Pulizie e ossessioni igieniche della casalinga olandese

Quando uno va all’ estero, persino in questi tempi di globalizzazione, social-media e voli low-cost, deve rifarsi daccapo certi paradigmi di quotidianità, fosse solo capire quale nuova marca di assorbenti ti garantisce la comodità e i ritmi a cui eri abituata. Vi dico quella dell’assorbente perché nei miei anni di studentessa fuori sede era il banco di prova del mio benessere psico-fisico. Ci volevano dei mesi per capire quali erano quelli adatti e a quel punto ripartivo e si poteva ricominciare daccapo. Sono drammi, eh. Prima di parlare del soffitto di cristallo, pensate alla poveraccia che deve partecipare alla riunione del consiglio di amministrazione nella consapevolezza che lentamente ma inesorabilmente le si sta macchiando la gonna, e poi ne riparliamo.

Però in tutti gli anni che frequento gli italiani all’estero, mi rendo conto che ci sono delle, chiamiamole per gentilezza manie, caratteristiche della donna italiana all’estero, peggio ancora quando si riproduce e le sue ossessioni igienico-sanitarie le misura in termini di salute e benessere della prole, che meritano una menzione speciale. Cioè, che uno vada all’estero e gli manchino tante di quelle cose che facevano la sua qualità della vita è giusto e umano. Persino agli olandesi all’estero mancano gli stroopwafel, il pindakaas, il ketjap, le liquirizie salate che hanno solo loro, il broodje kaas, il salsiccione affumicato, meglio se dell’HEMA. (L’HEMA, santo cielo, a me manca talmente tanto lHEMA fuori dall’Olanda che devono avermi sentita e adesso l’hanno aperta anche a Londra e Parigi.)

Ma le cose per cui le italiane all’estero sono capaci di fare una malattia, perché c’è dietro tutta una serie di seghe mentali  visione del mondo condivisa da alcuni ma non dal resto dell’universo, non mancano mai di stupirmi. Certo, io non faccio testo, non sono cresciuta con la tipica mamma italiana e quindi la trasmissione di certi fenomeni mi è stata risparmiata, lo dicevo anche qui.

E allora ve le elenco, queste manie, perché nominare il nemico è il primo passo per sconfiggerlo e per chi vuole venire qui magari leggere in quali condizioni di vita barbare devi vivere potrebbe servire da dissuasore occulto. Anche perché ormai non puoi aprire un blog o un gruppo facebook di italiani all’estero senza leggere il miserere di chi ha un disperato bisogno di questo o quello, e sinceramente mi verrebbe pure da dire: beata la gente.

Cosa manca maggiormente alle italiane in Olanda? Questo, tra l’altro:

  1. l’aerosol
  2. l’amuchina
  3. la varechina, ma quella delicata
  4. il napisan
  5. la tachipirina
  6.  il bicarbonato
  7. gli antibiotici a pioggia
  8. il pediatra italiano
  9. la ginecologa italiana (su questi ultimi due punti dò un accenno qui)

Cioè, lo abbiamo capito che i fili rossi comuni qui sono: i germi, lo sporco, le contaminazioni. Un bravo terapeuta potrebbe farci del gran lavoro sopra.

Potrei rassicurarvi dicendovi che col freddo che fa i germi fanno più fatica a proliferare.

Che il paracetamolletje che è la panacea di tutti i mali locali costa € 0,60 in qualsiasi supermercato e drogisterij (per tacer dell’ HEMA) e non serve proprio farvi mandare la tachipirina o il voltaren dalla mamma per posta.

Che l’apparecchio dell’aerosol all’estero non si usa, quindi è inutile che lo cercate, e al bambino di due mesi in fondo non serve se ha il nasino tappato. Prendetegli invece lo spruzzino di soluzione fisiologica, anche al banco medicinali del supermercato, e spesso basta quello – se mi ricordassi di usarlo con regolarità, con i figli piccoli io mi scordavo. Se avete l’asma è un altro discorso, ma non fatevela venire per paura che non si trovi l’apparecchio dell’aerosol, che magari hanno altri sistemi validi.

Che qui per il bucato c’è questa divisione feroce tra witte was che contiene più varechina nella formula e quindi non ce la dovete aggiungere, e il bonte was che ne contiene di meno e lo usi per i colorati. E le macchie le fai fuori con gli enzimi e con gli infiniti prodotti specializzati per le diverse macchie. Così manco la camicetta fa straaaaaap! senza ACE. Che la varechina più che altro inquina e puzza. Per par condicio alla fine ho fatto pendant con le ossessioni dei/delle casalinghe olandesi che potete leggere meglio qui.

