Oggi nelle scuole di Amsterdam i bambini di settima classe iniziano l’entreetoets o test di ingresso. Questi test annuali corrispondono a un sistema per seguire i progressi dei singoli alunni in riferimento a quelli dei loro coetanei su scala nazionale, e si riferiscono alle abilità linguistiche, matematiche e di gestione dello studio. Anche se l’entreetoets si tiene in quinta, sesta e settima (9, 10 e 11 anni) quello di settima è molto importante per la successiva scelta delle superiori, e non tutti i genitori stranieri conoscono il sistema e sanno come regolarsi. Qui tento di spiegarvelo.

La scuola primaria nei Paesi Bassi dura dai 4 ai 12 anni (dal groep 1 al groep 8), e dopo si va alle superiori, direttamente o tramite una cosiddetta classe-ponte (brugklas). Quello che non tutti sanno è che tra i vari tipi di scuola superiore c’è proprio una specie di gerarchia dal punto di vista della formazione accademica. Per andare all’università, insegnamento superiore di tipo accademico, bisogna aver fatto un Gymnasium o Atheneum (WVO), in soldoni l’ equivalente del nostro liceo classico o scientifico con in più un sacco di lingue. Altrimenti puoi fare un HBO, ovvero un insegnamento superiore di tipo professionale/pratico, che dura un anno meno dell’università. Per entrare all’ HBO occorre avere almeno un diploma di scuola superiore di tipo HAVO. Altrimenti ci sono sempre il MAVO (negli anni ’70 c’ era il moeder-MAVO, corsi per far prendere un diploma alle donne che avevano interrotto le superiori per sposarsi e fare figli, comodamente da seguire in orario scolastico, un bel sistema per l’ emancipazione, che almeno una poi poteva almeno fare la segretaria se si diplomava) o il VMBO o professionali, che si divide in indirizzo pratico (proprio per fargli finire l’ obbligo scolastico fino a 16 anni, tanto non combineranno mai nulla nella vita, questi bambini) o a indirizzo teorico.

O per dirla con le parole di una mia amica italiana che insegna da anni all’ università di Amsterdam, è un sistema che serve a garantire l’ accesso all’ università e alle carriere meglio pagate ai figli maschi dei genitori bianchi olandesi di estrazione medio-alta. A mantenere ricchi e potenti i figli (maschi, preferibilmente) di quelli che già sono ricchi e potenti. Maschi perché l’ opinione corrente è che le donne, anche se laureate, quando fanno i figli si prendono un part time per seguirli e allora chi glielo fa fare a farle sforzare? (Lo so che detto così sembra brutto, e so che non è vero per un sacco di ragazzine che conosco, anzi, ad Amsterdam il ginnasio è quasi più una scuola a pari numero maschi e femmine, mentre l’HAVO è a forte predominanza maschile. I bias inconsapevoli sono quelli che funzionano meglio).

Un’affermazione del genere può sembrare molto forte e molto estrema, ma come spesso accade nella vita un fondo di verità c’è. E chi viene da fuori e non è cresciuto in questo sistema, potrà essere bianco, acculturato e di estrazione medio-alta, ma non conosce il sistema e non sa come fare del suo meglio per inserivi i propri figli. Voglio raccontarvi quel poco che ho appreso con i miei figli, perché oggi figlio 2 inizia il suo test, ma se non fosse stato per amichetta preferita che la settimana scorsa, en passant, ha accennato al test, io col cavolo che ne sarei stata consapevole.

Non che ci sia bisogno di preparazioni particolari, anche se chi vuole seguire al meglio i propri figli può trovare su questo sito risorse ed esercizi per farli preparare. Come tutto nella vita, ma soprattutto nei Paesi Bassi, anche la chiave del successo accademico è una questione di organizzazione e tempistiche.  Questo è il mio punto debole purtroppo, per cui mi rivolgo a chi ha figli nei gruppi 6 e 7: cominciate a prepararvi adesso.

Insomma, alla fine ci siamo limitati mandare a letto e far addormentare presto l’esaminando, a garantirgli un risveglio soft e rilassato, a chiedergli se voleva qualcosa di particolare da mangiare o delle caramelle per tirarsi su, ma l’unica cosa che ha fatto è stato portarsi un libro da leggere nelle pause, perché quando finisci il tuo test devi stare zitto e buono per non disturbare gli altri.

