Aggiornamento: forse devo aggiungere che io da anni ho smesso di organizzare corsi di gruppo semplicemente perché si fa sempre più fatica a trovare interessati. Le società Dante Alighieri stanno chiudendo. Amsterdam non è più un ambiente interessante, in provincia invece mi dicono che le cose vanno meglio, ciò non cambia tutto quello che vi scrivo sotto.

Spesso mi scrivono persone, in genere neo-laureati, che con o senza esperienza, vogliono venire a vivere ad Amsterdam e mantenersi insegnando italiano.

Io un paio che ci riescono ne conosco e ci lavoro insieme, ma sono comunque degli splendidi insegnanti, parlano benissimo olandese, hanno casa e contatti qui e se li sono fatti prima di mettersi a fare questo lavoro ed è gente che sa stare al mondo.

Tutti gli altri, a mio avviso, prima di lanciarsi devono tener presenti un paio di cose, che elencherò sotto, alcune scontate forse, altre magari meno.

SULLA SITUAZIONE IN OLANDA

– Nessuno ti assume per un lavoro del genere, tutti lavorano con i free-lance

– Solo che nell’ordinamento giuridico olandese il free-lance non esiste, esiste il lavoratore autonomo senza personale (ZZP’er) con partita IVA (BTW-nummer) e che emette fattura ed è riconosciuto dall’ufficio imposte (Belastingdienst) come tale per mezzo di lettera, che si farebbe bene ad allegare alle domande di lavoro insieme a una copia del proprio passaporto. Tutto ciò viene spiegato benissimo nel sito del Belastingdients, in olandese of course, quindi o ve lo sapete leggere, o avete amici dediti e con tanto tempo a disposizione e che ci capiscano un pelo, che sempre linguaggio da ufficio imposte è, e che con amore ve lo traducono. (Esagero, una parte di quel sito è anche in inglese).

– La conoscenza dell’olandese serve anche ad esser presi sul serio da corsisti e scuole, anche se, ovviamente, la lingua parlata nei corsi è solo quella che si vuole insegnare.

– L’esperienza di insegnamento nelle scuole italiane di ogni ordine e grado costituisce a mio avviso titolo di demerito. Non solo non ti prepara minimamente ad insegnare a studenti adulti olandesi, ti dà l’atteggiamento di partenza sbagliato.

– Viceversa, esperienza di insegnamento dell’italiano a stranieri, aiuta già parecchio, perché con un po’ di fortuna forse avete già avuto studenti olandesi e vi rendete conto di cosa vi aspetta.

SULLA PROFESSIONALITÀ DELL’INSEGNANTE DI ITALIANO

– Non ci improvvisa insegnanti della propria lingua solo perché la si parla.

– In genere non si insegna o non si traduce verso una lingua che non è la tua lingua madre, a meno di non conoscerla benissimo. Non succede spesso, ma perché escluderlo a priori?

Il concetto di professionalità implica non solo conoscenza della materia ma anche:

– Sai quanto farti pagare (svenditi e la gente ti tratterà di conseguenza, trovi solo sfigati e seccatori. Punta in alto e forse ti andrà bene una volta per puro caso, ma ti metti fuori dal mercato).

– Sai come farti pagare, ovvero sei in regola con le imposte e puoi emettere fattura e possiedi un conto in banca olandese su cui farti pagare (il che implica un tot di altre cosine burocratiche già svolte, per poter aprire il conto in questione).

– Capisci la differenza tra studente e cliente e ti comporti di conseguenza.

– Non fai le scarpe a nessuno, che il paese è piccolo e le cose si risanno.

– Comportati in maniera collegiale e frequenta i colleghi, che ti passeranno i corsi che non possono tenere di persona.

– Ti aggiorni continuamente, usi materiali autentici, possibilmente sai che non ti conviene usare un libro di testo, anche se agli studenti piace tanto, se vuoi che imparino la lingua che insegni. Se invece l’idea è di seguire il libro, allora il testo va benissimo, ma è una cosa diversa dall’insegnare/imparare una lingua.

GUARDA LA TUA CANDIDATURA CON GLI OCCHI DELLA SCUOLA A CUI SCRIVI

– Ogni giorno mi arrivano dei curriculum, la maggior parte fatti con lo stampino.

– Spesso sono scritti in un inglese terrificante, con un periodare faticoso. Se un candidato la lingua la sa poco basta che scriva secondo lo schema: soggetto, verbo, oggetto, punto. Frase successiva, idem. “Instruction” non è “education”.

– Contengono informazioni irrilevanti, mancano quelle che mi interessano (vedi punti precedenti). Tra cui quanto vuoi essere pagato e come posso farlo.

– Se sono su carta mi prendono spazio, elettronici li archivio meglio.

– Li manda gente che non sa cosa vuole dalla vita: fra due settimane si sono trovati lavoro in un call-center, o non controllano spesso le mail, o mi fanno perdere tempo a cercarli quando ho bisogno di un insegnante. In genere non investono nella propria professionalità.

– Sparano nel mucchio e non mandano aggiornamenti. Basta farsi risentire in breve ogni sei mesi o a ogni cambio essenziale di indirizzo telefonico e mail (gli indirizzi fisici, i primi tempi, ad Amsterdam cambiano con la velocità della luce).

Fondamentalmente se a me, scuola, serve un insegnante in più, chiedo a chi già conosco se hanno un collega da raccomandare. Contattare chi mi manda un curriculum è faticoso, mi fa perdere tempo e di rado mi procura un insegnante competente.

COSA FA BUONA IMPRESSIONE

Dare l’impressione che sai cosa stai facendo. Hai un indirizzo a una distanza ragionevole dalla scuola. Hai un conto in banca, il che implica un indirizzo vero o fittizio, comunque con nulla osta del padrone di casa, un’assicurazione sanitaria, un codice fiscale olandese. Sei in regola con l’ufficio imposte e puoi emettere fattura. Hai un numero di telefono olandese. Non devo spiegarti le cose elementari. Che non mi mandi una domanda dall’estero dichiarandoti disponibile a un colloquio, che nessuno si prende la responsabilità di farti venire per un colloquio senza impegno per un lavoro saltuario e non pianificabile. Se lo fanno ti devono dare delle ottime motivazioni, o pagarti il viaggio e il soggiorno. Altrimenti sono cialtroni.

Probabilmente un sacco di altre cose che al momento mi sfuggono. Ma penso di aver detto il paio di cose fondamentali e chiarito il fatto che io non sto qui a fare tutto questo per te. Io ho già il mio lavoro, la mia famiglia, i miei hobby, i miei amici e un tot di persone a cui non posso dire di no. Non posso organizzare la vita degli altri, a meno di non spacciarmela alla voce lavoro o famiglia.

Però con questo post spero di aver fatto una cosa utile a chi aveva idea di proporsi come insegnante di italiano, pur di poter vivere d Amsterdam.

PS: nel passaggio del vecchio blog a questa nuova piattaforma si sono perse molte cose, tra cui i vecchi commenti a questo post. Molti sono interessanti e aggiungono sfumature al discorso, comunque se vi dovessero interessare li trovate qui.

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