Potrei ricordarvi che il Napisan giocava su questa paura dei germi quando i pannolini usa e getta non erano diffusissimi e toccava disinfettare quelli lavabili, che la contaminazione da cacca è una cosa seria, ma che quando sono arrivati gli usa e getta Napisan si è dovuta inventare qualcosa per non fallire e convinto la gente, generazione dopo generazione e pubblicità dopo pubblicità, che una vita non sterile non vale la pena di essere vissuta.

Potremmo chiederci se  far bollire a lungo il marito, o spurzzarlo di Napisan prima di santificare il letto coniugale per eliminare i germi, corrobori la libido e salvi il matrimonio.

Potrei aggiungere che magari qui le resistenze agli antibiotici le vorrebbero evitare o quantomeno rimandare in modo da continuare a usarli per i casi in cui servono, non per qualsiasi raffreddore o virus, e che se non te li prescrive il medico inutile implorare nei gruppi di italiani su facebook se qualcuno ne ha alcuni avanzati nell’armadietto del bagno perché a voi servono proprio o morite, perché io quando sento la gente che fa le diagnosi ai figli e gli prescrive le medicine raccattate sui social, farei prima a togliergli la patria potestà, ma so che è un limite mio. (Peraltro in un gruppo facebook di expat non italiani qualcuno di sabato sera, a medico chiuso e crisi in arrivo chiedeva chi avesse dei resti di psicofarmaco in casa da passargli per arrivare almeno a lunedì, e non solo lo chiedeva ma c’era una marea di gente che ce l’aveva, solidarizzava con la crisi imminente e gli dava consigli, al che mi sono detta che forse meglio gli italiani e gli antibiotici).

Perché voi che rifiutate di fidarvi del medico olandese e che volete a tutti i costi la visita privata e le analisi private, che non è che qui sia come in Italia,  mi fate tanta tristezza conto terzi, cioè mi dispiace proprio che viviate con tutte queste paure, e vorrei  rassicuravi e dirvi che se non vi prescrivono le cose qui è perché magari con il sistema sanitario olandese non vi capite reciprocamente. E non avere un dialogo con il vostro medico curante non è rassicurante, in effetti. Ci credo che state così male. E se non riuscite a parlare col vostro medico cambiatelo fino a che non ne trovate uno che vi sta bene. Il medico nei Paesi Bassi si può cambiare fino a quando non trovate quello che vi rassicura e con cui vi capite.

Io ho avuto un consanguineo che per problemi diversi da quello che credeva di avere, si sentiva addosso tutti i mali del mondo. Io e il medico sapevamo che era altro che lo faceva star male, ma che in quel momento di crisi e paura era più semplice dare la colpa al mal di pancia e al mal di testa e ai sintomi incomprensibili, che andavano affrontati nella loro interezza ma ci voleva tempo, abbiamo preso sul serio non i sintomi, ma la paura. Lo star male. E quindi sapendo che probabilmente erano inutili ma per prendere sul serio il suo disagio, abbiamo fatto i test allergici e tutte le analisi necessarie, così almeno si è messo il cuore in pace che non stava per morire, e siamo riusciti a concentrarci sulla diagnosi corretta e la cura risolutiva dela cosa che invece aveva.

“Ho chiamato per sentire i risultati di quelle analisi” facevo alla segretaria. “Un attimo che guardo: mamma mia, dei valori perfetti, da metterci la firma, gli dica che va tutto bene”. Io sono quella che ha ignorato un’appendicite fulminante pensando fosse un virus (e se proprio devo dirla tutta, a me in quell’occasione l’anestetista per quei 30 secondi che ci ho parlato sembrava un gran cazzone, ma è andata bene), il mio medico conosce i suoi polli e insiste lei per controllarmi quando ho qualcosa e anche quando ho traslocato col cavolo che l’ ho cambiata. Trovatevi anche voi qualcuno che abbia il tempo di conoscervi, capire come funzionate e trattarvi sul serio di conseguenza. Ci sono in Olanda e ci sono in Italia.

Però vorrei anche aggiungere, e ve lo dico con tutto il cuore, che sarebbe pure ora di darsi una calmata, aprirsi al mondo, cercare alternative, accogliere i germi che sono dentro di voi e intorno a voi e sopra di voi e sotto di voi, perché non è di mancanza di amuchina che qualcuno è morto in un paese europeo con la rete fognaria e l’acqua corrente in casa.