Alla fine di questa settimana aspetteremo per qualche settimana i risultati (sto cercando di ricordarmi com’era andata con figlio 1), fra un mesetto inoltre le varie scuole superiori della città inizieranno ad avere le giornate a porte aperte, e anche se abbiamo ancora tutto un anno di groep 8 per pensarci (in realtà mezzo anno), il mio consiglio è di visitarne un paio, da soli o con il bambino già da adesso. Io me ne sono ricordata in ritardo all’ epoca di figlio 1 e me ne sono pentita, anche vedendo amici molto più previdenti con figli in groep 7 che incrociavamo alle varie giornate delle superiori quando noi ci siamo andati un anno dopo e bisognava scegliere. Il periodo delle giornate informative e delle iscrizioni è abbastanza limitato (a seconda del tipo di scuola potete visitarle tra il 9 gennaio e l’11 marzo 2015, controllate nella guida), ma ve ne accorgerete comunque dai vari poster informativi che troverete appesi nelle scuole elementari dei vostri figlio quando sarà ora. il volkskrant ha pubblicato, come tutti gli anni, uno speciale numero sulle valutazioni delle varie scuole, perché anche loro hanno i voti.

Per chi ha i figli in groep 8 ricordate che il periodo per iscriverli alle superiori quest’anno è dal 16 marzo al 2 aprile.

Perché l’entreetoets è importante? Perché è un test normalizzato che dà la prima (ma non l’ unica) indicazione sul tipo di scuola superiore a cui potrà venir ammesso vostro figlio, basato sui suoi risultati. Ma considerato quanto detto sopra, 12 anni non è un po’ presto per cominciare a chiarirsi se vostro figlio potrà fare o meno l’ università? Eh, ma così è e così ci tocca, e l’unica è pensarci subito o mandarlo a studiare all’ estero. E in Germania cominciano pure un anno prima, se vi consola.

Uno nel corso degli anni e delle pagelle si fa una certa idea dello sviluppo cognitivo dei figli e si fa pure un’ idea se sarà in grado di fare un liceo o meno. Per questo a volte capita che l’ indicazione risultante dal test possa essere una sorpresa per genitori e figli.

La vecchia classe delle elementari di figlio 1, per una serie di circostanze dovute al quartiere, alla storia della scuola e al tipo di genitori che vivevano da quelle parti, era la classica classe “brava”. Normalmente al liceo ci vanno, su una classe di 24 bambini, che dire, 3, 4, forse anche cinque. Lì chiunque avrebbe messo la mano sul fuoco che dal test sarebbero risultati almeno la metà da ginnasio  -considerato che il bambino più bravo era andato l’ anno prima a una scuola speciale per bambini con un IQ di 130, abbassando così la media 🙂 . Furono 2.

I peggiori danni si scoprirono sui test di lingua, in particolare grammatica e spelling (in groep 7 la classe era stata divisa per problemi di capacità e la maestra titolare aveva avuto una commozione cerebrale la prima settimana di scuola, con un seguito di supplenti temporanee e ben tre bambini estremamente difficili – uno anche violento – in classe. Il che spiega parecchio).

Noi già eravamo ai ferri corti con la scuola da due anni per le questioni del bullismo e maltrattamenti e avevamo segnalato già dal gruppo 6 un calo nei risultati, chiedendo un supporto su vari fronti, mai avuto. E avevo già vissuto l’esperienza di un’amica che anni prima mi aveva spiegato cosa aveva fatto lei: aveva detto chiaramente alla scuola che un test di due giorni è la proiezione di un momento e non lo specchio di un processo di apprendimento sul lungo termine, che loro per la valutazione definitiva non avrebbero mai accettato quell’indicazione e che la scuola aveva un anno, insieme ai genitori, per riportare le prestazioni scolastiche della figlia al livello che tutti le riconoscevano. Infatti per anni a ogni colloquio era tutto un: è brava, va bene, non dà pensieri, poi all’entreetoets le erano uscite le professionali. Un colpo. La mia amica è americana di origine vietnamita, quindi con un’etica del lavoro e scolastica che punta all’eccellenza. Il contrario, insomma, dei Paesi Bassi, dove il focus è sulla collaborazione e il piacere.

