Il destino cinico e baro continua ad impedirmi di fare bella mostra di come so cambiare bene e da sola (ad avere una limetta per unghie per staccare il coprimozzo) le ruote alla macchina. Abilità appresa anni fa nel parcheggio sotterraneo quando scoprimmo che la macchina di mamma era a terra. Bastò leggere il libretto per rinfrescarci le nozioni teoriche, usare la bellezza dei nostri 90 kg. a testa per saltare sullo svitadado e svitare appunto i dadi e via, verso nuove avventure).

Come la volta scorsa mi risolse tutto la signora del soccorso a cavallo, volevo dire moto, dell’ ANWB, l’ ho scritto qui. Ma il destino cinico e baro, come dicevo, era in agguato.

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Tutto è cominciato con questa stronzona qui: una vite da 45 infilata profondamente nella ruota. E io che esco felice e tranquilla dal parcheggio per fare una proibitissima inversione a U e invertire il senso di marcia, niente, capisco che qualcosa non va, ma non mi posso bloccare  di traverso sulla carreggiata la domenica mattina. E così termino l’ inversione e mi piazzo in piena fermata autobus. Metto le doppie frecce e il triangolo e rientro a casa a dare la lieta novella a maschio alfa e ai figli, ancora inmutande a fare colazione.

“Chi viene con me a vedere come si cambia una ruota?”

“Non si può, non abbiamo la ruota di scorta in questo modello”.

Eh, la cifra del leasing quella era e ci siamo dovuti accontentare del modello senza ruota di scorta. Ma si può? Meno male che abbiamo l’ abbonamento al soccorso strradale, mi sono rpesa il libro di Anna Holt e sono andata ad aspettarlo in macchina. Incredibile dictu, in 25 minuti era lì. Altro incredibile dictu, in 6 minuti ero ripartita.

Cioè, io questi prodigi della scienza e della tecnica moderni mica ci sono abituata. Prima gonfia la ruota per capire bene e si sentiva il fischio della perdita, quindi, buco accertato. Poi viene con uno stuoino e due blocchi di gomma, che pensavo gli servissero per inginocchiarcisi sopra e non fergli male. Invece erano il cric gonfiabile. Ecco.

IMG_6731 Intanto che strabiliavo lui rintracciava la vite reproba, la cacciava, infilava un punteruolo nel buco, infilava in un giravite che finiva in una cruna d’ ago grande come quella dei materassai di una volta, ci inseriva una striscia di materiale che a me sembrava una striscetta di pelle, ma quando mai ho capito cosa fosse, toglieva il punteruolo, infilava la striscetta, faceva zic e zac con l’ ago da materassaio, lo estraeva mentre i due capi della striscetta uscivano dal buco “ma tanto basta camminarci un po’ e si sistema”, arrivederci e grazie. Roba che tre secondi dopo che sono partita maschio alfa che su mia telefonata in cui dicevo che era arrivato il soccorso stradale, mi ritelefona dicendo: “ma come, mi fai uscire e te ne sei già andata?”

Eh, caro mio, che ci posso fare se questo è un paese avanzato e io sono in ritardo per la mia lezione di fotografia al cellulare per food blogger? che mi sembra un ottimo motivo per abbandonare tre maschi in mutande la domenica mattina. Poi quando sono arrivata ho fatto robe del genere:IMG_6794 IMG_6817

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