Metto insieme un po’ di notizie random ma non troppo: il nuovo governo minaccia di chiudere o comunque tagliare i fondi alle università che non offrono corsi di studio in olandese – e un mio amico che insegna all’University college è in ansia per il proprio lavoro – e quel paio di volte l’anno che ricominciano le selezioni o le lezioni universitarie vengo sommersa di messaggi disperati di conoscenti, amici di amici eccetera i cui figli vengono a studiare nei Paesi Bassi e non trovano in alcun modo un posto dove stare. Finiscono sul giornale storie di studenti che dormono in macchina -avercela, la macchina – e cose simili. E sempre più studenti olandesi scelgono di restare a vivere in famiglia e viaggiare verso l’università che hanno scelto, tipo Creature One e Creature Two. Proprio oggi sul mio feed è comparsa la notizia di un’insegnante che su Facebook ha cercato tra amici e conoscenti una stanza per una sua studentessa talentuosa che ogni giorno fa sopra e sotto dal Limburgo.

Cosa sta succedendo nelle università dei Paesi Bassi?

Cito da un congresso del TiNT (Istituto per la Terminologia nell’area linguistica nederlandese – Paesi Bassi e Fiandre) dello scorso novembre in cui ci si interrogava sul tema della “Politica linguistica nell’istruzione superiore e l’impatto sull’uso professionale della lingua e sulla terminologia in olandese”.

“Una tendenza generale che si sta diffondendo nello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore (EHOR) è l’internazionalizzazione e la conseguente anglicizzazione dell’istruzione. A ciò contribuiscono diversi fattori.

Nei Paesi Bassi, inizialmente, questo processo è stato guidato da un ideale di arricchimento culturale, sviluppo oltre i confini nazionali e scambio di conoscenze e incontri. Anche la spinta verso l’integrazione europea, di cui l’armonizzazione dell’istruzione dopo la Dichiarazione di Bologna (1999) è una manifestazione concreta, ha accelerato l’internazionalizzazione a partire dagli anni ’90.

Lo stesso spirito si riflette nei programmi di scambio su larga scala per l’istruzione superiore europea, come il progetto Erasmus. Dal 1998, inoltre, nei Paesi Bassi sono nati i University Colleges, istituti che offrono corsi in lingua inglese basati sul modello americano delle liberal arts.

Oltre agli ideali, però, anche le considerazioni economiche hanno giocato un ruolo chiave: per un paese con una forte vocazione internazionale come i Paesi Bassi, l’internazionalizzazione ha rappresentato una spinta strategica per rafforzare la propria posizione economica e attrarre talenti dall’estero.”

Perché le università olandesi spingono sugli studenti stranieri

Il punto è che le università nei Paesi Bassi (e in molti altri paesi europei) attraggono studenti internazionali non solo per favorire la diversità culturale e migliorare la propria reputazione, e questo l’ho toccato con mano quando ero una studentessa Erasmus a Groningen nel 1990-1991, ma anche per ragioni economiche e strutturali. Il fatto che nei Paesi Bassi molte università offrano corsi di laurea in lingua inglese, rende il paese una meta interessante per studenti internazionali. Una mia amica che lavora a Bruxelles mi spiegava che quasi tutti i figli di funzionari europei che hanno fatto scuole internazionali alla fine se cercano un’università di lingua inglese non troppo lontana da casa finiscono tutti nei Paesi Bassi, perché nelle Fiandre questa apertura ai corsi di lingua inglese è stata un po’ frenata da ragioni storiche e culturali squisitamente locali (riassumibili come: non facciamoci fagocitare dal francese).

Il sistema di finanziamento delle università olandesi è in parte legato al numero di iscritti e laureati. Questo significa che più studenti completano i loro studi con successo, più fondi l’università riceve dal governo. Attirare studenti internazionali aiuta quindi le università a mantenere e, in alcuni casi, aumentare il loro budget operativo. Molte università olandesi puntano sugli studenti stranieri anche per motivi economici diretti. Gli studenti internazionali, specialmente quelli extraeuropei, pagano tasse universitarie più alte rispetto ai cittadini dell’UE. Queste entrate aggiuntive permettono alle università di coprire costi di gestione, migliorare i servizi e mantenere il livello di qualità dell’insegnamento. E questo lo avevo constatato quando in occasione dell’ennesimo studio internazionale che mostrava come diverse università nei Paesi Bassi, a differenza di quelle italiane, rientrino nei ranking internazionali di migliori del mondo, mi ero andata a vedere i criteri di valutazione. E tra questi appunto c’era il rapporto tra numero di membri del personale docente e non docente, e numero di studenti. Nei Paesi Bassi le università hanno molto più personale rispetto all’Italia.

Aggiungiamoci il calo demografico calo demografico, con conseguente riduzione del numero di studenti nazionali. Le università, per mantenere un livello di iscrizioni sufficiente a giustificare l’esistenza di determinati corsi e dipartimenti, cercano quindi di attirare studenti stranieri.

È importante notare che, recentemente, il governo olandese ha espresso l’intenzione di ridurre il numero di corsi universitari offerti in inglese, privilegiando l’uso della lingua olandese. Questa politica potrebbe limitare l’offerta di programmi in inglese in futuro.

Il problema della casa nei Paesi Bassi

La scarsità di alloggi nei Paesi Bassi è il risultato di una combinazione di fattori economici, demografici e politici. Alcuni dei principali motivi sono dovuti a quanto segue:

Dalla parte della domanda

I motivi della scarsità di alloggi, se guardiamo alla domanda, ve li elenco brevemente perché ne abbiamo già parlato in precedenza: aumento della popolazione dovuto alla crescita naturale e all’immigrazione. Maggiore concentrazione nelle città, dove la domanda supera l’offerta. Invecchiamento della popolazione: più persone vivono da sole in case troppo grandi per loro, ma paradossalmente non possono permettersi di spostarsi in case più piccole, liberando case adatte a famiglie. La forte internazionalizzazione delle università olandesi ha attratto molti studenti stranieri, aggravando la carenza di alloggi nelle città universitarie. Anche l’afflusso di lavoratori altamente qualificati dall’estero ha contribuito alla pressione sul mercato immobiliare.

