Comunicare con i medici nei Paesi Bassi è una cosa che si può imparare se siamo stranieri, siamo abituati a sistemi diversi o abbiamo aspettative non previste dal sistema. Qualcosa lo avevo già scritto qui, ma non fa mai male riprendere gli argomenti da angolature diverse. Penso di fare cosa utile con questo prontuario. (Se vuoi saltare il pippone iniziale la prefazione vai giù al numero 1, però ti perdi qualcosa, io l’ho detto).
Riprendo la mai abbastanza lodata serie shaken, not stirred che, come dice meglio di me il Poeta:
“I’ mi son un che, quando
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch’e’ ditta dentro vo significando”
Insomma, quando la gente mi fa girare le carriole devo scriverlo prima di mettermi a insultare, perché ma come si fa? In questo caso il come si fa è stato il classico post su Facebook di lamento di una persona che non si sente presa sul serio dal sistema medico nei Paesi Bassi, che ha dei sintomi che potrebbero essere tutto ed essere niente, che quando il medico ha fatto l’impegnativa per lo specialista, lo specialista non ha ritenuto necessario visitarla ed ha annullato l’appuntamento, mentre la fisioterapista, che non è un neurologo, ma che ci vogliamo fare, ha cominciato a citare malattie pericolosissime, mandando la povera stella nel panico. Che deve fare un* cristian* che già patisce lo stress dell’emigrazione e si ritrova pure a gestire la comunicazione con un sistema medico che non capisce? Va nel panico, giustamente.
Il problema è che su facebook è un attimo trovare gente che ti racconta le storie dell’orrore, e vai in Italia, e vai in Belgio, e corri a farti vedere, e si, appanichiamol* ancora un po’ i poveretti. Io tutte le volte che sento queste storie oltre al senso di umana compassione che mi prende, e infatti ho proposto a questa persona di farle da interprete e provare a spiegare meglio la situazione al suo medico, mi parte il cazziatone a tutti questi incoscienti che l* stavano facendo sentire ancora peggio di quanto stesse.
Ora io faccio l’interprete da oltre 30 anni, spesso e volentieri per questioni mediche e soprattutto per l’UWV che è l’ente che certifica ed eroga eventuali pensioni di malattia e invalidità, ne ho sentite di storie dell’orrore. Ma ancora di più ho sentito potenziali storie dell’orrore che con una parola giusta da parte del medico o del consulente esaminatore hanno ridato fiducia a gente che non sapeva più dove sbattere. Quindi si, nessun sistema medico è perfetto, non lo è quello olandese e nemmeno quello italiano che tanto esaltiamo con nostalgia quando dobbiamo criticare quello olandese, ma morire se tanta gente che viene qui si prende la briga di capirlo, questo sistema e di fare lo sforzo di farlo lavorare a proprio favore.
Per cui Mammamsterdam vostra che vi vuole tanto bene ma del genere tough love, molto tough e molto love, si permette di fare una rapida lista, di maggior facile lettura del pippone iniziale, per aiutare chi lo voglia a navigare meglio le questioni di salute nel sistema sanitario olandese che tutti i mesi ci estorce quella quota di assicurazione sanitaria, giustifichiamo quindi l’esborso, che ci tocca.
Vi scrive una che vive nei Paesi Bassi da 35 anni, con un PhD in “parlare con la segreteria medica mentre trattieni un attacco di panico” e un master in “ho avuto più neurologia in famiglia che un reparto clinico”. Spoiler: il sistema olandese ha limiti, come tutti. Ma funziona, se sai come comunicare.
Poi già che ci sono, avevo anche scritto un resoconto dalla guardia medica, just in case (non andate al pronto soccorso e alla guardia medica senza aver telefonato o fatto telefonare dal medico, date retta fate prima.)
- Il mito del medico italiano empatico
Ve lo ricordate, il medico italiano? Quando andavi in ambulatorio e il dottore ti diceva “eh signora, è lo stress”? Newsflash: lo dicono anche in Italia. Spesso. A volte ti visitava, a volte ti prescriveva antibiotici per un raffreddore, a volte ti guardava con pietà, ma spesso ti diceva che dovevi “riprenderti”. Non è che ci ascoltassero così bene, eravamo solo abituati a un altro tipo di teatro.
