AereiAnche se per arrivare in aereo ad Amsterdam abbiamo l’aeroporto di Schiphol vicino e ottimamente collegato col treno al centro, spesso preferisco muovermi attraverso aeroporti minori, in particolare quello di Eindhoven, anche se tocca organizzarsi per arrivarci o ripartirne. Premesso che ognuno ha i suoi buoni motivi per scegliere come e da dove spostarsi, vorrei dirvi brevemente i miei. Sulle varie opzioni di viaggio e relativi prezzi potete anche leggere il mio post qui.

Costi

Intanto da Eindhoven partono una serie di voli low-cost per alcune delle destinazioni che servono a me, e in questi tempi di crisi fa sempre comodo guardare se il volo da Schiphol + treno per arrivarci mi costa meno o più di quello tramite Eindhoven + trasferimento.

Controlli di sicurezza infiniti

Soprattutto quando viaggiavo spesso da sola con due bambini estremamente vivaci per me le lunghe attese in aeroporto erano la morte. Schiphol, come peraltro Fiumicino, sono abbastanza famigerati per la lunghezza dei controlli di sicurezza, per cui si raccomanda sempre di arrivarci con congruo anticipo e nelle ore più trafficate due ore extra non sono un’esagerazione. Gli aeroporti piccoli hanno questa comodità, per me, di arrivarci con la carta d’imbarco già stampata, il bagaglio a mano e persino delle volte che temevo veramente di perdere l’aereo causa ritardi vari, anche precipitarmi dentro 20 minuti prima dell’inizio dell’imbarco mi ha permesso di farcela (non che ve lo consigli, che la sfiga ci vede sempre benissimo).

Attese

Io faccio una gran fatica con le attese, specie quando sono circondata dai figli. In genere all’ aeroporto preferisco trovarci una cosa qualsiasi da fare e salire per ultimi, anche se con i posti a sedere non assegnati e con i bambini piccoli non potevo. Adesso che invece sono grandi anche se siamo seduti lontani non è un dramma. Tranne una volta che viaggiavo con Orso cinquenne tondo e tenero, e con l’ aereo affollatissimo gli unici posti vicini erano ai due lati del corridoio, ma meglio di niente.

“Dai Orso, mettiamoci qui”.

“Ma io desideravo taaaantooo stare vicino al finestrino” col tono delusissimo del bambino., il labbruccio arricciato e soprattutto l’ esplosione di spontaneità pura.

Al volo due fanciulle al primo volo da sole si sono alzate di botto, ci hanno ceduto i posti vicino al finestrino e quelli ai due lati del corridoio li hanno presi loro. Dio benedica i viaggiatori empatici.

E anche quella volta ci ha detto bene.

La migliore invece è stato un volo con Orso da allattare in braccio ed Ennio di due anni e mezzo che ovviamente andava controllato e immobilizzato a vista. per fortuna accanto a noi si sedette una signora carinissima che gli ha letto storie mentre allattavo, che ho continuato per motivi di lavoro a incontrare per caso nei 10 anni successivi a incontri e congressi e ogni volta la aggiornavo sulla crescita dei figli. E sono cose belle anche queste (Grazie Henriette).

Percorsi brevi dentro l’ aeroporto

A Schiphol invece già solo per arrivare al gate, specie se prendi un volo low-cost, tocca farti i chilometri sul tapis roulant, ci sono le scale (e non ti puoi portare il carrellino in ascensore), lo ricordo come un incubo quando ero incinta, con una storta alla caviglia e un bambino di un anno e mezzo da trascinarmi dietro insieme ai bagagli a mano di entrambi. Arrivata all’ascensore dove ingiungevano di lasciare il carrellino mi era quasi venuto da piangere. Perché sapevo che mi aspettavano i corridoioni interminabili.

Comodità

Invece le volte che in condizioni disperate partivo da Eindhoven o altri aeroporti piccoli mio marito ci portava in macchina a pochissimi metri dall’ingresso dell’aeroporto che a sua volta non è lontanissimo dai gate e vuoi mettere la comodità?

