È quasi andata meglio del previsto, tra mercoledi e venerdi ho tradotto per 32 ore solo per un cliente, nel frattempo mi erano cadute tra capo e collo altre cose.

Ma il weekend e andato bene, la festa per il cinquantenario dell’associazione traduttori e interpreti è stata un gran successo, e vista tutta la fatica e le litigate all’interno della commissione organizzatrice, cara grazia. Mi hanno fatto un sacco di complimenti (ovvio, la sede del congreso, il cinema Tuschinski è stata un’idea mia ed era bellissimo, tutto restaurato in stile art nouveau, il ristorante anche, due degli oratori, la vincitrice del premio Iuventus, ho persino comprato i fiori dell’ultimo minuto, ma gli altri che cavolo hanno fatto, si può sapere? Un sacco anche loro, dai), la cena da Caruso ottima, e sicuramente 100 volte meglio delle schifezze che per un prezzo più alto ti passano ai centri congressuali, i miei due oratori sono stai bravissimi.

Monique Jacqmain, che ha raccontato di avermi conosciuta al mio corso di cucina in Abruzzo (ma che in realtà con un suo articolo dimenticato ha ispirato la mia tesi di laurea sulle traduzioni del senso dell’umorismo e delle battute etniche in Asterix) ha fatto un intervento accademico, spiritoso e molto interessante sui titoli in Europa, e in particolare sui titoli femminili di quelle che in passato erano funzioni esclusivamente maschili:  sembra che negli anni 50 ministra non andasse bene perché secondo gli onorevoli (altro titolo ridicolo, visto che nessuno lo capisce all’estero) faceva pensare a minestra. Io penso sempre a Irene Pivetti e a come ha fatto passare il termine presidente per le donne, brava. Considerando le battute del cavolo “Il presidente di tutti gli italiani? Ma allora ce l’ha duro anche lei” e peggio che le hanno fatto all’epoca, il dibattito politico in italia ha un livello da piangere.

Poi Inaki ci ha fatto vedere spezzoni di film (ovvio, siamo in un cinema storico). L’idea originaria era quella di fare una serie di film degli anni 50, cose del genere, ma lui ha avuto un’ottima idea. Ha parlato delle citazioni di altri film nei film, non solo testuali, ma anche di tecnica, messa in scena ecc. È stata una cosa bellissima, che però ha disturbato – pare- un paio dei soliti soci tromboni che per tutte queste occasioni sfuggono dalla casa di riposo e vengono a criticare come gli abbiamo stravolto l’associazione negli anni, non ci hanno capito niente. Il punto di Inaki era proprio che il nostro mestiere di traduttori e interpreti in fondo non è altro che quello di far citazioni di un originale in una lingua straniera al pubblico.

Dopo una pausa nella bellissima saletta con tutti i pannelli in foglia oro della signora Tuschinski,
un duo di colleghi (e non siete neanche soci, ha ricordato la nostra annunciatrice con il solito tatto) ha letto suo un pezzo sulla repubblica di Vertalia, con tutti i consigli su come si traduce (“7: e soprattutto strafregatene delle intenzioni dell’autore, del suo stile e delle sue idiosincrasie”), un paio di excursus umoristici sulle traduzioni in varie lingue e in varie epoche dell’incipit di Anna Karenina e infine un ascolto guidato di traduzioni, parodie e stravolgimenti di “Yesterday” dei Beatles. Molto bello e spiritoso, non sanno granché recitare ma possono migliorare e magari dovevano scegliere o l’uno o l’altro, dati i tempi.

A quel punto premi, Silviotta su mia segnalazione alla fine ha vinto il premio Iuventus (e la povera tifa Lazio, meno male che questo si scrive con la I) come giovane traduttrice promettente e la signora van Beuningen il Jeronimus per tutta la sua opera di traduttrice: ben 71 libri, ha tradotto in tedesco tutti i grandi scrittori olandesi, e un paio erano anche presenti, tra cui Adri van der Heijden, il preferito del capo, che però con suo sommo dispiacere è rimasto a casa malaticcio e stanco a preparare la dichiarazione dei redditi.

La cena è stata bellissima e buonissima.

Domenica, a parte tutti gli ospiti che partivano e arrivavano (ne sono passati 6, e tutti in scarsa intimità reciproca, quindi in stanze diverse, meno male che siamo attrezati, il povero Inaki per una notte ha dovuto accontentarsi di un giaciglio per terra in quanto il più giovane) sono riuscita a godermi un po’ i cuccioli, che però sono stati enormemente piagnosi, oddio spero non mi si ammalino fino a giovedì pomeriggio tardi. La sera con Flavia e Marcello pizza da Sebastiano, con le donzelle che gli staranno in fiera. Ennio si è addormentato in macchina dopo 5 minuti e l’ho riportato a letto, Orso ha retto fino alla fine, ha fatto pubbliche relazioni con tutti i clienti di tutti gli altri tavoli (cosa che mi stressa perché non so mai come la prendono) e alla fine distrutta ho cacciato tutti e siamo andati a dormire. Alle 4 è caduto dal letto, ha la febbre e sta riprendendosi a letto mio, io ho finito una correzione urgente e se riesco a dormire una mezz’ora poi devo prepararmi per l’inizio della mia settimana “de paura”.

Multi tasking, cos’è che voleva dire di preciso?

E chi mi diceva che a Màxima ultimamente un intervistatore ha chiesto se sia difficile la vita di una mamma che lavora? Ma che cretini, la principessa consorte d’Olanda non si alza mica alle 4 perché i bambini cadono dal letto con la febbre, ne conosco io un paio di mamme che lavorano, se ci fosse bisogno.

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