- I medici olandesi non ti coccolano
Non ti dicono “poverina”. Non ti fanno la carezza metaforica. Sono diretti, a volte sembrano dei robot con un’agenda. Ma non fanno diagnosi a caso, non ti danno farmaci per tenerti buona. Se ti dicono “non vedo niente di preoccupante”, è perché stanno davvero valutando il rischio, non perché sono pigri. E se c’è qualcosa di serio, agiscono. Ma la loro forza è che non fanno diagnosi a caso, e non ti danno antibiotici “per farti contenta”. La freddezza ha un metodo dietro.
- Come parlare con loro senza autodistruggersi
Frasi utili, tono pacato, elenca sintomi con date. Niente monologhi da tre ore, niente “mi sento come se…” alla Pirandello. Chiaro, conciso, clinico. Usa l’email del medico di base, è la tua arma segreta. Lo dico meglio in punti:
- Scrivi i sintomi in ordine cronologico
- Non dire “mi sento come se”, dì cosa succede concretamente
- Niente monologhi. 5 frasi chiare, massimo. In fondo hai 10 minuti di appuntamento e ti garantisco che in 10 minuti si dice il mondo, se ti prepari prima.
- Non fare le tammurriate che non è nelle loro corde, non le capiscono, soprattutto non sanno farci la tara ed è il miglior modo per non farti prendere sul serio. Buttala invece sul burn out, spiega che sei una persona razionale (anche se non lo sei) ma che a questo giro sei molto preoccupata e questa preoccupazione non ti fa stare bene. Cioè, falla la tammurriata, esagera qualcosa se serve o se hai famigliarità con certe patologie, ma fallo a voce bassa e tono monocorde, che funziona meglio.
- Evita le diagnosi fatte da te o dal fisioterapista. Anni fa andai dall’ottico che mi guardò e mi disse: senta, giusto per essere sicuri, si faccia fare l’impegnativa per l’oculista dal medico e ci rivediamo. Ma che c’è? Eh, io sono un ottico, non siamo autorizzati a dire niente di cui non abbiamo competenza, ma faccia come le dico, vada a farsi vedere al più presto. E fai l’impegnativa e prendi appuntamento e fai il campo ottico e torna per un’altra cosa, ed era estate e siamo andati tutti in vacanza, arrivo dall’oculista 3 mesi dopo che come mi guarda l’occhio mi fa: Ma no, non è un tumore, è solo un accumulo di pigmento, ma capisco perché l’ottico abbia insistito per farla vedere, tuttappost’. Come un tumore? A quello pensava l’ottico? dio lo benedica, a saperlo venivo prima delle vacanze. Siate come il mio ottico, non come la fisioterapista della povera stella di cui sopra. Ma se ti dicono di andare, tu vai e di corsa, senza panico e senza procrastinamenti.
- Sottolinea ciò che peggiora o migliora i sintomi. Il che significa che prima di andare in panico, comincia a scriverti le cose. Anni fa, in un periodo durissimo del bullismo a mio figlio in una scuola che non faceva niente e mi sentivo il suo carnefice ogni mattina che ce lo portavo e poi piangevo mezz’ora in macchina, a livelli tali che pensavo di stare uscendo di testa, lo dissi al mio medico. La sua risposta fu: dio sa se non ne stai passando abbastanza da giustificare lo sbrocco, ma fai una cosa, segnatelo quando ti vengono queste crisi, perché hai anche l’età per cui potrebbero essere gli ormoni, vediamo se c’è anche una periodicità. C’era. Non mi risolveva tutto il resto, ma un problema di meno.
- Se puoi, invia tutto per email prima della visita, così intanto che scrivi ci rifletti ripensi anche tu a quello che ti fa male, ti impensierisce eccetera, ti chiarisci le idee, magari ti rassicuri e riesci a spiegarlo meglio aggiungendo dettagli forse utili alla diagnosi.
