Scialba non è kosher, ma possiede ugualmente due lavastoviglie. Indispensabili per il ménage de tous le jours perché la crisi ha colpito anche la Maison della Zozza, come tutti. Non avendo più personale fisso in cucina, ma assumendone a cottimo solo in occasione di cene e feste, la doppia lavastoviglie è indispensabile per ottimizzare il disbrigo della cucina. Non tanto per separare gli utensili adoperati per la carne da quelli adoperati per il latte, ma proprio per ottimizzare il lavoro senza penalizzare il bon-ton, perché come saprete tutti, c’ est le bon-ton qui fait la musique, c’ èst le bon-ton qui fait gastronomique.
L’ idea è di usare una lavastoviglie alla volta, a turno. I piatti lavati restano riposti dentro, fino al momento di apparecchiare di nuovo, e nel frattempo si usa l’ altra lavastoviglie. Praticamente dopo l’ ora dell’ High Tea si lavano le tazze e i piattini della colazione e della merenda. Mentre dopo cena quelli del pranzo e della cena. Così quando siamo in pochi, noi di famiglia, invece di usare metà servizio lo si utilizza tutto e lo si lascia lì, pronto da tirar fuori per apparecchiare. Perché è la cura della tavola e il servizio di piatti, e non quello che ci servi dentro, che fa la perfetta padrona di casa. E poi si risparmia sulla credenza, che come tutti sappiamo, una credenza che sia una costa un patrimonio e non ci sono neanche più gli ebanisti di una volta.
Però, però, anche in un’ organizzazione ferrea come quella di Scialba della Zozza ci mette il diavolo lo zampino. Manicure perfetta, ma sempre zampino del diavolo, quel dommage.
E quindi nel giro di una settimana, prima si è rotta una lavastoviglie e poi l’ altra. Proprio con il weekend di Pasqua in mezzo, che da un lato, avendo l’ aiuto in cucina, abbiamo usato il servizio vecchio Sassonia con il decoro a foglia d’ oro, che la foglia d’ oro in lavastoviglie sbiadisce e tocca lavarla a mano, ma c’ era chi lo faceva. D’ altro lato, dramma, tragedia e unghia spezzata, per tutti i giorni abbiamo ripreso in mano il Bavaria fior di cipolla e non sapevo come lavarlo.
Ma la Scialba ne sa una più del diavolo e ha una manicurista più brava dello zampino, per cui, eseguita perfettamente la protesi dell’ unghia mancante, ho risolto mettendomi a dieta. Che in primavera, e dopo il brunch di Pasqua e il pique-nique di Pasquetta, è il momento per mettersi a dieta, depurarsi, prepararsi per la prova bikini e riportare nel caveau la pelliccia, dopo averla fatta stirare per benino con la piastra per i capelli, che ne ho una formato mignon apposta per stirare i riccioli del mongolia.
E siccome vi voglio bene e so che con o senza pelliccia, con o senza caveau, con o senza manicure una piccola dieta disintossicante e purificante fa bene anche a voi, vi allego i miei trucchi per una dieta fatta apposta per minimizzare l’ uso delle stoviglie, così poi non tocca lavarle. Il trucco, cari miei, si chiama finger-food.
Petit dejeneur
A colazione la cosa più importante sono le proteine, quindi consiglio un cucchiaino di caviale, prelevato direttamente dal barattolo (ognuno avrà il suo, ben identificato da un’ etichetta Fabergé) e condito con un batuffolo di créme fraiche. Chi ami invece il caviale rosso può condirlo direttamente con uno schizzetto di succo di bergamotto, o, per i tiratardi che si alzano dopo le 11, direttamente uno spruzzetto di cognac.
Dejeneur
A pranzo possiamo introdurre anche dei carboidrati in forma di sushi, ordinandoli dal vostro giapponese di fiducia che provvederà a consegnarli a domicilio. Per chi soffra di allergie di primavera ordino una doppia razione di wasabi, che come stappa le tubature il wasabi, neanche le bollicine dello Chateau d’ Yquem respirate direttamente dall’ inalatore.
Souper
Infine, visto che siamo a dieta e anche in emergenza (il tecnico delle lavastovigli, dio lo strafulmini, sta ancora alle Maldive e ha perso il volo di rientro, d’ altronde si sa che queste destinazioni prolete non sono per niente affidabili, l’ avion privé tocca prendere) a cena basta risvegliare il sentimento primordiale e cavernicolo del maschio di casa, proponendo un barbecue sul terrazzo. Gli spiedini si mangiano direttamente dallo stecco, le bistecche si tengono per l’ osso, le salsicce siamo a dieta e per questa volta evitiamo. E basta far riempire dal giardiniere le fioriere del terrazzo con pomodorini e fragole rampicanti, che abbiamo inserito anche il sano apporto di frutta e verdura. E per chi ami le fragole con panna, a questo giro autorizzo la spruzzata diretta dalla bombola del seltz.
Lo Champagne lo berrete direttamente dalla bottiglia, non occorre neanche predisporre le bottiglie individuali, perché l’ alcol, si sa, disinfetta.
Et Voilà. Perché chi non lava, non sciacqua. Al massimo, le sciacquette, come la mia gemella che scrive di là, su Genitori Crescono, devono inventarsi cose più pedestri per non spezzarsi le unghie nella vaisselle. Moi, non plus.
grande come sempre 🙂
Worpress mi chiede: E tu che ne pensi? “perché l’ alcol, si sa, disinfetta.” sarà la mia battutona cult per perculare quella snobissima di mia sorella che non beve neppure dal bicchiere delle figlie. Neppure da quello del marito, che io sappia. Credo che le mie nipoti siano nate per partenogenesi.
Non fa una grinza! 😉
A chi lo dici, e sapere che per persone che tu in fondo consideravi amici, eri un po’ meno (tanto meno) una priorità di gente che non gli interessava e di cui sparlavano a vicenda, ma eh, erano fratelli di setta, non ci ha fatto bene all’ autostima secondo me.
mi sono accorto ora di aver sbagliato post, con conseguenze ancora più gravi sull’autostima
Manco me n’ ero accorta, vedi tu come sto messa io ad autostima. Adesso vedo di cancellare e ripostare.