si fa questa idea. E capisce che non può essere, se è mai uscito in piazza a Capodanno, o a Carnevale, o a Id al-fitr, ovvero in qualsiasi festa comandata in cui dopo aver mangiato e bevuto in famiglia o con gli amici ti vai a fare un giro per vedere chi c’è e magari guardare i fuochi d’artificio. C’è di tutto in strada in questi momenti, sicuramente molti ubriachi anche, sicuramente borseggiatori che approfittano della folla, sicuramente gruppi di gente che non gli par vero usare la scusa per andare in gruppo a menar le mani, Ma ci sono famiglie, bambini, partner, uomini, donne, animali domestici, qualche nonno portato a prender aria sulla sedia a rotelle ci sarà pure, dai, è festa, mica li lasci da soli a casa i vecchi? Qui no, qui si parla di donne presumibilmente tedesche e di uomini di aspetto nordafricano. E a me solo da un punto di vista, non dico statistico, ma di ordine pubblico, sembra strano.

È guerra

Però se ne parla in questi termini: 1000 arabi hanno compito stupri di massa su donne tedesche. E siccome siamo in Germania come fai a non pensare all’armata rossa e agli stupri di massa alla fine della seconda guerra mondiale? E così è un attimo a entrare nel frame narrativo della guerra. Un frame che ha determinato a mio avviso i primi grossi errori successivi nel parlare di questa vicenda. 

Guerra politica?

Una delle prime reazioni di pancia al nulla che si stava sapendo nei primi momenti, mia e di altri, è stata associare immediatamente il modo in cui era stata data la notizia a una serie di cose: violenza sessuale come arma terroristica, e c’ è stato Parigi e le varie allerte in tutta Europa, siamo un pochino fragili su questo. Perdonateci. Ma diciamo che se in tutto questo tempo manco l’IS, che di solito fa subito a rivendicare la qualunque per far credere che sono potenti e ci arrivano ovunque, anche in casa nel nostro letto, se non stiamo attenti, per terrorizzarci “perché sanno come usare i social per colpirci nelle nostre paure profonde”, dicevo persino l’IS non ha rivendicato, e si vergognerebbe di farlo, hai voglia a parlare di attacco “organizzato”, non credo siano stati loro ad organizzarlo.

L’altra opzione era: è stata una cosa organizzata per mettere in difficoltà la Merkel e la sua politica dell’accoglienza. E anche questa, ne ho letti di thriller politici nella mia vita, ma mi sembra ancora più tirata per i capelli dell’altra, quindi mi capirete se dopo ci ho ripensato e mi dico che no, di complotto, o guerra politica io seppure ce l’ho mai vista, adesso non ne trovo proprio più traccia.

Colpa degli stranieri

Molte delle persone fermate, indagate, magari rilasciate, comunque nei cui telefonini sono state trovate foto e video erano stranieri, talvolta rifugiati accolti nei centri di raccolta. Questo nel frattempo è assodato.

Ed è bastato per scatenare due reazioni uguali e contrarie, tutte e due nello stesso segno: la congiura del silenzio, per cui all’inizio e per la paura del complotto politico, e per non dare cibo agli xenofobi e per non stigmatizzare in massa tutti i poveri profughi sfuggiti alla guerra e che ci vuole un attimo farli diventare bersaglio di tutto il vomito che ci portiamo dietro come società, per alcuni giorni neanche se ne è parlato. Cosa che dopo puntualmente è successa, aggravata dal silenzio iniziale, dalla voglia di complottismo, dal sentirsi perseguitati dall’Islam, dall’odio per gli stranieri in genere, che qui ha trovato facile sfogo. Mi piace la chiarezza con cui Chiara Peri ne parla.

Quindi OK le feste, OK le redazioni in vacanza, ma chi ha mai visto tanta unità e coesione di intenti nel mondo media su dei poli così succosi, Sex & violence, the White woman VS the Black man? Ci si è costruita tanta letteratura e immaginario americano su questa contrapposizione e nessuno l’ha voluta raccogliere? Signora mia, non ci sono più i bei stereotipi di una volta.