- Usa chat gpt, cavolo, abbiamo chat gpt, butta tutto alla diocane nel prompt e chiedigli di scriverti in olandese una versione ripulita, in ordine e comprensibile. Lo controlli, lo copi e lo spedisci, così quando arrivi alla visita il medico sa cosa aspettarsi e avete più tempo per fargli fare le domande giuste. Peraltro mio figlio sta proprio facendo una tesi sui bias di genere dei LLM nel fare le diagnosi, e mi conferma che siccome le intelligenze artificiali sanno tutto, mentre anche lo specialista più bravo sa tutto del suo, ma non tutto di tutto, ci sono studi che dimostrano che per una prima analisi dei sintomi in percentuale l’intelligenza artificiale ci azzecca di più. Certo, poi ci sono i bias che sta studiando lui, per cui a parità di sintomi alle donne dicono che è stress e agli uomini dicono che è infarto, ma che ci vogliamo fare, tutti abbiamo dei bias, ce li abbiamo noi, i medici e i dati umani che vengono immessi nelle intelligenze artificiali.
- Ansia ≠ finzione
In Olanda, se dici “sto male da settimane” ma senza spiegare come, quando, con che intensità, loro pensano che tu abbia bisogno di supporto psicologico. Non è perché pensano che sei pazza. È perché non hai fornito dati medici valutabili. L’ansia è reale, e il sistema ha percorsi per quello. Ma devi aiutare chi ti ascolta ad aiutarti. Aspettati diagnosi serie, follow-up, continuità. E quando serve, l’ospedale funziona, anche se tendono a tenertici il minimo indispensabile e farti venire all’ambulatorio per evitarti lo stress e la fatica della degenza, le infezioni ospedaliere resistenti agli antibiotici (indovinate quale paese europeo ha il tasso maggiore di queste infezioni?) e nel proprio letto comunque si dorme meglio. Non è spettacolare, è solo funzionale. Qui comunque un post semiserio sulle ossessioni ospedaliere degli italiani nei Paesi Bassi.
- Il culto del SSN
Smettiamola di dire che in Italia “era tutto meglio”. In Italia ci sono eccellenze, sì. Ma anche pronto soccorso eterni (11 ore a quello dell’Aquila una domenica che Creature Two si era sfracellato un piede su un chiodo arrugginito per poi avere un cerotto perché l’antitetanica ancora lo copriva, ma non lo sapevo) esami prenotati tra sei mesi, medici stanchi morti. Qui, se hai bisogno, gli esami arrivano. Se serve, ti mandano dallo specialista. Magari non ti abbracciano, ma ti curano. E non, non ci siamo scordati l’Italia. Ce la ricordiamo fin troppo bene.
- Chi offre rispetto ottiene rispetto. Ma a voi, qualsiasi lavoro facciate, quanto vi stanno simpatici quei clienti/utenti che: vengono da te, ma ti dicono loro come devi fare il tuo lavoro, dove sbagli e il loro cugino che fa il marines gli ha detto che hanno ragione loro e sotto sotto vengo da te perché mi tocca ma ti ritengo un incompetente? Ecco, col medico uguale. Quindi va bene portargli diagnosi e documentazioni e ricette che vi hanno fatto in Italia, ma ci vuole apertura su quello che vi suggeriscono loro che magari sanno qualcosa di diverso e che potrebbe funzionare meglio. Se è inutile non ve lo danno, quindi se pretendete le analisi ogni 3 mesi perché così vi dice la testa ma non offrite elementi medici per farvele fare, non serve dire che il medico è incompetente.
- Conclusione: Protestantesimo, understatement e perché non è tutto male
Siamo in un paese dove la sobrietà è virtù. Dove il medico non fa scena. Dove la comunicazione è spartana ma i protocolli funzionano. Non cercate l’emozione, cercate il metodo. E se non lo trovate, imparate a navigarlo. E no, non siete soli. Ma serve lucidità, non santini del SSN e diagnosi fatte su Facebook. E per esserci arrivata io devo ringraziare mia suocera, medico del Consultorio pediatrico, che per anni prima di telefonare al mio medico mi stava a sentire e mi faceva il riassunto dei sintomi da dirgli, ho imparato così,
Fidatevi: con meno panico e più chiarezza, si ottiene di più. Anche qui. Poi se proprio vi serve un’interprete professionista che sa come navigare il sistema io sono qui. Mi faccio pagare, questo si, ma delle volte costa forse meno che prendere il primo volo e il primo specialista in Italia. Mi trovate qui: barbara@madrelingua.com