“Ma se ce lo spiegano a noi che non bisogna mai farsi le foto di sesso e mandarle in giro, perché la gente lo fa?”
“Perché si fida”
Pausa.
“Però, non per dire una cosa cattiva, ma non è imprudente? E allora lo devono sapere.”
Vedo arrivare la deriva pericolosa, e visto che per fortuna a scuola, oltre che a casa nostra, se ne parla, penso che 12 anni sono il momento giusto per chiarire un paio di punti.
“Ti dico una cosa sui grandi e il sesso. È sempre meglio quando una persona ti piace, o gli vuoi bene, o siete amici. E allora anche se uno fa una cosa imprudente, la cosa fondamentale, quella che non ci dobbiamo mai dimenticare, è che in primo luogo ci ha messo affetto, amicizia, amore. Alla base, prima di pensare che ti potrebbero fare male, uno ci mette piacere e fiducia. Purtroppo gli amici stronzi esistono sempre nella vita ed è quello a cui uno deve imparare a stare attento. Ma noi ricordiamoci dell’ amore”
Che c’è un limite ai fatti della vita e alle insondabili profondità delle pulsioni sessuali che una povera madre riesce a spiegare in maniera comprensibile al figlio dodicenne. Ma sono contenta che la settimana scorsa mi abbia tirato fuori lui il discorso (a proposito del fatto, che lo dico a fare, che è iniziata la scuola superiore con relativo gruppo wazzap di servizio gestito dal mentor, e che l’unico bambino della classe privo di telefonino proprio è, sempre uno a caso, figlio nostro.)
Ma è solo questione di tempo e organizzazione, ci arriveremo al telefonino anche per lui. Anche perché i fondamentali per ora mi sembra li abbia capiti.
Non un secondo troppo presto, se penso alle tragedie che avvengono quando alle insondabili motivazioni degli adulti e delle loro relazioni si uniscono ferocia, pochezza, frustrazione. Fiducia tradita. Basta così, le parole migliori lette finora sono quelle di Marina Morpurgo, una bella testa e un gran cuore di giornalista, che ad avercene di più così saremmo un paese migliore:
“Una ragazza ha un rapporto orale con un giovanotto che non è il suo fidanzato del momento. Condivide il gioco con 5 amici.
Un amico gentiluomo rende pubblico il video dell’atto e centinaia di migliaia di bavosi/curiosi/annoiati/scandalizzati lo rendono virale.
Gli scandalizzati/divertiti/idioti/fatevoicosa commentano, chi feroce, chi salace, tanto non è successo a loro, che sono tutti santi. Coprono la ragazza di vergogna. Le accuse le lascio alla vostra fantasia.
I giornali ci fanno l’articolo acchiappaclic, ma guardate che curiosità, che cosa divertente, una che fa un pompino e diventa virale, massì scriviamo tutto, linkiamo, fanculo l’etica professionale anche se poi siamo i giornali dei moralizzatori moralizzanti.
La ragazza si uccide.
Punto e fine.”
Solo che prima di passare ai miei figli questa sintesi, è meglio se li faccio crescere sereni ancora per un poco.