Mi chiedono ogni tanto cosa serve per aprire un coffee-shop nei Paesi Bassi. Premetto per onestà: in quasi 30 anni nei Paesi Bassi in un coffee-shop non ci sono mai entrata per mancanza di interesse alla categoria merceologica.
Ma visto che ogni tanto qualcuno mi scrive per chiedermi come aprire un coffee-shop nel centro di Amsterdam sono andata a studiarmi cosa dice la Camera di Commercio e posso dirvi un paio di cose proprio sulla categoria merceologica.
Per prima cosa ricordiamoci che per la legge olandese la vendita di stupefacenti è illegale. Lo stato in alcuni casi e se si seguono regole molto severe tollera tale vendita. E inoltre non tutti i comuni accettano l’apertura di coffee-shops sul proprio territorio, per tanti motivi, a partire da quelli di odine pubblico.
Insomma, chi volesse saperne meglio può cominciare a leggersi questa pagina qui.
Ora fermo restando che se uno non vive nei Paesi Bassi, non ha esperienze imprenditoriali precedenti, non parla l’olandese per cui le informazioni potebbe farsele dare gratuitamente dagli enti preposti invece di pagare qualcuno per seguirgli la pratica – e a me comunque non interessa come incarico – e soprattutto non ha quei € 50-100.000 in tasca da investire, di cosa stiamo parlando esattamente? Non è realistico.
Ma sui coffee shop, riassumendo i punti fondamentali:
- occorre chiedere al comune una licenza di sfruttamento per la somministrazione di cibi e bevande e una dichiarazione di tolleranza. Non è detto che ve la diano, in molte zone di Amsterdam per via del gran numero di imprese c’è uno stop.
- allora si potebbe rilevare un ristorante o caffè esistente, ma capite che ce ne sono pochi, soprattutto nei punti buoni, e che possono chiedere una buonuscita anche di qualche centinaio di migliaia di euro. Tocca capire se si recuperano con una normale gestione aziendale (spoiler: difficile che ci riusciate).
- bisogna avere la fedina penale pulita e se non siete residenti qui tocca capire se vi accettano, e in che termini, gli equivalenti italiani.
- il coffee-shop non può tenere più di 500 g di droghe leggere di scorta alla volta. Tocca rimpolpare mano a mano che vendete (non più di 5 g a persona residente in nei Paesi Bassi al giorno su presentazione del documento.)
- peraltro la coltivazione di piante di cannabis è punibile per legge, come anche intraprendere attività preparatorie alla coltivazione illegale. Insomma, se vi beccano con le lampade negli scatoloni, si salvi chi può.
E parlando di coltivazione illegale, è una cosa a cui stanno molto dietro, per esempio controllando se i consumi di elettricità corrispondono alle attività legali dichiarate. Qualche anno fa, dopo forti nevicate andarono a vedere quali tetti non erano coperti di neve perché il calore delle lampade l’aveva fatta sciogliere, e con quelle perquisizioni beccarono parecchie coltivazioni clandestine.
Sorvolo come avrete notato sulle pure e semplici difficoltà di aprire una qualsiasi attività (di ristorazione e non) perché ne avevo già parlato qui, ma anche qui e qui e qui.
E aggiungo una cosa. Io capisco e apprezzo che ci siano tante persone pronte a mettersi in gioco e desiderare di aprirsi un’attività imprenditoriale. ma ne ho visti troppi fallire e perdere tutto. Non ci si improvvisa imprenditori e soprattutto in un paese così irreggimentato come i Paesi Bassi. Qui ti aiutano e ti vengono incontro ma innanzitutto devi mantenere le carte e la contabilità a posto.
Per cui se c’è una cosa di cui sono contenta della mia attività di consulenza per aprire aziende qui è che nel frattempo pochissimi ci sono riusciti, dopo aver ragionato insieme sulle possibilità e i rischi. Io ci metto la faccia, le conoscenze e il network perché ho tanti amici imprenditori che spesso riesco a convincere a fare due chiacchiere con gli aspiranti colleghi per raccontargli come lavorano. In questo modo molti si sono resi conto e hanno lasciato perdere, con mio enorme sollievo che ho una coscienza e una deontologia.
Insomma, mentre su negozi e ristoranti sono più possibilista perché tutto dipende dalle persone interessate, dal progetto, dalle loro risorse, dal posto e tante alte cose, facciamoci collettivamente un favore sui coffee-shop: lasciatemi perdere che non sono utile a nessuno.
Le tuenidee personali non dovrebbero incidere suole tue spiegazioni, in molti hanno aperto coffeeshop ad amsterdam e hanno fatto fortuna, io in primis..per cui informati visto che ti fai pagare per dare consulenze errate come queste. Peace
quando mi avrai pagato per una consulenza mi dirai se ti è stata utile, visto che qui sopra è tutto gratis, peaceandlove
Posso venire a lavorare nel tuo coffee shop?!?
che sdentata..
Vorrei poterti chiedere delle cose… Se è possibile. Anche io vorrei aprire un coffi e shop.
Ma quante cazzate hai scritto
E vabbè, quando apri invitami all’inaugurazione, vengo volentieri