Dipinto di Cornelis de Bruyn
Dipinto di Cornelis de Bruyn

(Aggiornamento novembre 2020: non solo rimane tutto come lo avevo scritto tempo fa, la situazione è ancora più complessa. È vero che con il Covid molti stranieri sono tornati a casa e quindi la situazione in questo momento è fluttuante, ma i prezzi degli immobili continuano a salire.)

Forse questo post lo dovrei mettere alla voce: “mission impossible” perché è la cosa più difficile per chi si trasferisce qui, soprattutto se lo fa da un altro paese, senza un contratto di lavoro in tasca e senza conoscere nessuno. Ma siccome Mammamsterdam vostra è la regina delle missioni impossibili, vediamo di spiegare bene come funziona questo settore del mercato immobiliare, come sempre con premesse e nanetti di vita vissuta.

Premesse

Volete venire a vivere ad Amsterdam? La buona notizia è che siete in ottima e abbondante compagnia. La cattiva notizia è che anche se si aggiungono circa 2000 abitazioni l’anno (colpa della crisi, le proiezioni originarie erano di 4500) le case non bastano.

Le case ad Amsterdam in realtà non sono mai bastate, prova ne è che ai primi anni del 1900 i poveracci che abitavano nel Jordaan, si, il quartiere fighetto alla moda del centro, si spostarono in massa in altri quartieri, in particolare ad Amsterdam Noord che allora era davvero un’ altra regione oltre l’acqua. Poi si bonificò il Flevoland e costruirono Zuid-Oost, e anche ex-novo dal nulla, Almere, la città nuova dei pionieri e la gente si spostava lì nei palazzoni. Negli ultimi 20 anni  ma forse anche di più le famiglie di Amsterdam Noord, quando si stufano dei palazzoni e i figli crescono, vanno in massa a Purmerend e altre ridenti cittadine a nord di Amsterdam. Il punto è che poco dopo sotto Amsterdam, dopo le pittoresche cittadine per ricchi sull’Amstel, comincia la provincia di Utrecht e abbiamo finito lo spazio. Se andate invece a vivere in Noord Holland ma lavorate a sud della tangenziale nord, vi beccate tutte le code infinite sulle A8 e A9 (quelle della A9 anche per chi vive ad Haarlem e viene dall’Aja) anche se c’è da dire che da quando hanno aperto il secondo Coen Tunnel e la A5, a parte i soliti, famigerati incroci mortali bloccati dalle 7 del mattino alle 10, già le cose vanno un pochino meglio per i pendolari.

Comunque non so se si è capito: una famiglia media, con uno stipendio medio, ormai sono anni che ex-novo ad Amsterdam fa una grandissima fatica a sistemarsi. Per questo poi vanno a vivere fuori. Volete fare eccezione proprio voi?

Aneddoto

Era il 1995, dopo oltre 100 curriculum mandati in giro rimedio un colloquio e un lavoro stagionale ad Amsterdam (con maschio alfa laureando stavamo a Groningen). All’epoca esisteva ViaVia (e asciugatevela quella lacrimuccia, voi Amsterdammer Vintage che avete fatto a tempo a conoscerlo), un giornalino di annunci gratis su carta giallina. E ci dissero che conveniva metterlo noi l’annuncio, perché la maggior parte dei locatori lo faceva illegalmente e per non perdere casa sociale e sussidio non poteva farsi beccare dall’Ufficio Imposte e invece di metterli preferivano rispondere agli annunci. Trovai subito una stanza a tre minuti dal lavoro, era la soffitta al quarto piano di un appartamento al terzo – proprio di fronte alla Montelbaanstoren che vedete nel quadro sopra, e ci sta pure già allora la finestra delle mia cameretta -dove dovevo scendere per uso bagno e cucina condivisi con padrone di casa divorziato e disoccupato, la sua bambina e un altro studente che subaffittava la cameretta – ancora sento mattina e sera le proteste e i capricci della pupa e le istruzioni: “I denti”, “La pipì”, “Il pigiama” del padre accudente.