Come donna non mi sono sentita per niente bene, sicuramente non tutelata, come molte la prima cosa che ho pensato è stata: oddio, anche la libertà elementare di uscire per strada che credevo di avere me la tolgono? In Europa? Aiuto.

E i maschi ariani dov’erano?

Non ce lo dice nessuno. Tutte queste donne che vanno in piazza a vedere i fuochi di Capodanno e neanche una che si porti dietro un padre, un fratello, un amico, un partner, un vicino di casa, la comitiva di amici? Ora a leggere i resoconti di chi ci si è trovato e ha fatto denuncia, a leggere dell’impotenza della polizia, numericamente troppo scarsa per affrontare una folla del genere, ecco effettivamente si è capito come fosse una situazione davvero al limite. Che per questo è diventata esemplare. Non ci puoi fare assolutamente niente. Ti senti impotente, ti senti violata nella tua integrità fisica e morale, un disastro. Non l’auguro al mio peggior nemico.

Ma diciamo anche che da donna che in fondo è stata in giro solo in Europa e nordamerica e Australia, la mia dose di molestie sessuali me la sono beccata come tutte o quasi. E non ci credo al cavaliere bianco che vede una donna, a volte una ragazzina molestata per strada, magari dal branco e che si esponga per difenderla, per dire a quelli che lui non è quel tipo di uomo lì e di smetterla. Un uomo che si senta chiamato in causa, in quanto uomo, da quello che fanno alle donne altri uomini. Un musulmano compie un attacco terrorista? Tutti a chiedere ai musulmani tutti di dissociarsi. Un uomo stupra, molesta, discrimina? Nessun uomo si sente chiamato in causa e manco ci pensa a dissociarsi. A menare magari si, ma è un discorso diverso.

Tranne in un caso: quando sono loro  a toccare le nostre donne. Grazie. Anche no. Uno che difende il diritto alla libertà individuale di una donna di andare per strada senza farsi assalire e violentare con il titolo: perché è roba mia, giù le mani, è uguale, identica feccia a quello che la violenta. E non ci tengo a farmi difendere da questa gente.

In realtà i branchi di maschi aggressori, come indica bene Ida Dominjanni qui, stanno a tutte le latitudini e quando il patriarcato scricchiolaci vanno di mezzo le libertà femminili. Meglio di così io non lo posso dire, leggetevelo.

Non solo io, ovviamente, basta leggere qui. O, come racconta Lia, che mi perdonerà questa lunga citazione, basta andare a Napoli:

Della mia infanzia a Napoli, ricordo i “rattusi”. Un “rattuso” è uno che mette le mani addosso alle bambine, e Napoli ne è piena. A livelli che sfiorano il nonsense. Le mani addosso in autobus, i “psss, psss” in strada, la macchina che affianca il pullmino della scuola e il conducente ti guarda e sillaba: “Lo vuoi vedere?”

E noi bambine che dicevamo di sì, per vedere come erano fatti gli uomini.

E sapere che il tizio che incroci nella stradina deserta che porta a casa mia, a Posillipo, o l’uomo fermo in macchina da solo, si sta facendo una pippa. E’ matematico.

Io, che sono napoletana, ancora oggi controllo istintivamente se ha i pantaloni addosso, il tizio fermo nella macchina davanti a cui mi capita di passare.

E so come ci si comporta, so fare finta di non vedere, so non incrociare gli sguardi, so reagire ferma ma cortese se non si può fare altrimenti. Ci sono cresciuta.

Mi veniva da ridere, in Egitto, con le lamentele delle straniere per le molestie degli egiziani. Non sanno nemmeno cosa siano, in Egitto, le molestie. Dei dilettanti, sono.

L’ultima volta che mi è successo – io ci vado poco, a Napoli – scendevo per la mia stradina tenendo mia figlia per mano, e lei aveva, boh, sei o sette anni.

E questo tizio ci ha visto, si è sbottonato e si è messo a farsi la sua pippa.

