Il disordine creativo dei lavoretti con i bambini
Il disordine creativo dei lavoretti con i bambini

Lo scorso anno scrissi per Genitoricrescono.com questo post in cui raccontavo come cerchiamo di gestire il nostro disordine innato per sopravvivere alla quotidianità scolastica dei bambini. Abbiamo scoperto alcune routine che ci hanno salvato vita e matrimonio, lo scorso anno, e adesso che la scuola è ricominciata volevo aggiungerci come ci siamo tarati e cosa abbiamo modificato, in base all’ esperienza passata.

Tutto questo fa parte di un mio percorso di semplificazione dell’esistenza, perché da quando ho scoperto di avere l’ADHD (qualunque cosa esso sia) e prendere atto di certi miei limiti e perdonarmeli, sto affinando tanti trucchi che prima magari adottavo inconsapevolmente e adesso invece mi sto studiando. Chi non è spontaneamente ordinato deve imparare ad organizzarsi, al limite copiando le persone organizzate. E come mi sono impostata casa, cassetti e vita e perché questo per me funziona, l‘ho detto pure qui.

Adesso che sono diversi mesi che sto consapevolmente adottando certe tecniche, ho voluto fare mente locale su quello che funziona da sé e quello che può essere tarato, cambiato, eliminato. Comincio punto per punto dal post per Genitoricrescono che vi consiglio di leggere e poi vado avanti come mi viene.

Foderare i libri

Lo scorso anno dissi che alla prossima sarei stata così furba da scegliere carte di colore diverso per le varie materie. Non l’ho fatto completamente (ma alcune carte colorate le avevo prese) perché quest’anno i libri sono stati foderati insieme a papà, che se abbiamo uno preciso in famiglia approfittiamone. Però siamo stati abbastanza previdenti da comprare un sacco di etichette autoadesive per distinguere meglio tutti i libri, lo scorso anno ci sono finite subito e più di metà dei libri andavano aperti per vedere cosa fossero. C’è spazio per migliorarci, dai, il prossimo anno saremo bravissimi.

Ricordo che nelle scuole superiori olandesi, quelle che non hanno adottato gli e-book sul tablet per comode borse leggere, i libri li passa la scuola e a fine anno vanno restituiti nel miglior stato possibile. Quest’ anno ci è arrivato un libro tutto squinternato e abbiamo suggerito a Ennio di riportarlo subito per evitare che si pensi sia stato lui a fine anno, perché ci toccherebbe pagarlo. (un libro squinternato ora in mano nostra a fine anno diventa coriandoli).

L’altro trucco è stato fare subito una lista dei libri ricevuti per semplificarci la vita a fine anno quando li dovremo restituire, così non dobbiamo cercarli ovunque col dubbio se ce ne siamo scordati qualcuno (come quest’ anno, che ci hanno mandato il conto a casa, per fortuna li abbiamo ritrovati in extremis e riportati).

Infine, l’ho pensato anche lo scorso anno ma poi mi sono dimenticata, io devo cominciare a tenere d’occhio i rotoli di plastica trasparente. A scuola usavo spesso quelli proprio per la praticità di vedere che libri erano, ma qui ogni volta che mi serve non la trovo mai. Mi sa che appena scendo in Italia e la vedo, faccio incetta.

Qui un tutorial su come foderare i libri.

Quaderni singoli o raccoglitore?

Noi avevamo iniziato con il raccoglitore, come dissi,  che per una persona ordinata va benissimo e presenta il vantaggio di non appesantire lo zaino con tanti quaderni diversi. Ma abbiamo capito che non funziona benissimo per noi e quindi siamo tornati ai quaderni singoli, scegliendo per materia se siano più utili  quadernoni o quelli normali. I quadrettoni grossi hanno avuto la preferenza su quadretti e righe, perché per noi con la calligrafia tutta da decifrare funzionano meglio. E poi a me serve sempre della carta a quadrettoni in casa quando decido di spostare o costruire mobili e devo farmi le piantine.