Che però come tutti i padroni di casa di Amsterdam i soldi si, ma l’inquilino meglio che sia trasparente e immateriale, insomma, dopo tre mesi ne avevo abbastanza, e sempre tramite ViaVia ebbi la classica botta di. Il 4 piano di una casa in Watergraafsmeer, bel quartiere in cui ancora rimpiango di non vivere, che all’epoca era in vendita ma senza fretta. Dovevo passare per il corridoio dell’inquilino al terzo piano, che uno dei primi giorni sorpresi fuori dalla cabina doccia piazzata in cucina (che le case vecchie ad Amsterdam spesso ce l’ hanno così), ma a parte quello rapporti civilissimi con lui e la sua ragazza, padroni di casa carucci al primo e secondo piano e per un paio di annetti siamo stati benissimo lì. Era il 1995, ci eravamo sposati con l’idea di andare in Canada e in attesa del visto facevamo lavoretti. Nel 1998 dopo un interregno a Groningen e aver abbandonato l’ idea del Canada, decisi che visto che mi toccava restare in Olanda, o Amsterdam o morte.

Ecco, in soli tre anni ritrovare un subaffitto col ViaVia era diventato enormemente difficile. C’era il boom economico, c’erano un sacco di multinazionali che assumevano, c’erano torme di trentenni in doppia carriera decisi a fare figli, tenersi la doppia carriera E ANCHE restare ad Amsterdam, invece di rintanarsi in un paesino tranquillo con mammà a casa o con un piccolo part-time. Grazie al boom costruivano un sacco di quartieri nuovi e grazie allo stipendio di maschio alfa ne affittammo da progetto uno che sarebbe stato consegnato 3 mesi dopo.

Già allora, che avevo deciso di mettermi a fare la free-lance e poi aprire Madrelingua, e che a un certo punto fatturavo anche bene (bei tempi passati per sempre, sob e sigh e sniff) i requisiti per affittare o comprare una casa ad Amsterdam non li avevo, e da sola non li avrei mai più avuti. Da allora la situazione si è complicata molto di più. Non lo dico per scoraggiarvi, è così.

Requisiti

Vi salto a piè pari le possibilità del settore sociale a cui come persone che sono appena arrivate NON avete accesso neanche se vi mettete a piangere. Restano due opzioni: affittare da privati, cosa che vale solo per case da un certo prezzo in su, e comunque con grossi limiti. Fondamentalmente o condividete casa con qualcuno che è riuscito ad avere un contratto di affitto, o vi fate sfruttare dalla solita gente che approfitta dell’affitto sociale e/o sussidio. L’ unica alternativa sono case temporanee, per esempio di qualcuno che va all’ estero per alcuni mesi (massimo un anno) e ottiene dalla sua corporazione edilizia il permesso di subaffittare per il periodo prescritto a qualcuno che gli fa da house-sitter.

Alcune agenzie hanno anche case in affitto, ma in genere del tipo costosetto, e la prassi è di versare due mensilità a garanzia, oltre alla commissione di agenzia che in genere è pari a un’ altra mensilità. Insomma, le possibilità sono migliori per chi ha possibilità economiche documentate.

Per affittare legalmente una casa vi rimane il Vrije sector, che è l’unico a voi accessibile. Solo che dovete portare a garanzia le ultime tre buste paga che dimostrano che il vostro stipendio netto è dalle 4 volte il prezzo dell’affitto richiesto. Se siete imprenditori si “accontentano” di un bilancio in attivo da cui risulta un utile paragonabile a detto stipendio, il tutto per gli ultimi tre anni. Capite che chi arriva ora, o deve arrivare, per farsi una vita, anche ammesso che abbia un contratto di lavoro per un buon stipendio in tasca, i primi tempi si deve arrangiare. Inoltre bisogna essere iscritti al comune di Amsterdam (e già questa è una piaga da risolvere stile “Comma 22”, un accenno ve lo racconto qui) o mostrare di avere un qualche legame di tipo famigliare o economico con la città. Cioè, almeno lavorarci, studiarci o averci un partner o figli minori a scuola.

Alcuni ragazzi che conosco si sono fatti un paio di mesi in ostello prima di trovare lavoro in ristoranti vari e tramite gli amici che si sono fatti strada facendo, trovare una stanza in case condivise. Altri miei amici, con lavoro e già qui da parecchio, hanno fatto l’ospite sul divano degli amici fino a che non hanno trovato la stanza in condivisione. Se avete famiglia e ancor più bambini piccoli, per favore per favore, mettetelo nel conto e organizzatevi prima o vi ritrovate per strada. So di una famiglia in cui lui a un certo punto aveva anche un contratto a tempo indeterminato, ma moglie e figlio sono tornati in Italia per la disperazione di non trovare una casa adeguata ma solo subaffitti minuscoli a gogò in cui traslocare ogni paio di mesi.