Insomma, se vi consola lamentarvi tra di voi che vi capite della mancanza degli elementi che vi consentono un’esistenza civile fatelo, che mal comune è mezzo gaudio e la medicina olistica contempla anche questo. Ma se voleste usare le vostre migliori energie per migliorarvi la vita, io comincerei a imparare un pochino di olandese, a esplorare le cose diverse che ci sono qui e magari se ne scoprono di nuove e di migliori. Che non di solo Napisan vive l’uomo. O la donna. Neanche la donna italiana in Olanda.

Peraltro Italo Express nel frattempo ha deciso che organizza lui dei gruppi di acquisto collettivo per Napisan e altri prodotti essenziali, seguitelo sulla pagina facebook per sapere quando sarà.

Portate pazienza che prima o poi passo alle cose culinarie che mancano a questa donna italiana all’estero. Che magari lì ci divertiamo e ci capiamo meglio. E ovviamente alle ossessioni delle donne olandesi, che mal comune è mezzo gaudio. Ho raccolto anche quelle nel frattempo.

(E comunque prima di me lo aveva detto tanto bene la BBC).

34 comments

  1. Mammamsterdam neanche tu fai straaaap! Azzeccatissimo post e per la cronaca dopo 5 anni che stava chiuso nell’armadio, ho venduto l’aerosol a chi ne aveva davvero bisogno!

    1. Arianna sei una benemerita, ti prego, dimmi che lo hai venduto tramite i gruppi di italiani, non mi sfatare il mito dicendomi che lo ha comprato un olandese

  2. Lasciamo stare, che una delle ragioni per cui i blog delle italiane all’estero, ma specialmente in America, che seguo sono pochi, perché la maggioranza di questi blog cade spesso nel ridicolo, con questa ricerca di prodotti o oggetti che mancano dell’Italia, dal classico bidet (e vabbè, ma il resto del mondo si arrangia e si tiene pulito in absentia… cosa abbiamo, il monopolio del culo pulito in italia? boh.), a tutta una lista di manie (hai scritto perfettamente) che non fanno altro che dimostrare la poca flessibilità che certe persone hanno. Cioè, peggio del fusillo della barilla nella pubblicità ormai antica del papa’ in viaggio… Le tovaglie, perché gli americani sono zotici e non hanno il senso della famiglia che hanno gli italiani (ne avevo parlato sul blog, esempio di snobberia italiana), al prete italiano per il battesimo dei figli… capisco capisco capisco, come l’Italia non ce n’e’, italians do it better, etc etc. Ma poi non parliamo di difficoltà ad integrarsi perché la gente in america (o in olanda) e’ diversa/fredda/zotica “Non mi trovo con gli americani” perché, porcodinci i muri del ghetto ve li siete costruiti voi, quando dopo anni che vivete qui parlate in inglese che sembra che siate appena scesi dal Titanic.

    1. [sospiro]

      Con la questione battesimo mi hai ricordato che si potrebbe fare anche un post sulla spiritualit`a degli italiani all’ estero, ‘spe che me la segno

  3. secondo me manca anche l’ammoniaca e la trielina alla suddetta lista; una ragazza tedesca si stupiva di avere trovato enormi bottiglie di ammoniaca al supermercato in italia, quando qui la vendono in farmacia in confezioni minuscole. io ancora non capisco a cose dovrebbero servire le sopracitate bombe tossiche, mah.
    la candeggina e’ il diavolo per i tedeschi (e’ tossica, come dare loro torto?), esistono un miliardo di prodotti che non inquinano e che fanno il loro lavoro. gli inglesi invece la buttano nel water ad ogni pie’ sospinto, povero ambiente. il bicarbonato l’ho trovato sia qui che in inghilterra, ma onestamente io lo uso solo per fare i dolci.
    gli antibiotici i miei bambini li hanno presi forse una volta in tutta la loro vita, io da quando vivo all’estero (quasi 10 anni), li ho presi con il primo parto e quando ho tolto i primi due denti del giudizio.
    la storia del bidet non l’ho mai capita, onestamente. a milano vivevo in 20 mq e non avevo il bidet (in bagno c’era giusto il posto per water, lavandino e doccia), ma mica ho pianto ogni giorno. la doccia ogni mattina, e se fa caldone una rapida anche la sera, e via.
    posso capire che i primi mesi di vita all’estero siano difficili, ci si deve riadattare, acquisire nuove abitudini ecc., ma con un minimo di mentalita’ aperta, osservazion e ascolto si sopravvive e si vive (incredibile!) anche altrove, senza bidet ne’ bombe tossiche.