Dalla parte dell’offerta

La crisi finanziaria del 2008 ha ridotto gli investimenti nell’edilizia per anni e i risultati si vedono anche ora. La burocrazia complessa e le regolamentazioni ambientali rallentano la costruzione di nuove case e quelle che ci sono saranno bellissime, isolatissime, con consumo energetico bassissimo, ma intanto costano di più per fornirle di tutte queste cose. Già poi c’era carenza di materiali e personale nell’edilizia, questa è stata aggravata dalla pandemia di COVID-19 e dalle recenti crisi economiche.

Aggiungiamoci la speculazione. Molte proprietà vengono acquistate da investitori e affittate a prezzi elevati. Uno dei maggiori di tali investitori è il cugino del re, il principe Bernhard, che possiede molti più immobili di quanto avesse precedentemente riportato. Il figlio della principessa Margriet e di Pieter van Vollenhoven possiede anche proprietà attraverso società a responsabilità limitata (BV) per un totale di 590 indirizzi nei Paesi Bassi, di cui 349 ad Amsterdam, secondo quanto riportato da Het Parool. Si tratta di case, appartamenti, centri commerciali e edifici per uffici. L’azienda Pinnacle BV, di proprietà di Bernhard e dei suoi soci, è diventata uno dei maggiori proprietari immobiliari di Amsterdam. (No, ma il privilegio non esiste.)

L’aumento delle piattaforme di affitto a breve termine (come Airbnb) riduce la disponibilità di appartamenti per residenti stabili. Il settore delle case popolari (sociale huurwoningen) è sottoposto a limiti stringenti e non cresce abbastanza rapidamente.

Molte persone con redditi medi non possono accedere né alle case popolari né al mercato privato, rimanendo in una situazione di precarietà abitativa.

Questa combinazione di fattori ha reso il mercato immobiliare olandese estremamente competitivo, con affitti in aumento e un forte squilibrio tra domanda e offerta.

Ma se comunque voglio comunque studiare nei Paesi Bassi e in inglese?

Io vi ho detto come sta la situazione, poi ognuno si prende in mano il proprio destino in base alle proprie aspirazioni e possibilità. Alla fine molti studenti si arrangiano, magari subaffittano le stanze di altri che a loro volta vanno per un periodo all’estero. Il mercato informale e di affitti temporanei funziona, solo che i costi sono spesso alti e tocca darsi da fare, ma chi sono io per scoraggiare la gente?

Qui un breve excursus delle possibilità.

Le istituzioni olandesi si suddividono principalmente in due categorie:

  • Research Universities: focalizzate sulla preparazione teorica e sulla ricerca. Offrono corsi in discipline come psicologia, economia, amministrazione, studi culturali, biologia e scienze politiche. La durata tipica dei programmi di laDallurea è di tre anni. EDUCAT
  • Università di Scienze Applicate (Universities of Applied Sciences): orientate all’aspetto pratico e alla preparazione per l’ingresso nel mondo del lavoro. Propongono corsi in finanza, business internazionale, informatica, ingegneria, fisioterapia, marketing e design. I programmi di laurea in queste istituzioni durano generalmente quattro anni. EDUCAT

Tra le università che offrono corsi in inglese, alcune delle più rinomate includono:

Università di Amsterdam

Amsterdam, Paesi Bassi

Una delle principali università di ricerca del paese, offre numerosi corsi di laurea in inglese in diverse discipline. 

Vrije Universiteit Amsterdam

Amsterdam, Paesi Bassi

Conosciuta per la sua offerta di programmi internazionali, propone corsi in inglese in vari campi di studio. 

Università di Groningen

Groningen, Paesi Bassi

Offre una vasta gamma di programmi di laurea e master in inglese, attirando studenti da tutto il mondo. 

Università di Utrecht

Utrecht, Paesi Bassi

Propone corsi in inglese in diverse discipline; è richiesta una buona conoscenza della lingua inglese, con punteggi medi attesi di 6,5 in IELTS o 93 in TOEFL. 

Università di Scienze Applicate di Rotterdam

Rotterdam, Paesi Bassi

Specializzata in programmi pratici, offre corsi di laurea in inglese focalizzati sul mondo del lavoro. 

Italofonia.info

Per essere ammessi a corsi in inglese, le università richiedono generalmente una certificazione di competenza linguistica, come un punteggio minimo di 6,5 nel test IELTS o 93 nel TOEFL.

Elabedu

Università di Utrecht : Studia in inglese in Olanda

L’università di Utrecht è un’istituzione estremamente popolare, pubblica e ad alta intensità di ricerca, situata da BBC Travel come il 4° posto più felice del mondo!

La più alta università classificata nei Paesi Bassi, l’università di Utrecht, è classificata al 13° posto in Europa e al 75° a livello globale, secondo il QS . La città stessa ha la metà delle dimensioni di Amsterdam e, secondo i suoi ex studenti, le sue ex studentesse e quelli/e attuali, ha un’atmosfera intima di piccola città, ma con tutte le strutture che ti aspetti di trovare nelle grandi città – musei, ristoranti, gallerie, bar e una vivace movida. (Vedi il sito per il resto).

Insomma, come sempre spero di aver fatto cosa utile, fammi sapere se queste informazioni ti sono servite.

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