Conservati fotocopie di tutte le pagelle” mi raccomandò. L’idea è che al colloquio sui risultati del test metti sotto al naso tutte le pagelle in cui fai vedere: in quarta ha preso il massimo, in quinta pure, in sesta anche, come mai proprio a questo test prende il minimo? Forse lo possiamo considerare un risultato non indicativo e lavorarci sopra?

Il motivo si capisce: in genere ogni anno nelle scuole elementari olandesi la classe cambia insegnante. Se il test lo fanno a gennaio, da un lato la maestra ha avuto pochi mesi per capire che tipo di bambini ha in classe, dall’altro proprio quel periodo tra 11 e 12 anni non è che sia l’ideale per decidere la tua vita accademica e professionale futura: crescono di botto, spesso hanno i dolori alle ossa, alle femminucce possono venire le mestruazioni, i maschi hanno l’ormone esagitato e tocca fargli fare sport tutti i giorni o ti tirano ai matti (sempre parlando genericamente e riferendomi ai preadolescenti di mia conoscenza, e ai loro poveri genitori).

I nostri a suo tempo avevano avuto pure i servizi sociali che ci hanno messo 7 mesi a togliergli dalla classe il bambino che aveva bisogno di un approccio speciale – storico rimase l’ episodio della doccia dopo la palestra in cui lui e un altro si sono fatti la pipì addosso, con grande orrore e sbigottimento degli altri. Dopo una settimana qualcuno iniziò a dirlo ai genitori e la povera supplente si dovette beccare pure la sorveglianza in spogliatoio. Non il clima ideale epr concentrarsi sui buchi in grammatica.

Ma insomma, siamo ottimisti, ci sono scuole in gambissima, classi unite e bambini che non danno troppi problemi e si gestiscono la crescita senza troppi spigoli, come grazzialcielo quest’anno con la classe di figlio 2, in cui hanno lasciato la maestra bravissima dello scorso anno, che li conosce e sa dove insistere in cosa con chi. Una scuola che sui punti deboli di figlio 2 (pianificazione e abilità di studio) ci sta avvertendo e consigliando da due anni e i risultati si vedono.

Ho sempre pensato di figlio 2 che lui con la sua manualità e creatività dovrebbe fare un mestiere tecnico o artigianale, che ne so, il sarto, o il restauratore di macchine antiche, per esempio. Però ci tengo anche che possa esprimere tutte le sue potenzialità che devono ancora saltare fuori, e bloccargli a prescindere a 11 anni la possibilità di andare all’ università direttamente, senza passare per le allungatoie dei vari anni integrativi per “salire di grado” nella scala delle superiori, non mi sembra il massimo. Temo una perdita di entusiasmo e motivazione che già un po’ fisiologica di suo ci è, negli anni dell’adolescenza.

Poi per carità, il bello dei Paesi Bassi è che non è mai troppo tardi per cambiare vita e mestiere, ho una collega interprete che si è iscritta a Legge quando la figlia aveva 16 anni, sapendo che con lo studio part-time prima di 8 anni non si sarebbe laureata, e una cosa del genere a quaranta e rotti anni ha tutta la mia ammirazione. Un entreetoets che ti sbatte alle professionali a indirizzo pratico non è il peggio che ti possa capitare, se hai le doti, e la voglia, e chi ti mantiene nel frattempo, ti farai.

Uno dei miei problemi, che condivido con diversi genitori stranieri, è la differenza di mentalità e il diverso valore che si dà ad attività diverse. Per esempio nei Paesi Bassi l’ambizione è considerata quasi una cosa negativa. Il bambino che fa troppe domande, perché magari le cose gli interessano, viene visto come insicuro (letto in uno studio che ora non ritrovo ma che linkerò appena mi ricapita). Il bambino olandese e anche l’adulto olandese deve avere sempre un’opinione personale  e deve partecipare alle discussioni. Anche se non ha niente di ulteriore da dire, quando gli tocca di esprimere la sua opinione deve almeno dire: sono d’accordo, o pare che si voglia estraniare, non voglia partecipare, non voglia socializzare. Il bambino solitario che sta bene con se stesso qui sembra strano o problematico e una volta affibbiata un’ etichetta tocca farci i conti.