Non solo a Colonia

È il titolo di questo bel post, che tra l’altro parla di un’occasione in Egitto molto simile a quella accaduta a Colonia. Nel 2006, il giorno della festa di Id al-Fitr che citavo sopra, la fine del Ramadan, Pasqua praticamente, dove le famiglie vanno a farsi una passeggiata e dove gruppi di giovani uomini hanno assaltato, aggredito, spogliato e violentato tutte le donne che incrociavano: velate, non velate, incinte. Con i negozianti e i tassisti che cercavano di farle entrare in negozi e macchine, regolarmente assaliti anche loro e la polizia che non faceva niente e, anzi, incoraggiava la folla.  Un paragone con Colonia è che anche in Egitto, fino a che non hanno iniziato a parlarne i blogger, i media hanno taciuto, addirittura la polizia si è rifiutata di accogliere denunce. Poi è bastata una personalità che è sbottata in un noto programma di intrattenimento televisivo e la stampa internazionale che si è accodata per rompere il silenzio. Ma su Internet c’era tutto. Io questa storia l’avevo letta a suo tempo su questo blog in inglese, Sandmoneky, citato anche nel post e che avevo scoperto grazie a Lia.

Come difendersi

E comunque molte mie amiche che frequentano il medio Oriente, l’Asia, la Turchia, hanno pure detto con tono di compatimento: ma di cosa stiamo parlando, si vede che non siete mai state fuori dai paesi occidentali. No, non ci sono stata e so che lì è peggio. Che nei paesi musulmani si innesta anche questa visione della donna come strumento tentatore del diavolo (vi ricorda niente? A me si, santa Madre Chiesa), che va segregata, resa invisibile, privata di diritti. Vuoi uscire e andare in giro? A tuo rischio e pericolo, te la cerchi e poi non ti lamentare.

A cui si innesca anche la palpata in strada come segno di spregio per la donna in genere, e per l’occidentale libera ancora di più. Che tocca imparare a muoversi, come donna, nello spazio pubblico e anche così la toccata di culo te la becchi. Evitare qualsiasi contatto, anche visivo, camminare dritte per la propria strada, con la borsa davanti ad altezza pudenda per proteggersi da molestie e furti, camminare decise con i gomiti allargati (come il consiglio della sindaco di Colonia dopo i fatti, che consigliava alle donne di tenersi ad almeno un braccio di distanza dagli uomini estranei. Non stranieri, estranei, ma i giornali italiani hanno scelto in maniera abbastanza prevedibile quale delle due traduzioni usare, come spiega ottimamente qui un collega.  La povera sindaco è stata fatta nera per questa mossa sbagliata di dire che sono le donne che devono imparare ad evitare le molestie, invece di ammettere che ci sono state sia falle nella gestione dell’ordine pubblico e che una cosa del genere non le era mai successa e che toccava fare un attimo mente locale su come gestirla).

Stupri: 2 denunce a Colonia, 10 in media all’Oktobersfest

Per fortuna, a differenza di quanto accaduto in Egitto di cui vi parlavo sopra, in Germania se vieni molestata o stuprata hai la possibilità di andare a fare denuncia alla polizia e vedere il colpevole condannato in tribunale, no? Anche questo mito ci viene sfatato da un altro articolo che espone come in Germania la cultura dello stupro ci sia sempre stata e che non è vero che denunciare e vedere condannati i colpevoli sia più semplice che in altri paesi. L’esempio delle molestie note, continue e di solito impunite all’Oktoberfest sono note, pare, e motivo per tanta gente per non andarci. Oltre a fatto che secondo questo articolo all’Oktoberfest gli stupri pare arrivino anche ai 200, solo che non ne vengono denunciati più di 10.

Come mai? Siamo in Europa, il continente che ha inventato come articolo di esportazione Liberté, Égalité, Fraternité, in cui le donne votano, hanno diritti, possono muoversi per strada.  In realtà in Germania pare sia l’articolo 177 del codice penale, che impone l’onere della prova alla vittima, nel senso che la definizione di stupro è tipo Santa Maria Goretti. O dimostri inequivocabilmente di esserti opposta e combattuto con le unghie e con i denti, fino alla morte magari, o eri consenziente e allora segue l’assoluzione dello stupratore.  Se una era giovane, o sopraffatta, o sotto shock e incapace di reagire, paralizzata dalla paura o semplicemente ubriaca, non è stata stuprata. Negli ultimi 20 anni i processi per stupro risoltisi in una condanna sono passati dal 22% all’8%.

