Per motivi logistici e per semplificare le cose a tutti, con le maestre è stato deciso di metterli tutti e due in seconda, insieme al loro amico Leo, la cui nonna, amica di famiglia, ci ha ospitati tutti quanti.
“Ma davvero dormite insieme?” chiedevano gli amichetti increduli e un po’ gelosi.
“Si”, risponevano i reprobi, che effettivamente tutte le sere riuscivamo a ficcare nel lettone e dopo 10 minuti di chiacchiere e urla, schiantavano all’improvviso.
Sono stata commossa e piacevolmente sorpresa dalla disponibilità ed apertura delle tre maestre: Daniela, Ambra e Gentilina, e da come si sono adoperate per mettere i bambini a proprio agio e farli lavorare al proprio livello, se la classe era più avanti. Tutti hanno visto questo esperimento anche come un’occasione di apprendimento per entrambe le parti e si rallegravano che i loro bambini potessero imparare dai miei come si vive in Olanda.
Pare Ennio abbia avuto un gran successo come traduttore di parole tipicamente olandesi, tipo “taxi”.
Risultato?
“Mamma, mamma, Orso sta giocando in italiano, mi ha chiesto: adesso giochiamo?”, mi urla un Ennio eccitatissimo giusto il pomeriggio in cui io, abbattuta dalla tachipirina e dall’overdose di VivinC stavo cercando di dormire.
Io tendo l’orecchio e sento in effetti Orso, come suo solito, commentare a presa diretta il proprio gioco: solo che stavolta lo fa in italiano.
Stasera, mentre al buio parlo al telefono dal mio letto e scaccio i figli che vengono ad interrompermi per chiarire chi ha cominciato esattamente a picchiare l’altro (che non me ne può importare niente, se la vedano da soli se proprio insistono a picchiarsi, io ho il mal di testa da ieri), urlo a Ennio:
“E per favore chiudimi la luce” che la testa mi si spacca.
“Si dice la spengo”, ribatte lui.
Ecco, ma a me chi me l’ha fatto fare ammalarmi a Roseto per mandarli a scuola, se poi cominciano subito a riprendermi e farmi la lezione? ‘Sti batavi, con il ditino sollevato.
PS: la faccenda del ditino ammonitore volta ad insegnare e moderare pare sia un vizio nazionale degli olandesi, che se lo dicono da soli, evidente residuo del passato coloniale in cui partivano per civilizzare i popoli selvaggi. Ecco, non so dei selvaggi, ma il ditino, tutto vero. Lo fanno ancora, per il tuo bene.
15 comments