Ovvio, gli olandesi di base devono costruire le dighe per salvarsi e le dighe non le costruisci da solo, ma con lo sforzo collettivo e l’accordo del gruppo. Questo ha influito sulla mentalità.

Allora, rispetto alla scuola l’importante è partecipare e divertirsi, non vincere. Il genitore che OSA ipotizzare apertamente un liceo perché il bambino in fondo ce la fa viene subito visto come quello che rovina il bambino insistendo a spingerlo oltre i propri limiti.

Esiste una guida alle scuole superiori di Amsterdam che vien data in gruppo 8 per farsi strada tra le varie insidie dell’ iscrizione (che merita un capitolo a parte, tanto è complicata, ci dedicherò un post a parte) che dice letteralmente: attenti, conviene sempre che il bambino faccia un tipo di scuola superiore più facile, mica lo vorrete traumatizzare?

E la mia risposta è: ma se il bambino ci arriva, è curioso, gli piace sapere il perché delle cose, ha sempre avuto voti alti, lo vogliamo stimolare mandandolo in un ambiente congeniale, o lo vogliamo demotivare mettendolo troppo in basso, così da solo, specie nell’ età cretina e pigra, col cavolo che ne esce di sua spontanea volontà?

Una mia carissima amica ha deciso di mandare il figlio, un bambino intelligente e capace, ma con un percorso scolastico alle elementari travagliato, alle professionali per non metterlo sotto pressione. Capisco e rispetto la sua scelta, ma sapendo quello che so di suo figlio, io con un figlio mio non l’ avrei mai fatto.

Perché una scuola non è solo un certo tipo di programma, un certo tipo di livello di ingresso e un certo tipo di possibilità future. Una scuola è una comunità, e i genitori tendono a mandare i figli nelle scuole in cui si riconoscono negli altri genitori. È molto personale come scelta, ma io preferisco sapere i miei figli in una scuola dove non passano per quelli “strani” per il fatto che amano leggere e sapere cose nuove.

Una scuola in cui le regole sono regole chiarissime e seguite, dove i ragazzi vengono seguiti, dove non è ammesso non fare i compiti per casa anche se poi passo le domeniche a litigare per vedere cosa ha fatto, dove i bulli vengono tenuti d’occhio e dove ci sono tante attività extracurricolari. Perché conosco mio figlio e penso che con il suo passato scolastico lì starebbe meglio. E perché sono amica su Facebook di un paio di suoi amichetti vecchi finiti alle professionali e vedo il livello delle conversazioni che hanno con i loro amici e compagni di scuola.

Per questo anche se questa è una mia personalissima esposizione del sistema come lo abbiamo vissuto noi, se avete figli in età da entreetoets, cominciate a interessarvi e informarvi, e se il risultato non corrisponderà quello che sapete di tutto il percorso scolastico di vostro figlio, parlatene subito e serenamente con la scuola e cominciate a prendere provvedimenti e capire se ha bisogno di una mano.

Potrebbe non cambiare nulla o potrebbe, col senno di poi, cambiare tutto. Averlo saputo, quando figlio 1 era in groep 7, mi sarei risparmiata il 90% dei patemi che ci siamo fatti per lui in groep 8.

5 comments

  1. ciao, ho letto cosi` per caso questo post, e mi si e`aperto un mondo.
    Sono d` accordo sulle tue considerazioni, che sento molto mie.Grazie!

  2. “Anche se non ha niente di ulteriore da dire, quando gli tocca di esprimere la sua opinione deve almeno dire: sono d’accordo, o pare che si voglia estraniare, non voglia partecipare, non voglia socializzare.” Un adagio che poi rimane per il resto della vita ( in Olanda). Perché sempre e ovunque l’olandese medio ha la sua opinione, su tutto, anche quando assolutamente incongruente. Bell’articolo.

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