    1. Mi sa che è la differenza tra quelli che Camilleri, ispirandosi alle triglie, chiamava i siciliani di scoglio e quelli di altura

  4. Ma davvero usi tutte quelle cose lì? Sei sicura che non sia un tuo problema e che le italiane non c’entrino nulla? Nonostante due figli non ho mai usato il napisan (neppure una volta), varichina non ne uso, il bicarbonato lo uso per lievitare, tachipirina se ho occasionalmente mal di testa e antibiotici a pioggia proprio no, né noi adulti né i bambini…..
    Prova a parlare con altre persone, forse queste cose le usi solo tu 😛

  5. Post interessante, mi ci ritrovo purtroppo parzialmente… Tipo, ora che sono incinta: ma senza amuchina/bicarbonato, la verdura cruda come si lava? Io non lo so se sono tutte paranoie.. ma mi dicono che la toxoplasmosi eccetera eccetera…

      1. Grazie per il consiglio, in realta’ ormai sono quasi alla fine e in questi mesi ho sempre fatto un po’ a buon senso, cercando di non impazzirci… Ero piu’ che altro curiosa di come venga gestita in generale! Ma oi il post successivo mi ha dato molte risposte 🙂

  6. Oddio..probabilmente non sono italiana!!! Io non uso nemmeno una delle cose che hai elencato e vivo in Italia!!!!
    L’utlimo antibiotico l’avrò preso 10 anni fa e mio figlio di 8 non sa nemmeno cosa sono…mi sa che sono senza speranza

  7. Non mi è mai fregato nulla, all’estero, di tutte quelle fesserie per pulire.
    Ma il bicarbonato, diamine, sono riuscita a procacciarmelo anche in Tanzania. Il mio stomaco non può farne senza. (Notare: in Africa nera le porcherie per sturare lo stomaco non esistono, ma il mitico bicarbonato basic invece sì. Qualcosa vorrà pur dire!)

  8. Considerando che in Olanda non fate nemmeno il bidet, perché non lo avete in casa, il lavaggio, almeno della biancheria, con il Napisan non è solo raccomandabile, è NECESSARIO! Poi, ognuno è libero di fare ciò che vuole, si intende, a suo rischio e pericolo. Del resto, gli Olandesi non sono certo noti per essere un popolo attento all’igiene, anzi.

    1. Adoro questo genere di commenti, aprono un mondo. Da cui stare alla larga, per quanto mi riguarda. Però ti ammiro per il rigoroso lavoro di ricerca che hai fatto sui culi degli olandesi in mancanza di bidet, hai già pubblicato i dati? era una ricerca sul campo? che campione di informatori hai utilizzato? O dicevi così, per sentito dire?

      1. Ahahahah! Brava Mammamsterdam, bella risposta! Mi piacerebbe sapere da Federica se ha condotto studi pure sul culo dei francesi. Il bidet non c’è neanche qui 😉 Anzi, quando ne ho parlato recentemente in famiglia (francese) mio suocero si è scandalizzato! Che perversi questi italiani!!!

      2. Forse lei abita da così tanto tempo nei Paesi Bassi che non capisce più l’Italiano… La mia era una considerazione in toto (Latino, n.d.r.) sull’igiene degli Olandesi, che purtroppo conosco in prima persona avendo vissuto nei Paesi Bassi diverso tempo. Le ricordo che sono il paese in cui le persone comprano CIBI SCADUTI perché in offerta. Ah sì, sono anche degli inguaribili tirchi, ma questo lo saprà bene. Buona permanenza nei Paesi Bassi, cordialmente.

      3. Anche qui in America non ci sono bidet ma mio marito, tra tutti gli uomini che ho conosciuto biblicamente, e’ il più pulito. Perche uno puo’ avere il bidet, ma se non lo usa… e viceversa, il bidet non e’ il solo modo per lavarsi il culo, eh?

        What? TMI? 😉

      4. Anche qui in America non ci sono bidet ma mio marito, tra tutti gli uomini che ho conosciuto biblicamente, e’ sicuramente uno dei più puliti, se non il più pulito. Perche uno puo’ avere il bidet, ma se non lo usa… e viceversa, il bidet non e’ il solo modo per lavarsi il culo, eh?

        What? TMI? 😉

      5. Per la signora Federica: che intende dire con l’espressione “considerazione in toto sugli olandesi”? “Considerazione integrale sugli olandesi”? Forse è da troppo tempo che vivo anch’io all’estero e non la capisco. Per quanto riguarda i cibi scaduti, li compro anche io, perché dovrebbe sapere che, secondo gli alimenti, alcuni possono essere utilizzati fino a tre settimane dopo la data di scadenza (lo yogurt, per esempio). Ce ne sono altri, di alimenti, come il sale, per esempio, che non hanno una data di “scadenza”. Per il sale, la data di scadenza è stata fissata recentemente solo per essere in linea con gli altri prodotti, ma in realtà è un prodotto che non scade…Insomma, non so, forse lei è rimasta particolarmente disgustata dalla sua esperienza all’estero e me ne dispiaccio. Spero sia tornata in Italia e che vi si trovi bene.