Si capisce perché fino a che non cambia questa definizione, che a livello Europeo in effetti è cambiata, ma giustamente la Germania ha rifiutato di ratificare, è difficile decidersi a denunciare, sai che finisci in un tritacarne in cui rischi di vederti messa sotto accusa, e di danni sinceramente ne hai già avuti abbastanza. Cioè, lo stupro all’interno del matrimonio in Germania non era contemplato fino al 1997. La devo rileggere questa data, io mi sono sposata nel 1995. Due anni dopo.

Come si dice in questo articolo, in inglese, una quindicenne stuprata dal bruto di turno lo ha visto assolto perché dire di no e urlare non sono stati considerati abbastanza decisi come moti di resistenza. Ma d’altronde un rapporto del 2014 già diceva che nella Ue una donna su tre ha subito forme di violenza fisica o sessuale. Annamo bene, annamo. Qui i dati, in inglese.

Cos’è successo quindi a Colonia?

  • È stato un assalto organizzato dell’Islam radicale contro la libertà delle occidentali? Tutta questa organizzazione non ce la vedo. Dice che l’organizzazione la dimostrava il fogliettino che si era portato dietro uno dei fermati con le frasi da dire in tedesco alle vittime: belle tette, vuoi baciarmi, vuoi scopare? (Annamo bene, annamo).
  • È stato un complotto degli xenofobi contro la Merkel e l’accoglienza? No, ma è innegabile che ci si sia impadroniti della narrazione in chiave xenofoba a scopo di popolarità politica. Se ne parla anche qui.
  • È stata un’azione di massa di borseggio con la palpata come elemento di distrazione? Pare che ci sia stato anche quello, peraltro come sempre quando si radunano grosse folle.
  • È stata una cattiva gestione di ordine pubblico? Io mi sento di dire che esemplare non è sembrata. Ma cavolo, già normalmente a Capodanno tra piazza Dam e la stazione ad Amsterdam è pieno di folla ubriaca e poliziotti a piedi, a cavallo, in bici, con file di cellulari parcheggiati nei paraggi, a Colonia no? In più erano settimane che c’era in tutta Europa un’allerta terrorismo, pare che la zona tra stazione e Piazza Duomo a Colonia sia il percorso obbligato di chi voglia andare a vedere i fuochi d’artificio e mancano i poliziotti? In piena allerta terrorismo? E cosa devo pensare?
  • È stato un rave party tipo quello organizzato all’Autogrill di Rovigo su facebook (e prontamente sventato dalla questura locale)? A me in parte verrebbe in mente di si. Penso a ragazzi soli, sfigati, che si dicono: andiamo in piazza a far casino, e poi basta il gruppo iniziale che comincia a spalpazzare e rubare e tutti a mandare le foto su facebook e dirsi: evvai, ci stiamo proprio divertendo con le zoccole, non interviene nessuno, la polizia è poca, il panico grande, il senso di impunità generale e arrivano anche gli altri. Vorrei consolarmi pensando che è stato anche questo. Ma appunto, se ci serve consolarci così, annamo bene, annamo.
  • È colpa del fatto che ultimamente tra i profughi arrivano soprattutto giovani uomini soli, che oltre a venire da culture di cui come si è detto la posizione della donna è messa ancora peggio che da noi, ma ci arrivano magari globalizzati da youporn convinti che sia il paradiso della figa disponibile? Si è detto anche questo e non lo trovo manco campato in aria. O non si spiega come mai proprio in Germania, il paese europeo in cui da decenni vivono più o meno integrati il maggior numero di emigranti provenienti da paesi musulmani non ci sono mai state aggressioni sessuali di massa in tutto questo tempo e adesso succede questo. Gli vogliamo dedicare un po’ di attenzione a questo elemento? Mica per altro, solo per l’ordine pubblico che stiamo tutti tranquilli (sono sarcastica, si capisce?)

La risposta, a mio avviso gravissima, è che non si sa e non ce lo dicono per via di tutte le strumentalizzazioni che ci si sono innescate, e questo crea spazio per conseguenze sul lungo termine molto, ma molto brutte.