Dove cercare

Funda, Directwonen, Vesteda, Jacobus Recourt, De Key, Eigen Haard, sono alcuni dei siti e delle corporazioni edilizie che affittano anche nel Vrije sector, il settore con appartamenti a partire da 720 euro in su che non sono soggetti alle complicatissime regole, liste di attesa di 10-15 anni e requisiti vari del settore sociale. Quasi tutti ti dicono di dividere per 4 il tuo stipendio mensile lordo e da lì capisci cosa puoi permetterti di pagare di affitto. Se si è in due con uno stipendio, ma occorre poter dimostrare di avere una relazione duratura, allora si può far valere uno stipendio per almeno il 60% (più spesso l’80%) e l’altro per la percentuale restante.

Cosa si trova, cosa si lascia

In genere i link che vi ho indicato sopra sono per case che potete affittare legalmente a vostro nome, iscrivervi in comune a quell’indirizzo, usarlo come sede per una ditta individuale (e detrarvi parte dell’affitto e spese dalle tasse se avete, per esempio, un ufficio in casa per la vostra ditta). Potete restarci anche tutta la vita, se vi ci trovate bene e siete in grado di pagare l’affitto (che poi tutti i requisiti di stipendio eccetera valgono fino al momento della firma del contratto, per il resto se pagate per tempo, non vi scoccia nessuno).

Tutti i lavori di manutenzione sono a carico della corporazione/proprietà, e se per esempio dopo 10 anni constatate che la cucina comincia a perdere i colpi, potete farvela sostituire. In alcune abitazioni più costose la cucina dispone di serie di fornello con forno, frigo e lavastoviglie. In altre no.

Avrete comunque per contratto l’obbligo di restituirlo nello stesso stato in cui l’ avete trovato fatta salva la normale usura a seconda del tempo che ci siete stati, il che non vi impedisce di fare dei lavori.

Quindi se ci sono dei danni per colpa vostra e non normale usura, li dovete sistemare o rimborsare prima dell’ispezione finale con cui restituirete l’abitazione quando la lascerete. In due case in affitto sono riuscita a bruciare con le pentole bollenti il piano cucina in laminato e abbiamo dovuto pagare per la riparazione (nella seconda casa, in realtà, che di affitto costava un botto visto che ospitava anche la mia scuola di lingue e in cui eravamo stati per oltre 8 anni, ci hanno condonato tutta una serie di piccole riparazioni e perdonati gli infiniti buchi nei muri rinchiusi con la pasta apposita, anche se l’ispettore era burbero e brontolava per tutta una serie di cose che non gli piacevano (con tutto che gli abbiamo lasciato il termostato programmabile al posto di quello a manovella loro).

Ma affittavamo da più di 10 anni da loro, ci conoscevano, mai un pagamento in ritardo, poi per puro caso vivevamo dietro l’angolo dell’ufficio e ci vedevamo spesso (una volta che mi sono chiusa fuori dallo stress mentre correvo a prendermi un figlio malatissimo al nido, l’impiegato caruccio mi ha riaperto casa scassinando la serratura con la plastica di una bottiglia tagliata, visto che mi ero solo sbattuta dietro la porta. Da allora ogni volta che usciamo, 3 giri di chiave). Insomma, ci sono venuti incontro.

Lo stesso, in teoria, vale per tutto quello che fate alla casa. Tenete presente che in genere queste case vengono affittate come sono, ovvero senza pavimenti e senza elettrodomestici, solo i sanitari e piastrelle in bagno ed eventualmente cucina, e blocco cucina con lavandino e allacci.

A meno che non vi mettiate d’ accordo con l’inquilino precedente che magari per evitarsi la scocciatura di togliere pavimenti di laminato, linoleum, legno o moquette che ci ha messo (e spesso anche veneziane e tendaggi su misura e non riciclabili, visto che le tapparelle non ci sono e tocca provvedere), se sono in buono stato ve li cede in cambio di un prezzo da concordare. Lì la questione è contrattare: a voi, specie se pensate di starci per poco, conviene prendervi tutto per non avere la scocciatura e la spesa di rimetterlo nuovo, agli uscenti conviene riprendersi un po’ dei soldi e non smontare tutto. Noi nell’ultima casa in affitto abbiamo messo i pavimenti in legno, tavoloni flottanti, che poi abbiamo smontato, pulito e rimontato a casa nuova. Una volta questo lavoro lo facevano con la moquette, te la arrotolavi e te la portavi a casa nuova.

