Girando per il centro di Amsterdam li avrete visti e magari vi sarete anche chiesti cosa ci fanno quegli specchi, da camionista vecchio stile, di fianco alle finestre.
Il punto è che in queste case vecchie, finché ci abita gente normale, anziani, studenti, famiglie a equo canone, non puoi fare molto per sistemarle, perché costa un botto e i permessi sono una cosa lunga e complicata. Significa che le finestre spesso, o per conformazione o per vecchiaia non le puoi aprire per affacciarti a vedere chi ti suona alla porta, tanti scalini ripidi più in basso, e magari manco hai voglia di scendere ogni volta. Significa che un citofono manca e allora la gente si arrangia come può, con un cordino con le carrucole che lo tiri da sopra e ti tira indietro il nottolino della porta, aprendolo.
Ma mica ti metti ad aprire la porta a chiunque senza guardare? Allora visto che non ti puoi sporgere, metti uno specchio inclinato in maniera tale da permetterti di guardare sotto e decidere se apri o meno.
E se qualche volta trovate un gatto in paziente attesa davanti una porta, suonate per chiedere se è il loro. Spesso infatti gatti e padroni sanno che il passante gentile lo fa, e visto il gatto di sotto, il padrone tira la cordicella e lo fa entrare. Poi il passante gentile, eventualmente, la richiude alle sue spalle.
Si tratta di un residuo di tempi pre-cellulare, ma anche per aprire al postino, specie per le persone anziane, è un trucco utile.
E la cosa più carina è il nome di questo tipo di specchi: spionnen, che è un po’ come il nostro spioncino. (Poi che servano anche per farsi i fatti del vicinato senza far vedere che stai spiando alla finestra, anche questa è una delle applicazioni possibili, vero).
A Bologna aprire la porta al suono del campanello si dice ancora “dare il tiro”, perché una volta appunto si tirava il cordino e anche noi sotto i portici abbiamo ancora gli specchietti: non ti puoi sporgere dalla finestra perche’ se sei a piano terra hai le grate! 😐 Cosí suoniamo il citafono : “sono io, mi dai il tiro?” 🙂
Anche a Venezia ci sono gli specchietti al posto dei citofoni, buffo che ci sia la stessa usanza anche nella “Venezia del Nord” 😉
http://alloggibarbaria.blogspot.ch/2010/08/specchietti-come-videocitofoni.html
Bellissimo 🙂
Il contrario che da noi: ieri camminavo per strada e ho visto un bambino suonare al citofono di casa SUA e la madre fa: “chi è?” e lui: “sono luca!” e lei: “non ti vedo, salta” e lui salta un paio di volte, e lei: “adesso ti ho visto. ti apro”. spero che stessero scherzando, cmq io odio i citofoni con la telecamera, mi sembra sempre che mi stia guardando l’occhio crudele di hal 9000
Ma che belle cose che si imparano qui! non ne sapevo nulla, interessante!
ps. @clizia Qui rivendichiamo che la “Venezia del Nord” è San Pietroburgo! 😀