Che fare?

Il punto è che abbiamo bisogno di darci una spiegazione consolatoria e finora i fatti che si sanno, travisati, amplificati, discussi sui social e fuori, non ce la stanno dando. A me lo sconforto viene dal fatto che si è clamorosamente dimostrato che il possesso dello spazio pubblico per le donne sembra diminuire invece di aumentare. E non in paesi culturalmente segregati e in culture misogine, ma qui in Germania, dietro casa mia praticamente. Dove almeno nei primi giorni la decisione di media e governo è stata chiaramente quella di preferire di evitare le tensioni razziali ai danni della sicurezza e dei diritti delle donne, che in fondo, che sarà mai. E questo è stato il primo errore. 

La partita si è giocata tra xenofobia e sessismo. E questo ha creato un corto circuito nel nostro pensarci illuminati, avanzati e migliori dei non europei. Cosa che ha permesso a moltissimi di tirar fuori il peggio di sé. Perché il malinteso è che il femminismo ha molto a che fare con la protezione di minoranze marginalizzate. E che se occorre scegliere tra marginalizzato e marginalizzato, sono sempre le donne ad avere la peggio.

Quindi io non so che fare, ma accolgo con piacere la proposta (qui in inglese) di Musa Okwonga, qui tradotta in italiano:

Perciò ecco la mia proposta. Perché non partiamo dal presupposto che camminare per strada senza essere molestata è un diritto fondamentale di ogni donna, in qualunque parte del mondo? Per noi uomini, a prescindere dalla nostra appartenenza etnica, è arrivato il momento di condannare sul serio il trattamento riservato alle donne negli spazi pubblici: dobbiamo rifiutare con decisione l’idea che siano le convenzioni sociali a spingerci a trattare le donne come oggetti, o che siamo condannati dai nostri incontrollabili desideri sessuali a saltargli addosso mentre ci passano accanto.

Dobbiamo fare tutto il possibile per sfidare la misoginia che da troppo tempo domina nel mondo, e dobbiamo respingere ogni atteggiamento di repressione sessista che ci sia stato impartito.

Incazziamoci insieme, dai. Non contro gli stranieri e basta. Contro gli assalitori. Tutti. Contro la libertà di movimento delle donne. Ovunque. Se c’è una lezione per l’anno che viene che voglio tenermi da questo Capodanno, eccovela.  

5 comments

  1. ho idea che i molestatori di Colonia pensassero alle donne occidentali come a “puttane da mettere a posto” prima di vedere youporn (ci sono anche maschi bianchissimi che lo pensano purtropo ma in una cultura laca il maschilismo si combatte più facilmente, io penso)

    1. infatti ho detto che sicuramente c’è quella componente, ma viene dopo il sano sessismo che si vede all’oktobersfest, a quando scendono gli hooligan per le partite, a carnevale un po’ ovunque, tutte ricorrenze non specificatamente islamiche. L’unica cosa buona di questa variante del maschio islamico è che adesso ci si indigna, e pare vogliano persino cambiare le leggi per la denuncia di stupri in germania, e quindi per una volta, dopo il tentativo di depistaggio, si pensa ai diritti violati delle donne. Cosa che in tutte le altre ricorrenze a opera di maschi locali, ovunque, viene bellamente minimizzato e giustificato. Toccherebbe quasi ringraziarli (sono sarcastica pure qui). Le puttane da mettere a posto purtroppo è molto radicato non solo nei maschi islamici.

  2. i maschilisti ci sono in ogni cultura ma diciamo che in una società che non ti vede come una “sgualdrina” perchè esci da sola e non stai in uno scafandro questo tipo di maschilismo si può combattere meglio

    1. Hai ragione, per esempio io penso molto all’Italia e a tutte le volte che strupri di gruppo, anche a danni di minorenni, venivano minimizzati con: ma sono bravi ragazzi, perché questa sgualdrina li deve rovinare, se l’è cercata. Ne conosciamo tutti, le cronache sono piene, concordo per esempio che rispetto all’Italia l’ Olanda un pelino meglio in questo senso sta messa. Per non parlare di paesi ancora più arretrati persino dell’ Italia.

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