Le s-Traduzioni sono il prodotto di qualche mio entusiasmo insopprimibile per qualcosa che ho appena letto di cui non voglio privarvi. Così traduco a prima vista, non edito, scappo e il tutto resta qui. Questa è una mia traduzione all’impronta di un sonetto di Jacques Bloem, di cui dico due cose in fondo. Ho voluto proporla questa sera al mio gruppo di falsi principianti, forse hanno sofferto un pochino per la costruzione di certi versi in mezzo, ma spero di aiutarli così. Se la cercate su Youtube vi viene fuori il mondo, anche in versione cantata, io vi lascio con una sua versione recitata che a me piace molto, anche se si sente male perché è una vecchia registrazione.
LA DAPPERSTRAAT
Per cuorcontenti o vani è la natura.
Ma poi: “natura” qui che ci chiamiamo?
Una fratta, grande come un quotidiano,
un paio di villette su un’altura.
Ma dammi un viale grigio cittadino,
La riva alle banchine inchiavardata,
La nuvola, bellissima quando è inquadrata
dal pezzo di cielo sopra l’abbaino.
È tutto tanto, per chi poco si è aspettato.
Fin quando tutto a un tratto te le svela
Cela le sue meraviglie l’esistente.
Di questo, dentro me, ho ragionato
una mattina bagnata di scighèra
felice in Dapperstraat, stupidamente.
J. C. BLOEM (1887-1966)
DE DAPPERSTRAAT
Natuur is voor tevredenen of legen.
En dan: wat is natuur nog in dit land?
Een stukje bos, ter grootte van een krant,
Een heuvel met wat villaatjes ertegen.
Geef mij de grauwe, stedelijke wegen,
De’ in kaden vastgeklonken waterkant,
De wolken, nooit zo schoon dan als ze, omrand
Door zolderramen, langs de lucht bewegen.
Alles is veel voor wie niet veel verwacht.
Het leven houdt zijn wonderen verborgen
Tot het ze, opeens, toont in hun hogen staat.
Dit heb ik bij mijzelven overdacht,
Verregend, op een miezerigen morgen,
Domweg gelukkig, in de Dapperstraat.
Jacques Bloem è uno dei 100 maggiori scrittori e poeti olandesi. Se conoscete Amsterdam avrete sentito parlare del Dappermarkt, il più grande mercato cittadino, a est del Museo dei Tropici e vicino al mulino.
Questa poesia contiene alcuni versi che sono talmente proverbiali che quasi nessuno si ricorda che vengono da lui perché sembrano espressioni note. È tratta dalla raccolta Quiet though sad del 1946. Andateci al Dappermarkt e su una delle facciate delle case ce la troverete.