      6. Se è per questo, ho vissuto anche a New York e in Austria e, per tale ragione, riesco a vedere, chiaramente e oggettivamente, pregi e difetti di ogni Paese, Italia compresa. E sempre per questo motivo, non trascorro le mie giornate a parlare e a scrivere male dell’Italia e degli Italiani, ammantando di esterofilia quella che, in realtà, è solo insoddisfazione per non essere riusciti ad avere un lavoro e a crearsi una vita nel proprio Paese.

      7. Infatti abbiamo capito tutti benissimo che la tua vera passione è trascorrere le giornate a parlar male degli olandesi e venire qui a raccontarcelo. 🙂 Scherzi a parte, mi sembra che però tu fin dal primo commento abbia preso molto sul serio e personalmente quello che era inteso come un post leggero e satirico. E siccome a mio avviso il mondo si divide tra gente che apprezza il linguaggio figurato, l’ironia e l’autoironia e coloro che invece tendono a prendere tutto alla lettera. Allora siccome mi sembra che tu stia letteralmente parlando di me, quando dici: “parlare e a scrivere male dell’Italia e degli Italiani, ammantando di esterofilia quella che, in realtà, è solo insoddisfazione per non essere riusciti ad avere un lavoro e a crearsi una vita nel proprio Paese” posso solo dire che mi fa piacere se dopo tante esperienze all’ estero tu sei riuscita a tornare in Italia e farti una vita lì.per quanto posso constatare non sei riuscita a fare altrettanto fuori, perché per farlo c’è bisogno appunto di apertura mentale e voglia di mettersi in gioco. E quelle, per fortuna, non mi sembra che a me le contesti nessuno. Pace e bene, ma la domanda di fondo resta: che cavolo torni qui a leggere ogni volta? L’ abbiamo capito che non scrivo per gente come te e che non ti diverti a leggere gente come me. O sto riuscendo a instillare un minimo di dubbio in tante granitiche certezze, igieniche o meno? In tal caso ne sono felice, fate una cosa, posteri, incidetemelo sullalapide.

    2. Giusto non sono un popolo che tiene all igiene personale né casa al giardino si e avendo un ristorante ne ho viste di tutte i colori
      Comprano cibi scaduti però sulla birra non risparmiano ci vivo da 34 anni li conosco
      Come le mie tasche per non parlare
      Dei cosiddetti parti in casa primitivi
      E sono arroganti braccino corto l’ elenco è lungo buona vita

      1. Vedi le differenze culturali quante visioni del mondo riescono a dare per gli stessi comportamenti. Comunque il parto in casa come è organizzato qui è tutt’altro che primitivo, io non lo farei, ma tante mie amiche si ed è andato benissimo. Sui cibi scaduti gli olandesi che conosco io sono terrorizzati, anch qui abbiamo esperienze diverse.

  9. Ci vorrebbe uno studio comparato visto che non è solo l’Olanda è priva del fatidico bidet…che poi ognuno la vede sempre dal proprio punto di vista: mia zia svizzera diceva sempre: se avete bisogno del bidet vuol dire che siete sporchi!

    1. Perché noi non abbiamo usato il mitico bidet giapponese che è integrato nel water: ti siedi una volta sola, fai, lavi e asciughi SENZA USARE LE MANI. (E non voglio sapere cosa ne pensino i giapponesi dei nostri bidet, chissà che schifo gli fa).

      1. il bidet giapponese l’ho usato io, e non mi ha convinto, forse per via che sia l’acqua che l’aria asciugante escono a temperatura corporea. Se stai giá sciogliendoti come un gelato al sole della torrida estate nipponica l’acqua calda in zona cesarini (e la tavoletta preriscaldata) sono l’ultimo dei tuoi desideri. Molto meglio la doccetta fresca di fianco al gabinetto, onnipresente in Tailandia. Che viene bene anche per lavarsi i piedi.

  10. Che dire di più? Amen sorella! Io alla fine da quando sono in giro per l’Europa gli antibiotici li ho dovuti usare solo una volta per una cistite assassina, e me li hanno prescritti senza problemi. L’unica cosa fra quelle citate che mi manca molto e’ l’aerosol, per il semplice motivo che soffro di sinusite ricorrente ed e’ l’unica modalità di assunzione delle medicine che me lo fa passare. Ma onestamente ho vissuto anche senza…

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