Altri aneddoti su remake anche estremi ad appartamenti e come farseli abbuonare, se non addirittura rimborsare parzialmente, ve li racconterò dopo. Intanto cominciate col procurarvela questa casa, senza farvi sfruttare dai necessari ed esosi subaffitti illegali, poi pensiamo al resto.

8 comments

  1. Abbiamo deciso….a luglio ci trasferiamo ad Amsterdam….io ,mio marito e i nostri tre figli con un po’di soldini e tanta voglia di ricominciare………mi conviene cercare sul posto un alloggio? Gradirei consigli anche sulle scuole, i miei figli hanno 9/8 14 anni….Grazie MAMMAmsterdam!!!
    Monica( una mamma con tante speranze)

    1. Bella decisione, avrete tempo di organizzarvi e pensarci. Sinceramente non so cosa consigliarti, ovvio che devi essere sul posto per vedere le case, e di solito non c’è tempo di partire e venire, d’altro canto luglio è anche stagione di vacanze e quindi trovare una casetta in affitto per l’ inizio lo dovete fare a prezzi da turisti (e la fregatura è che qui l’ alta stagione inizia a Pasqua). Magari se riusciste a venire solo voi adulti o uno solo di voi per guardarsi in giro ammortizzate le spese e siete più liberi di guardarvi intorno, già installarsi è complicato, doverlo fare occupandoti di tre figli disorientati, non so quanto sia utile. Prova per cominciare su siti tipo air Bnb, o anche affittando un camper in campeggio per qualche settimana, intanto che girate.
      E comunque comincia fin da ora a seguire i siti che ho linkato per farti un’ idea di cosa sia realistico per le vostre finanze, mettendo in conto anche un annetto di interregno mentre cercate la casa definitiva (a meno che non la compriate, magari vendendone una in Italia, nel qual caso è diverso)

  2. RACCONTO SINCERO …. almeno spero …. ed io ti parlo del 1986 … (prime due notti passate in macchina con un altro sfigato sotto la brina a 0 gradi )… dopo di che ci hanno derubato onestamente offrendoci un sottotetto al quarto piano dove si doveva stare molto attenti a non alzarsi dal letto di sobbalzo per evitare una bella craniata alla trave del soffitto … oggi vivo sempre all’estero ma in una villetta (mia) e di 280 metri quadri … ma ho dovuto penare parecchio e mangiare tanto sale.
    Più avanti potrei raccontarti molti altri aneddoti da far girare i cosidetti a guisa di (mulino a vento) pure ad un Santo.
    Ciao e grazie di cuore per la tua coinvolgente ed importante testimonianza .

    1. Guarda Nemo o Max, visto che ti firmi in modi diversi in commenti diversi, mi fa piacere leggere due tue esperienze così contraddittorie, aggiungono sale e pepe alla vita. Ma non serve nascondersi, quello che scrivi ti qualifica a sufficienza. Comunque è bello leggere dei racconti così sinceri, in bocca al lupo per tutto.

  3. Grazie per aver condiviso la tua esperienza, interessante e simpatica.
    Sono una global nomad, con figli nati e cresciuti in vari Paesi e appunto una di questi, laureata, ha ottenuto una internship di 6 mesi in una azienda di Amsterdam con inizio tra un mese.
    Stiamo cercando una sistemazione (i prezzi sono veramente folli) e, più di una volta, mia figlia ha avuto dei riscontri attraverso FB molti dei quali propongono un semplice scritto anziché un regolare contratto. Volevo chiederti se questa è una prassi comune e soprattutto se è legale. Ti ringrazio tanto per la tua attenzione, un caro saluto

    1. Valentina scusami il ritardo, spero nel frattempo abbiate risolto. Qualunque cosa descriva i termini dell’accordo e venga firmato è un contratto.Piuttosto la cosa importante è chiedere di vedere un contratto di proprietà o locazione dell’immobile a nome della person che vi chiede i soldi, perché quella è la cosa fondamentale. Molte persone che affittano a loro volta case popolari dalle corporazioni secondo il loro contratto non possono subaffittare, per questo spesso fanno contrattini vaghi ma appunto, se lo firmano, il problema è loro. Tu comunque se è firmato sei tutelato, se si va a finire davanti a un giudice- non ci si finisce, non conviene all’eventuale locatore in malafede.

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