Da quando tre consiglieri del Comites della lista Inclusiva si sono dimessi l’11 luglio, è iniziata su Facebook una narrazione da parte di alcuni membri di questa lista a cui per rispetto al proprio ruolo i consiglieri attivi non stanno rispondendo. Ma per coerenza con quanto fatto come presidente in questi 20 mesi qualcosa vorrei dirlo io.

L’impegno: Come presidente del Comites posso promettere come mio impegno personale ai candidati che prenderanno il posto dei dimissionari: che stiamo lavorando bene, ci rispettiamo, pur non conoscendoci all’inizio siamo diventati un gruppo coeso che crede in quello che sta facendo e non si lascia intimidire. Abbiamo imparato tante cose in questi mesi, abbiamo fatto cose utili per cui la gente ci ringrazia, abbiamo aiutato chi potevamo. Questo ce lo portiamo dietro tutti i giorni nel nostro lavoro e nei nostri altri progetti di vita. Dirò di più, ci facciamo anche delle belle risate quando lavoriamo insieme. E per l’autunno abbiamo due progetti importanti, Casa & Lavoro, e la Conferenza sulla nuova emigrazione, che sono stati finanziati e che mi sembrano molto utili per la vita degli italiani che vivono nei Paesi Bassi. Questi progetti li stiamo portando avanti e abbiamo bisogno delle vostre intelligenze e del vostro aiuto per fare la differenza.

Ovvio che lavorare nel rispetto e nel confronto democratico è faticoso, ma ne vale sicuramente la pena, anche in questo clima di attacco coordinato come una serie Netflix (cit.)

Le accuse: Ci vengono mosse critiche offensive e infondate su Facebook da parte di consiglieri che non partecipano attivamente al lavoro del Comites, nonostante siano stati più volte invitati a un dialogo costruttivo e produttivo. Noi andiamo avanti in pieno spirito di collaborazione, democrazia e rispetto.

L’ostruzionismo: Queste persone dichiarano essere dimissionarie mentre minano l’operato del Comites ed i progetti imbastiti al servizio della comunità italiana in Olanda e non mi spiego perché, visto che non vedo un solo motivo ragionevole per farlo. A me appaiono come persone che amano le leadership tossiche: un uomo solo al comando che fa e che disfà, che decide e che impone. Chi si è trovato bene a fare il o ad avere un conducator di questo tipo che gli risparmia di doversi assumere responsabilità, si è dimesso. Ma si è davvero dimesso?

Un consigliere sta millantando accuse intorno al Comites Olanda, annuncia in assemblea che manderà le dimissioni al completamento dei progetti in corso, due giorni dopo manda le dimissioni alla faccia degli impegni sul progetto, poi le ritira, poi crea instabilità e animosità che mal si conciliano con il modus operandi con il quale la maggioranza del Comites vuole produrre risultati, a beneficio di tutti e non di pochi.

Noi consiglieri attivi, che non ci dimettiamo e che fin dall’inizio cerchiamo di portare avanti i progetti senza personalismi, per rispetto dell’istituzione a cui ci avete votati abbiamo evitato in tutti i modi di rispondere alle provocazioni, tutte a mezzo facebook, in quanto non consone al ruolo di cui ci avete investito e in attesa di chiarimenti tecnici da parte del Ministero.

I fatti: Per chi non sapesse di cosa sto parlando: nel dicembre 2021 viene costituito con 12 consiglieri il nuovo Comites dei Paesi Bassi in seguito a elezioni a cui hanno partecipato tre liste, con una rappresentanza perfetta di 4 consiglieri eletti per lista. Tutti i consiglieri lo fanno a titolo gratuito. Mi si invita a candidarmi come presidente in quanto persona super partes e in mancanza di altre candidature accetto e vengo eletta insieme a un esecutivo composto da due consigliere delle altre due liste. Il perfetto equilibrio, si direbbe.

La slealtà e mancanza di professionalità: Una lista si dimette nell’autunno del 2022, invitando tutti i candidati di quella stessa lista a non subentrare con una lettera in cui mi si accusa di tante cose, tutte smentite dai verbali approvati in precedenza dagli stessi consiglieri di quella lista, ma chi vuoi che vada a leggere i fatti quando bastano le narrazioni.

Il Comites procede con 8 consiglieri e, come da circolare inviataci dalla cancelleria consolare e dopo averne discusso internamente in riunioni informali, con un direttivo a due. A inizio luglio nel corso di un’assemblea tre consiglieri dichiarano che si dimetteranno. Su mio invito a completare i progetti già finanziati e urgenti, uno dei quali proposto da uno dei tre dimissionari, accettano di mandare le dimissioni a progetto completato.  A parte ci viene fatto capire che convinceranno a dimettersi anche i candidati successivi di quella lista. Se così fosse resteremmo in cinque e ci servono chiarimenti su come proseguire. Il 14 luglio arrivano tre lettere di dimissioni alla faccia dell’impegno pubblico a completare i progetti. Una lettera annuncia dimissioni immediate e irrevocabili. Due no. Poi arriva una mail in cui uno ritira le dimissioni. È legale una cosa del genere? Non lo sappiamo, quindi chiediamo anche questo.

Da lì il consigliere dimesso/non dimesso/ci ripenso avvia una campagna denigratoria su Facebook contro il Comites, servendosi delle stesse pagine del Comites visto che ha la delega alla comunicazione e accesso a tutte le piattaforme. Noi non rispondiamo in attesa di chiarezza e continuiamo con i progetti, richiesti e approvati anche dai dimissionari.

Gestire crisi e successione: Abbiamo un Comites? Non ce l’abbiamo? Quanti consiglieri si sono dimessi e quanti ci hanno ripensato? Come il gatto di Schroedinger questo Comites contemporaneamente esiste nei 5 consiglieri che lavorano e non fanno dichiarazioni pubbliche contro gli altri e non esiste nei dimissionari che ancora non dicono quale sarebbe il termine delle loro dimissioni e contemporaneamente si servono dei privilegi del proprio ruolo per diffamare l’operato del Comites nei mesi in cui ne hanno fatto parte e hanno votato insieme agli altri.

Una nota a titolo personale sul concetto di leadership: a parte tutte le allusioni e accuse che rasentano il reato di diffamazione e su cui ho taciuto, mi si è detto che mancherei di leadership come presidente. Dimettersi convincendo a dimettersi i candidati subentranti con l’idea di azzoppare le cose utili che questo Comites sta facendo fin dall’inizio non è la mia idea di leadership. Io come presidente questo Comites devo farlo funzionare, ecco la mia idea sul mandato.

Fin dall’inizio ho fatto la traghettatrice cercando di includere tutti nei progetti, creare basi comuni, sorvolare sulle intemperanze caratteriali, ricucire quando le intemperanze caratteriali diventavano scontri.  Mi è stato detto pubblicamente che ero stupida o in malafede e ho sorvolato. Secondo me un Presidente deve ignorare gli attacchi personali e le minacce che in questo oltre anno e mezzo non mi sono mai mancate e l’ho fatto perché, sempre, la maggioranza dei consiglieri mi ha dato fiducia ribadendolo pubblicamente quando è stato necessario. Compresi, a suo tempo, coloro che ora si sono dimessi.

Pubblicare questo non è solo una mia necessità personale fare chiarezza su di me e il mio operato, ma un atto dovuto alla comunità italiana nei Paesi Bassi che servo e che mi ha votata, e un gesto di chiarezza per i consiglieri che subentreranno contro le narrative circolanti. Per il resto è estate, auguro a chi sta per andare in vacanza di godersela e rilassarsi, e vi lascio con un bel motivetto balneare.

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