Amenità

Ora uno dice: si, ma a parte i casi particolari, vuoi mettere gli aeroporti grandi, ci sono i negozi, tanti posti di cosette buone da mangiare e bere durante l’attesa, puoi comprare i regali last-minute, ti provi le creme e i profumi? Verissimo, però ricordo che sempre in tema di low-cost, quei gate lì (tipo il settore M a Schiphol) hanno tre negozi in croce quando arrivi, poi ti tocca farti il corridoione deprimentissimo con le sale di imbarco al piano di sotto e senza sedie, e se arrivi troppo presto aspetti nel corridoio che sbarchi il volo in arrivo e anche lì ci sono 4 sedie ogni 30 metri quindi non è che tutte queste amenità siano riservate a noi sfigati del low-cost (d’altronde risparmiamo sui voli e quindi mica mi lamento).

Arrivo

No, ma scherziamo? Se devo arrivare in Abruzzo, vogliamo mettere la comodità di arrivare all’aeroporto di Pescara piuttosto che Ciampino o Fiumicino? cioè € 14 euro per arrivare a Roma col trenino? Preferisco partire da Weeze o da Charleroi, specialmente se ci arriviamo in macchina. No, ma la comodità proprio.

Aneddoto

Su, dai che non sarei Mammamsterdam se non vi salutassi con qualche aneddoto di vita vissuta. Una volta dovevo partire per una lunga estate calda in Italia con due bambini, uno di due anni e mezzo che camminava ancora poco ma non aveva più diritto al passeggino, e l’altro di quattro e mezzo che voleva esplorare il mondo da solo. E trattandosi di lunga estate mi sarei portata dietro tre bagagli completi a testa più tutto il bagaglio a mano consentitomi per via di golfini, pannolini, distrazioni, snacks, computer e altro che ho preferito rimuovere. E in stazione ci dovevo arrivare a piedi fino al traghetto (solo 800 mt. ma fatteli in quelle condizioni).

Per fortuna il giorno prima della partenza mi capita un lavoro da fare, guarda caso, a Eindhoven. Quindi i tre bagagli da imbarco, nello specifico: borsone grande con rotelle e maniglione allungabile, zaino grande e valigia a rotelle me li sono portata il giorno prima in stazione e li ho ficcati in uno degli armadietti a pagamento del deposito bagagli (in quello grande, miraculo, sono entrati tutti e tre).

Il giorno dopo mi incammino per la stazione a piedi con un figlio per mano, zaino mio del bagaglio a mano con computer, telefoni e varia elettronica (con i figli piccoli che fai, non ti porti la macchinetta fotografica per immortalarli e altre robe oggi fortunatamente sostituite dal telefonino?) e borsone Ikea in cui erano sparsi random bagagli da intrattenimento figli, pannolini, ricambi, vettovaglie, golfini eccetera.

Alla stazione recupero i bagagli, metto figlio piccolo a cavalcioni della maniglia del borsone e me lo trascino con una mano. Metto lo zaino grande sulla schiena, quello piccolo sulla pancia, la borsona a tracolla e l’altra valigia con maniglione me la tiro con la sinistra. E siccome conosco i miei polli, con un foulard lego me e il figlio esploratore alle rispettive cinture dei pantaloni per non perdermelo in stazione. Per strada ci hanno sorriso in molti (qualcuno forse ci ha direttamente riso in faccia) ma siamo arrivati al completo, sani e salvi e senza perderci nessun pezzo. Il borsone Ikea, fino a che i figli sono piccoli, a volte potrebbe prestarsi anche per ficcarci direttamente un figlio scalpitante e portarselo così mantenendo le mani libere, non l’ho mai fatto, ma a volte ci ho pensato.

Per fortuna in questi dieci anni io mi sono fatta più furba e ho imparato a ridurre i bagagli all’essenziale, il mio parente preferito ha aperto un servizio di corriere espresso tra Amsterdam e l’Italia e io e molti suoi clienti i bagaglioni da imbarco ce li facciamo portare da lui, che costa uguale ma almeno ti viene a casa. I figli sono cresciuti e non solo i loro bagagli se li portano da sé ma sanno anche leggere tranquillamente o fare un giochetto durante le lunghe attese. Quasi quasi ricomincio a guardare anche ai voli da Schiphol, che alla fin fine forse visti i tempi e il costo totali spesso non ci sono quasi più differenze enormi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

One comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.