Routine della sera

Sempre, sempre, sempre ricordarsi di preparare lo zaino la sera prima. Con l’estate questa routine si era allentata e un paio di mattine ci è toccato fare snervati le corse perché non era pronto, ma tutti pensavano,in virtù della routine, che lo fosse. Per fortuna ce ne siamo ricordati a casa, voglio vedere cosa sarebbe successo se se ne fosse accorto a scuola.

Preparare i vestiti ancora non lo facciamo ma semplicemente perché ho ordinato con coerenza gli armadi dei bambini, con l’identica suddivisione, in modo che tutti sappiamo che le magliette a maniche corte stanno nel secondo cassetto a sinistra elle felpe in quello in basso. Così piano piano quando i vestiti sono lavati e piegati ne metto una pila in braccio al primo figlio che mi capita e gli dico di portarla sopra e metterla ordinata nell’ armadio, che sia il suo o del fratello non importa.

In questo modo la mattina si vestono da soli davanti all’ armadio – spero – e scelgono quello che si vogliono mettere in base al tempo che c’ è o il freddo che hanno.

Adesso inoltre stiamo cercando di introdurre la:

Routine del pomeriggio

Quando si rientra da scuola, immancabilmente, non importa quanto tu sia stanco, e anche se non c’ è nessun adulto a ricordartelo, devi:

  1. rimettere le chiavi nella tasca della giacca o nello zaino se le tieni fisse lì, o metterle nel cassetto portachiavi dell’ ingresso. Basta cercare inutilmente le chiavi, meglio darsi un posto fisso e tenerle lì. Lo scorso anno ho comprato un portamonete semplice a sacchetto, quelli che ci entrano due tessere (del bus e della scuola) e qualche spicciolo, e con il gancio per le chiavi dell’ armadietto. Ennio lo tiene fisso nella tasca della giacca e quando passa a giacche più leggere o pesanti, o le lavo, faccio io il trasferimento così so che non ce lo dimentichiamo. Le chiavi di casa e della bici invece stanno insieme in un laccio di quelli da mettere al collo, nel cassetto delle chiavi. Un giorno riuscirò ad applicare il sistema di Silvia, ovvero il pannello portachiavi con le etichette per vedere a colpo d’occhio chi c’è, chi non c’ è, dove siamo.
  2. toglierti le scarpe E METTERLE NELLA SCARPIERA, santocielo, basta mollarle nell’ ingresso che ci inciampo ogni volta, o sotto al divano che poi se ne perde sempre una.
  3. Appendere la giacca.
  4. Svuotare lo zaino per controllare che compiti devi ancora fare, buttare eventuali resti di panini e cartacce, controllare se ci siano comunicazioni della scuola che tipicamente i figli si scordano e le ritrovi, se le ritrovi, settimane dopo. Tenere fuori i libri che ti servono per i compiti, rimettere nello scaffale gli altri, aggiungere quelli  per domani dallo scaffale.
  5. Fare merenda e staccare il cervello per un po’, o prepararsi per andare agli allenamenti.

Compiti

Ieri all’incontro della nuova mentor di classe con i genitori lei ci ha detto esplicitamente che in seconda, non si sfugge, i ragazzi devono dedicare ai compiti da un’ora e mezzo a due al giorno. Il dramma è che a Ennio questo concetto: si fanno i compiti tutti i giorni ancora non entra in testa. Poi la preadolescenza ci mette del suo e ricordarglielo o chiedere di guardare insieme provoca esplosioni, offese e musi.

Ma la santa mentor ci ha anche ricordato che pure quando dicono: “ho fatto tutto”, “lo so”, in realtà alla fine se insistiamo con garbo e gli facciamo capire che ci interessa davvero aiutarli a semplificarsi la vita, e non giudicarli, alla fine sono contenti. Perché hanno 13 anni, è solo un anno che hanno l’impegno delle superiori, escono da scuola alle 16 ed è chiaro che spesso li vorrebbero dimenticare.

