Il libro di cui sopra si vede la copertina è una raccolta di saggi di “una nuova generazione di autori sul sessismo quotidiano e disparità inutile” e il titolo è, tradotto: “Le donne non scrivono con le tette”.
Mi sono tolta lo sfizio di farvi una delle mie s-Traduzioni a sentimento, nel senso che leggo una cosa che mi colpisce e lascio cadere tutto il resto fino a quando non l’ho tradotta, tanto mi rugge dentro il sentimento di condividerla. In particolare ho tradotto alcuni brani del saggio di Nikki Dekker intitolato: “Ma uno scrittore può averle, le tette?”
(Poi possiamo fare, ognuno per se, il giochino di andare a guardare tra i nostri libri e contare).
“… Fammi chiarire bene un punto: se fra poco raccoglierai il coraggio di dare un’occhiata alla tua collezione di libri, per scoprire che vi sono fin troppo poche donne presenti, non necessariamente questo ti rende sessista. Tu leggi in una cultura sessista che ci impone il concetto che i libri delle donne parlano di cose da donne (non, diciamo, del mondo o della vita), che le istanze femminili sono un problema femminile (e non una questione di diritti umani) e che il fatto di ignorare sistematicamente i libri delle donne sia una questione di preferenza personale, libertà di scelta e buon gusto. Non occorre meravigliarsi che tu abbia letto così pochi libri di donne. Ma adesso lo sai.
Alcuni inorridiscono all’idea di quote letterarie. Già li sento esclamare: “Non si tratta di genere, si tratta di qualità letteraria!”. Ma alla fin fine leggere o meno i libri scritti da donne non ha niente a che fare con il gusto letterario o la qualità. Ha a che fare con la tua predisposizione a farla questa scelta iniziale e aprirlo, il libro di una donna, nella consapevolezza che potrebbe aver scritto qualcosa che valga la pena. Se non vuoi contare, non sei disposto a farlo. E questo dice qualcosa di scomodo sul tuo “gusto letterario”.
Non si tratta solo di discriminazione (se le scrittrici hanno meno fama degli scrittori, hanno anche meno soldi e meno opportunità) o della ricchezza del paesaggio letterario (che se viene colmato solo a metà, significa che ti perdi la metà di tutta l’immaginazione e idee critiche). No, in fin dei conti si tratta di quanto sia limitata l’immagine di cosa uno scrittore sia in grado di fare. Ma uno scrittore può averle, le tette?”
Salve,
Avevo scritto un papiro troppo lungo, non adatto a questi tempi “deboli”. Cosi mi avvalgo della facoltá della sintesi:
< La stupiditá é equamente distribuita ? (tra maschi e femmine). Ovvio che si!
Per la proprietá dialettica va da Sé che anche l' intelligenza (creativa & altre intelligenze). Cosi per mere ragioni di probabilitá ci saranno scrittori interessanti in entrambi i sessi (e oltre).
La risposta é : .
NB: per la conferma, avendo fatto una escursione mentale sugli autori dei libri che ho letto e/o posseggo, ho scoperto che alcuni di questi sono femmine. Se non avessi letto questo articolo, non lo avrei mai notato.
Quindi ne deduco che gli scrittori (solo quando operano questa funzione) non hanno sesso.
Salute.
LBK