Rispetto allo scorso anno le litigate mostruose che si scatenavano fra me ed Ennio come dicevo: “dai adesso facciamo la materia X, ti aiuto” si sono attenuate. Ha molto aiutato un consiglio che ci hanno dato e che non abbiamo applicato, ma solo il metterci d’accordo ha disinnescato un sacco di paturnie. Fondamentalmente Ennio vedeva il mio voler controllare i compiti come diffidenza, mancanza di fiducia e rompicoglionaggine materna. Io che nella vita avrei pure cose più interessanti da fare e traduzioni che mi aspettano, mi scocciavo per l’ ingratitudine e il tempo perso a discutere, che alla fine era il doppio di quello necessario a fare gli esercizi e stop.

L’accordo prevedeva che io non avrei più chiesto di guardare i compiti, ma al contrario, Ennio “spontaneamente” me li avrebbe offerti da guardare in un momento fisso quotidiano da segnare sulla lavagna (le nostre lavagne e bacheche ci hanno davvero salvato la vita e ve le spiego nei due post linkati al primo paragrafo, ci sono anche le foto). Alla fine non se ne è fatto nulla, ma avendo chiarito le rispettive posizioni io posso chiedere con cautela di guardarli e lui la smette di fare i drammi greci. Che alla fine manco al classico è entrato e quindi i drammi greci con me se li scorda.

Lo scorso anno gli avevamo sistemato una scrivania comoda e ordinata in camera, ma quest’anno abbiamo deciso di dedicargli un angolo della mia scrivania o comunque un tavolino suo nel nostro studio, in modo da poter lavorare in silenzio insieme nella stessa stanza, che nulla aiuta la concentrazione come il mormorio di meningi altrui al lavoro, infatti a me come studiavo bene in biblioteca, mai. Così visto che fa fatica ad addormentarsi cerchiamo di tenergli la camera sgombra da distrazioni.

Il promemoria del mattino

La routine del mattino non è mai davvero partita, un po’ perché con tutte le misure che descrivo sopra alla fine va da sé, un po’ perché ancora non ci arrivo veramente. A suo tempo ci appendemmo alla porta d’ingresso un promemoria per Orso per ricordarci tutti che prima di andare a scuola occorreva: controllare se aveva i compiti in borsa (se li scorda SEMPRE), controllare che non si portasse dietro giornalini e giochetti vari (lotta improba, a volte mi sguscia di mano sulla soglia, corre dentro, recupera qualcosa e schizza via e non saprò mai cosa si è portato dietro di nascosto), ricordarsi chiavi e biglietto del bus.

In realtà credo di doverne fare uno nuovo per tutti che includa: hai preso chiavi, soldi, biglietto, merenda? ti sei lavato i denti? e un paio di altre cose che se me le suggerite nei commenti mi fate un favore.

Ora io lo so che a chiunque un minimo più strutturato di me molte di queste cose sembrano scontate, ma so anche che proprio perché io invece i miei movimenti e le cose che non devo dimenticarmi me le sono studiate, a volte anche le persone strutturate trovano utile leggere le scorciatoie che uso io.

Il passo successivo sarà, come la mia zia perfetta, quello di trovare persino i 50 secondi per passare un colpo di scopa sotto il tavolo della colazione prima di uscire per raccogliere le briciole. Ma a quello, sinceramente, ci arriverò solo dopo che nella mia routine riuscirò a inserire lo sparecchio della tavola.

Buon rientro a scuola a tutti, qui siamo alla seconda settimana e ancora non me ne faccio una ragione, e neanche il tempo grigio aiuta molto.

2 comments

  1. Per quanto riguarda la copertura dei libri, nei supermercati trovi delle copertine per libri trasparenti con l’adesivo laterale (tipo le sovra copertine dei best-seller…). Basta solo tagliarle in altezza, in base alla dimensione del libro. Molto pratiche. Figlia piccola dodicenne si copertina, da quest’anno, da sola i suoi libri.
    Molto utile questo tuo post, adatterò qualche idea al nostro disordine perpetuo.

    1. Hai ragione. In realtà qui ce ne sono certe in stoffa stretch che si vendono dall’HEMA, e lo scorso anno ne avevo comprato in abbondanza, ma funzionano solo sui libri dalla copertina rigida e in pi`¨non ci puoi attaccare etichette, mi sembra che le tue siano meglio

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